Toccata e fuga nel Trapezio Amazzonico Colombiano


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South America » Colombia » Leticia
January 2nd 2015
Published: January 14th 2015
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Solo poche doverose parole per ricordare Iquitos, capitale dell´Amazzonia peruviana, considerata la piu´ grande citta´ al mondo (isole escluse) non raggiungibile via terra; essa conserva ancora le vestigia di un periodo non troppo lontano quando, verso la fine dell´ottocento, le ricchezze accumulate grazie al commercio del caucciu´ ed al barbaro sfruttamento delle popolazioni indigene la trasformarono in una grande metropoli in grado di rivaleggiare con quelle europee e nordamericane: nella sua piazza e´ ancora in piedi una casa di ferro progettata in Francia dal celebre Eiffel e spedita fino a qui direttamente via nave. La giungla e´ pero´ tornata rapidamente protagonista della scena, ed oggi la citta´ e´meta di turisti da tutto il mondo in qualita´ di porta della foresta amazzonica; nel frattempo un nuovo modello di turismo si sta diffondendo, e questa volta pero´ promette di aprire un altro tipo di porte, quelle della mente...

Martedi' 30 Dicembre: Arrivo al porto pesquero di Iquitos alle 13.30 e mi imbarco su ¨La Gran Loretana¨ che, mi hanno assicurato, salpera´ oggi alle 19; la lavagna esposta qui di fronte riporta le 19.30. Il primo ponte e´gia´pieno di passeggeri,ma sul secondo sono ancora una volta il primo; la stiva e´quasi piena: forse riusciremo a partire in orario. Inganno il tempo pescando nelle acque fetide del Rio Itaya. Ore 15, arriva un uomo di New York e mi chiede se sono israeliano; non riesce a montare l'amaca, ora lo aiutano. Non mi ricordavo quanto fosse piacevole riposare appesi sul ponte di una nave: sembra di galleggiare sull'acqua. Il tetto qui sopra somiglia molto alla struttura della Casa di Ferro di Iquitos, costruita nel lontano 1890. I pesci pullulano, ma nessuno abbocca, e comunque qui nei dintorni nessun'altro sta pescando: avranno i loro buoni motivi. Mi ritiro e faccio una dormita. Ore 17, qui sotto una coppia di pescatori su di una canoa sta compiendo una pesca miracolosa, proprio nel punto in cui mi stavo cimentando io! Mi fanno il biglietto (80Soles) e nel frattempo il ponte si e´riempito di gente. Ore 19.30, ancora fermi in porto; qui tutti stanno comprando dai venditori ambulanti i fuochi d'artificio per domani notte: la nave si sta rapidamente trasformando in una vera e propria polveriera galleggiante. Densita´ umana ormai al limite del sopportabile, con ondulabilita´ dell' amaca ridotta praticamente a zero; cerco di farmi spazio sfruttando l' emissione di sgradevoli odori corporei, ma i vicini rispondono alla grande utilizzando le stesse armi. Ore 20.30, leviamo l'ancora e ridiscendiamo il fiume Itaya, le cui nere acque dopo solo pochi chilometri vanno ad immettersi in quelle piu´ chiare del Rio delle Amazzoni. La luna rischiara questo incontro e noi procediamo silenziosamente a fari spenti.

Mercoledi´ 31 Dicembre: Ore 6.30, la colazione ci viene servita puntuale in camera: ti svegliano bruscamente e ti mettono in mano una tazza rovente contenente acqua di bollitura di un qualche cereale sconosciuto, forse avena mi dicono, e due fette di pane con residui di grasso vegetale, il tutto quando si e´ ancora mezzi addormentati e con un bisogno impellente di correre al bagno. Fortunatamente i vicini alla mia sinistra stanno smontando le amache e scenderanno; riusciro´ cosi´ad allontanarmi dalla famiglia alla mia destra i cui due bambini mi stanno praticamente in braccio. Cielo coperto e rive paludose. Ore 7.15, arriviamo a Pebas, che come quasi tutti gli insediamenti lungo il grande fiume sorge su un rio minore poco prima che vi si immetta. Sul molo si scaricano grandi quantita´di materiale da costruzione ed il villaggio si arricchisce di due nuovi frigoriferi. Ore 17, nello sperduto villaggio amazzonico di Santo Tomas fervono i preparativi per la grande festa dell' ultimo dell'anno: un potente impianto audio e´stato sistemato in mezzo ad un grande spiazzo erboso nel centro del paese. Noi carichiamo 9 tori e ripartiamo spediti; dalle cucine sale gia´il buon odorino della zuppa. Ore 19, calano le tenebre sull'ultimo giorno dell'anno; filmone di Bruce Lee in televisione.

Giovedi´1 Gennaio: ore 2, arriviamo a Caballococha nel bel mezzo dei festeggiamenti: musica dal vivo in piazza e tutto il paese presente; noi vendiamo tre tori per la bella somma di 2800 Soles. Ore 6, il sole e´ gia´ alto e veniamo delicatamente svegliati per la solita indegna colazione a bordo: questa volta il pane non e´ neppure unto. Ultimi chilometri di fiume in territorio peruviano. Ore 12.30, sbarchiamo sull´ isola di Santa Rosa, dove sbrighiamo le formalita´ doganali e poi, attraversato il Grande Fiume, entriamo non ufficialmente in territorio colombiano, nella piccola citta´ di Leticia, dove l´ufficio d´immigrazione e´ rimasto chiuso a causa dei devastanti postumi dovuti ai bagordi di fine anno.

Leticia e´ l´unica grande citta´ colombiana che sorge sulle rive del Rio delle Amazzoni; si tratta in realta´ di poco piu´di un grande paesello, dotato pero´ di aeroporto internazionale e di ben due frontiere: una al di la´ del fiume con il Peru´ ed una lungo la strada con il Brasile. Ci troviamo infatti in un luogo denominato "Triplice Frontiera", in un´ area del paese definita "Trapezio Amazzonico": stranezze della geografia. Metto piede in Colombia all´alba del nuovo anno e trovo ad accogliermi per strada i residui umani dei festeggiamenti della notte che non sembrano ancora essersi esauriti del tutto, con musica ad alto volume per le strade, bottiglie di birra vuote e grigliate nei cortili; e´ festa, ed i colombiani sanno certamente come divertirsi! Poco piu´ a monte sorge l´idilliaco villaggio di Puerto Nariño, definito in pompa magna la prima destinazione turistica ecosostenibile di tutto il paese; anche qui pero´ l´uso superfluo della plastica e´ ben diffuso, come ormai del resto in tutti gli altri paesi visitati. Degna di nota e´pero´ la totale assenza di veicoli motorizzati per le strade, del resto anche queste ultime praticamente inesistenti; e´questo il luogo ideale da cui partire alla scoperta di alcuni villaggi indigeni sparsi per la zona, della vicina laguna ricca di animali esotici e naturalmente per l´ esplorazione della foresta, ma anche il migliore in cui starsene comodamente sdraiati sull´amaca sotto il portico a contemplare lo scorrere della vita quotidiana del paese, il flusso di canoe sul rio e la non lontana selva, pensando al giorno in cui mi decidero´ ad indossare stivali ed impermeabile ed addentrarmi nella sua immensa oscurita´.......


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