Colonia Del Sacramento y Montevideo


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South America
December 17th 2015
Published: December 25th 2015
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A Buenos Aires sono di passaggio per ora, un paio di giorni esplorativi prima di imbarcarmi per l'Uruguay, destinazione Colonia del Sacramento. Sebastian, ah, ovviamente la mia solitudine è durata quanto un vantaggio della Roma, si offre di accompagnarmi al porto, evidentemente già sfinito da due giorni di miei tentativi di spagnolo. Mi sento un po' una conquistadores mentre il povero Cristo si carica il mio zaino in spalla e comincia a ciondolare in strada. Viene dal sud, scaraventato in questa megalopoli dal suo sogno di diventare tanghero. Chissà forse un giorno sentiremo parlare di lui, futuro tanghero uccide turista italiana, movente grammatica spagnola. Colonia è stupenda. È una cittadina piccola, tranquilla, troppo carina. Ad un'oretta di navigazione dalla megalopoli argentina, la sua pace e silenzio sovrastano il rumore della storia. Avamposto portoghese per contrastare l'avanzata spagnola da Buenos Aires, luogo di scontri cruenti in una terra di conquista. Altro giro altra corsa, Chris, australiano dall'inglese decente, anche lui viaggerà per svariati mesi nel continente. Giriamo insieme nelle stradine e per i resti del centro, rosolando sotto i colpi di un sole sempre più cocente. L'odore di asado si impossessa di corpo e mente, ma solo dei miei, che nella casa della carne arrosta ho beccato l'unico vegetariano in circolazione. Finisco di nuovo dallo zozzo, mentre il tizio dell'ostello comincia a dispensare consigli e informazioni totalmente inutili e fuorvianti. Uno di questi mi costa il colera, ma questa, è un'altra storia. Il tizio dell'ostello è una maledizione che mi porto dietro l'indomani, quando prendo il bus per Montevideo. il bus che dovrebbe lasciarmi nei pressi del centro, forse di quello di tossicodipendenza dal quale il tizio dovrebbe farsi dare un'occhiata, mi lascia ad un'ora e mezza di cammino. il centro di Montevideo è inaspettatamente piccolo, gli immensi spazi verdi di Buenos Aires si trasformano in piccole piazzette ben curate, i suoi caotici flussi di turisti in uruguagi che bevono mate anche in fila da MC Donald's. Tra Argentina ed Uruguay si combatte per i natali di tango e mate. Intanto gli uomini uruguagi ti guardano le tette come non ci fosse un domani. Ti fissano senza vergogna e con quell'attitudine che da donna europea definirei insolenza. Beh, non tutti ovviamente. Il caldo estremo e l'ennesima maledizione dell'inutile tizio dell'ostello confluiscono sui miei nervi, e sulle mie coliche intestinali. Di tanto tempo a disposizione, adesso, qua! L'ennesimo affronto sessista a questa piccola paladina dell'uguaglianza mi è intollerabile. Mi tolgo gli occhiali, fisso le tette dell'uomo che mi fissa le tette il quale, spiazzato, panica, si gira, se ne va. il giubilo della vittoria mi riempie il cuore, ma anche apre le viscere. La stazione di servizio è un'oasi nel mezzo della disperazione. il mio tempo in Uruguay, e la mia speranza di incontrare Mujica, terminano così. Tempo di tornare a .....in compagnia di....TO BE CONTINUED!


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