Ci svegliamo un po’ piu tardi del solito, il piano è partire con calma perché le gambe sono stanche, e sui piedi ho già alcune, preoccupanti vesciche. Per arrivare a Manang le strade sono due, una alta, massacrante, ed una bassa piu’ agevole o meglio meno massacrante. Noi facciamo quella bassa. La vegetazione è ormai quella tipica di alta montagna, arbusti e qualche pino, ma piuttosto brulla. A parte un paio di salite impegnative, la strada è un falso piano, non troppo dura da percorrere. Sulle montagne di fronte a noi, sull’altro lato della vallata, vediamo l’isolatissimo villaggio di Nawal,con le tipiche case e bandiere tibetane. Le montagne sono semi desertiche e portano evidenti segni di un’antica erosione: scendono con scanalature spettacolari, piccoli canyon. Superiamo il
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