Lungo viaggio verso il Cile


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South America » Chile » Magallanes » Punta Arenas
March 6th 2009
Published: March 13th 2009
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Bus Ushuaia-Punta Arenas


E venne il momento di lasciare la punta meridionale del continente per cominiciare la lunga risalita che dovrebbe portarmi all'estremo opposto dell'Argentina.
Questa strada però passa dal Cile e così, partenza alle 7:00, presenza alle 6:30, eccomi a prendere l'autobus della compagnia Buses Pacheco che viaggia tra Ushuaia e Punta Arenas.

Dopo il diluvio del giorno prima, il tempo continua a essere grigio ma ovviamente, dovendo passare l'intera giornata in autobus non sono particolarmente preoccupato.
Ovviamente non conosco a priori il percorso che sta seguendo l'autobus. Di certo deve puntare verso la città di Rio Grande, seconda per grandezza nella Tierra del Fuego Argentina.
Si sale un po' valicando un paio di passi tra cui uno che si chiama Paso Garibaldi, si passa accanto al Lago Fagnano.

Vedo nelle foreste che passano ai lati della strada gli effetti devastanti del parassita che avevo notato al parco Tierra del Fuego. Si vedono centinaia di alberi letteralmente consumati e crollati sotto l'effetto di questa muffa.
L'impressione è che siano colpiti quelli che sono vicino alla strada e questo mi fa pensare che il passaggio della auto ne sia causa diretta o indiretta.

Comincio nel frattempo ad avere un po' di fame. La partenza anticipata mi ha impedito di fare colazione. E quindi con gioia che accolgo la fermata di una decina di minuti che il bus fa nella cittadina di Tolhuin.
Alla pasteleria che si trova accanto alla fermata riesco a mangiare delle fantastiche sfoglie con dulce de leche e a bere un Nescaffè dalla macchinetta (al momento di pagare ti viene dato il gettone per la macchina).
Faccio due chiacchiere con una coppia lui Neozelandese, lei Canadese e mi reimbarco.

Si prosegue verso la costa. Nel frattempo ci vengono dati da compilare i moduli da consegnare alle frontiere. Uno uguale per la frontiera argentina e quella cilena e uno specifico per quella cilena in cui dichiaro di non trasportare frutta, carne, animali vivi e altro.
Chi ha cibo viene costretto a mangiarlo prima del confine che, ci viene comunicato, supereremo a San Sebastian.

La città di Rio Grande viene bypassata mantenendosi a monte, attraverso una strada sterrata che costeggia una base militare con tanto di cannoni puntati verso il Cile. C'è perfino un incidente con macchina cappottata ma sembra senza conseguenze per le persone.
Rientrati sulla strada principale, adesso di fronte a noi c'è solo la frontiera che raggiungiamo in circa un'ora.

I due passaggi (Argentino/Cileno) sono abbastanza complicati. Si deve scaricare il bagaglio. Addirittura, al controllo cileno bisogna farlo passare in un apparato a raggi X come quelli degli aeroporti.
Ad ogni modo passo indenne. Ed ecco il bollo sul passaporto certificare la mia prima volta in Cile.

La mia curiosità va adesso al percorso che seguiremo per raggiungere Punta Arenas. Vedo due possibilità: o seguire la strada principale fino a Marsantiales e da qui superare lo stretto di Magellano in un punto in cui i due lati sono molto vicini (mezz'ora) o puntare su Porvenir che si trova di fronte a Punta Arenas in un punto però in cui l'attraversamento richiede 2 ore e mezza e i traghetti ho letto sono poco frequenti.

La cosa mi interessa perché in fondo, visto che si arriverà tardi a Punta Arenas, l'attraversamento dello stretto di Magellano costituisce l'unica parte turistica della giornata.
Al primo bivio, il bus prosegue per Porvenir avvalorando la seconda ipotesi.
Un'ora dopo però, la sorpresa, sempre passando per strade sterrate, l'autobus svolta a destra e punta verso Marsantiales. In una delle guide scopro che questa è una soluzione scelta da chi vuole evitare il traffico.

Il paesaggio è arido. Una steppa continua la cui monotonia è rotta solo da qualche guanaco (simile al lama) e qualche nandù (simile allo struzzo). Anche di auto ce ne sono pochissime. Nessuna ci supera e soltanto due o tre viaggiano sulla corsia opposta.

Finalmente dopo ancora un'ora e mezza si ritorna sulla strada nazionale asfaltata che, finisce letteralmente a mare. Lungo rettilineo che termina con l'imbarco per il traghetto, spiaggia a destra, spiaggia a sinistra.
Un traghetto sta per partire ma, saliti gli ultimi camion non c'è più posto per il nostro autobus.
Va bene, perché il tempo è migliorato e posso godermi un po' di relax camminando in spiaggia e facendo qualche foto. C'è anche una caffetteria piena di gatti ma non mi ispira e non ho fame.

Un nuovo traghetto arriva in una mezz'ora. Saliamo ma faccio l'errore, e con me altri, di salire sull'autobus quando questo è sulla nave. Porta chiusa, camion al lato e sembra che non vi sia possibilità di scendere.
Io e un paio di ragazze israeliane piantiamo un casino pazzesco e alla fine l'autista, quando mi vede sedermi al suo posto che faccio finta di mettermi a pigiare pulsanti a caso, ci libera. La porta non si apre del tutto ma quanto basta per scendere.

Il traghetto è minimale. Solo un piano per l'imbarco e un piccolo ponte su un solo lato per le persone. La traversata è breve e al di là del piacere dato dal fatto di stare attraversando uno stretto mitico non è che offra particolare interesse.

Lasciato scendere l'autobus dal traghetto si risale e via verso Punta Arenas. Il segnale del cellulare assente fino allo stretto, va via ancora una volta.
L'ultima parte del viaggio è ancora più monotona. Di guanachi non se ne vedono, appare solo qualche Nandù. La passo dormendo un po' e scandendo il ridursi dei chilometri sui cartelli verdi della strada.

Poi, finalmente, l'arrivo a Punta Arenas. È ancora giorno. Recuperato il bagaglio mi appresto a chiamare qualcuno per la notte ma vengo avvicinato da una signora che mi propone un habitacion singula.
Accetto subito. Scopro di essere piazzato accanto a una sorta di ufficio turistico. Perfetto perché mi consente di prenotare subito al visita alla colonia di pinguini e il bus per Puerto Natales per il giorno dopo.

Esco per prendere i soldi dal Bancomat. In Cile si può prendere ancora meno che in Argentina. Al massimo 40.000 pesos che corrispondono a circa 52 Euro.

Per la mia prima cena in Cile scelgo bene. Il ristorante si chiama El Puerto Viejo. Bevo un Pisco Sour come aperitivo. Il Pisco è il liquore cileno per eccellenza. Una aguardiente abbastanza leggera: 35 Gradi. Anche qui prendo un ottimo Cordero Asado, agnello alla brace e del buon vino cileno.
Anche la panna cotta al Calafate è notevole. Faccio ancora quattro passi e poi vado a nanna contento.




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