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Published: March 12th 2009
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Prima di tutto una breve premessa di natura geografica.
La città di Ushuaia è quella posta più a sud al mondo. Si trova su una baia rivolta a ponente (il significato del suo nome nella lingua dei nativi Yàmana è proprio questo).
La baia è parte di un lungo stretto che unisce Atlantico e Pacifico e che si chiama Canale di Beagle, prendendo il nome dalla nave del comandante Fitz Roy che scarrozzò Charles Darwin nei suoi viaggi.
Questo stretto assieme a quello di Magellano delimita la Isla Grande, l'isola principale della terra del fuoco che è, a tutti gli effetti un arcipelago.
E quindi sul canale di Beagle che, dopo essermi rifocillato in camera con una pizza cotta a piedra, come si usa in Argentina, comprata alla pizzeria "Lupita". Questa pizza è come la fanta, mediocre ma in quantità mostruose. Riesco a malapena a finirne metà.
Fuori piove ormai senza alcun pudore, la temperatura è scesa drasticamente e il vento soffia impetuoso.
Temo addirittura che la traversata possa essere annullata. Così non è, devono essere abituati a ben peggio da queste parti.
La procedura di imbarco prevede una sorta di check-in effettuato presso l'autorità portuale a cui
si versano anche pochi pesos di tasse. Da qui si accede al molo, sferzato dalla pioggia gelata a cui è ormeggiata la "Elisabetta". Noto che tutti i catamarani di questa compagnia hanno nomi italiani.
L'unica ragione per cui faccio questa crociera è per i pinguini, lo ammetto. Spero di vederli e mi hanno garantito che così sarà ma senza aggiungere particolari ulteriori.
Levati gli ormeggi, non appena mi è consentito, mi precipito sul ponte superiore. Peccato per il tempaccio, ma a parte questo, lo spettacolo offerto dalla fauna del canale è incredibile.
Approfitto di una riduzione della pioggia e mi metto a fotografare come un pazzo.
Durante la navigazione getto qualche occhiata alla costa alla nostra destra, territorio cileno. Nel frattempo superiamo diverse isolette, in alcuni casi poco più di scogli. A un certo punto però, un gruppetto di tre di cui una è quella che ospita il faro di Ushuaia, ritratto sulla copertina di diverse pubblicazioni.
La nave rallenta e si avvicina non all'isola del faro ma a quella accanto, che ospita una colonia di trichechi e di cormorani. L'esperienza è non solo visiva perché i trichechi gridano parecchio quando ci avviciniamo inoltre l'odore (puzza)
che si respira attorno all'isolotto è fortissimo.
In ogni caso è bellissimo. Per me è la prima volta che vedo i trichechi dal vivo e la distanza è davvero minima. Scatto un numero spropositato di foto.
La nave riparte, passa lenta accanto al faro e, passata l'eccitazione per cormorani e trichechi, si viaggia stancamente verso la meta finale. L'isola dei pinguini ? È quello che spero.
Nel frattempo sfila sulla parte destra del canale la piccola Puerto Williams, cilena che ambisce a essere la città più meridionale del mondo. Con i pochi abitanti che ha è difficile definirla città e comunque esiste un piccolo avamposto umano ancora più a sud.
Rientro sotto coperta e decido che è il momento per usufruire del buono per un caffè e un alfajor. Non male ma era meglio quello al parco.
Io intanto, incrante della pioggia che ha ripreso a cadere, fotografo quel che passa e resto all'aperto. La signora della coppia di anziani israeliani (qui anche loro) mi chiede perché stia fuori ma alla mia risposta sembra non capire.
Che importa, il momento anto atteso è arrivato. Abbiamo raggiunto la pingüinera. Di fronte a noi una lunga spiaggia sulla
quale si trovano centinaia di pinguini di due tipi: il pinguino magellano, comune da queste parti, e il pinguino papua, che invece normalmente si trova in antartide ma, con questo freddo, penso io...
La pioggia sembra raggiungere il suo apice e così il vento, malgrado ciò siamo tutti lì a fotografare i pinguini, goffi sulla terra ma incredibile quando nuotano.
Vedo qualcuno appartenente a qualche altro gruppo passeggiare sull'isola e li invidio molto.
Bene, la visita è finita. La barca si allontana dall'isola e ritorna indietro, Ancora un'ora e mezza di navigazione in cui più o meno tutti dormono e si arriva a Ushuaia.
La pioggia non mi abbandona. Torno al B&B, mi rilasso un attimo e poi esco per la cena deciso a provare la Centolla.
Il ristorante che ho identificato offre in menu una zuppa a base di granchio che non è male ma non mi fa impazzire, lo stesso dicasi per la trota al cartoccio in olio di oliva. Anche il budino è solo da sei.
Insomma me ne vado sazio ma non del tutto soddisfatto. meglio la sera prima.
Nel diluvio torno al B&B. Domani mi aspetta la sveglia all'albissima per prendere l'autobus
per Punta Arenas in Cile.
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