Mattinata al parco Tierra del Fuego


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Published: March 11th 2009
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Dopo due giorni in cui il tempo è stato così così, finalmente, la mattinata si presenta bene.
La cosa mi da la carica e così, alle otto meno dieci sono pronto in strada ad aspettare il pulmino.
L'unica cosa che mi indispettisce un po' il fatto che della colazione, che secondo quanto dettomi sarebbe stata servita a partire dalle sette, non c'era traccia.

Conto di mangiare qualcosa al parco. Ma intanto i minuti passano e l'autobus non arriva. Arriva finalmente una delle tipe del B&B che mi invita a entrare per fare colazione. In cuor mio penso che si poteva presentare in orario e quindi sto per rinunciare. Ma in fondo dalla sala si vede la strada, vedrò arrivare il bus.

Non mi siedo neanche e la signora mi chiede il perché. Le dico che tanto sta per arrivare l'autobus, che doveva arrivare alle otto e che è in ritardo...
Le otto ? Ma allora hai un'ora di tempo mi risponde.
Vabbe', la faccio breve. In terra del fuoco e in tutto il sud argentino, l'ora è diversa da Buenos Aires. Qui si un'ora indietro, ma io non lo sapevo...

Ok, sveglia inutilmente anticipata ma almeno ho il tempo per sedermi e fare colazione.
Dulce de leche, attore principale. Parliamo quindi di questo Dulce de Leche che ha il colore delle caramelle mou e il sapore del latte condensato. Difatti non è altro che una marmellata di latte che viene fatta in casa, come quella che sto mangiando, o anche comprata in vasetti. La consistenza è quella della nutella.
A me piace se viene aggiunta a paste o altro che ne equilibrino la dolcezza.

Ad ogni modo, una volta arrivate per la seconda volta le otto, l'autobus è puntuale.
Prima di avviarsi verso il parco passa a prendere tutti quelli che hanno prenotato la gita. Il gruppo è misto: mamma e figlia di Buenos Aires, ragazze delle Canarie, signore di Genova che per cause troppo lunghe da spiegarsi non è con il figlio per cui ha trasvolato l'atlantico, coppia di coniugi israeliani.

Al parco il programma è il seguente: prima di tutto giro con il 'tren de la fin del mundo' per chi ha prenotato, e io fra questi, o vuole farlo all'ultimo momento, poi giro per il parco col pulmino, inframezzato da qualche passeggiata.

Si parte quindi con questo treno. Ammetto subito di subodorare la fregatura. Non è che il treno sia di per sè brutto o noioso e che io, in un parco, ho voglia di girare liberamente, fare chilometri e chilometri, cercando di fare delle belle fotografie e soprattutto sentirmi libero.
Nel treno così non è.

Preso atto che probabilmente ho fatto un errore, cerco di godermi il viaggio di circa un'ora che porta all'ingresso effettivo del parco.
Il treno sferraglia lentamente in mezzo ai boschi. Nessuna traccia di animali. Un po' di fumo bianco arriva dalla locomotiva e impedisce quindi l'apertura dei finestrini.
Un po' di libertà arriva alla stazione "Macarena" (esattamente...).

Una ventina di minuti di pausa in cui, in teoria, si dovrebbe scegliere tra la cascata, a destra, e la mostra a cielo aperto sulla popolazione indigena dei yamanà.
In realtà si riesce comodamente a far entrambe le cose. La cascata è piccolina. Niente di che. Sulla mostra a cielo aperto stendo un velo pietoso.
Nella pausa, mi si dice, una signora di una certa età, in vena di improvvisazioni atletiche ci rimette una caviglia. Io non mi accorgo di nulla perché fotografo il trenino. Vedo che in realtà, un altro treno che arriva, ha la locomotiva a vapore, preceduta da una diesel e sento puzza di fregatura per turisti.
Al momento di ripartire però, il nostro treno, sembra trainato solo dalla locomotiva a vapore che sbuffa allegramente fino all'arrivo.

Eccoci quindi, dopo un'ora, di nuovo sull'autobus, procedere verso il lago Roca. Vedo finalmente un animale, seppure dall'autobus. Una lepre marrone e carina come tutti i conigli.
Poco dopo un gruppo di una specie di anatra. Mamma uccello si avvicina all'autobus per controllare sia tutto ok per i piccoli.

Ci si ferma finalmente vicino al lago Roca. La guida ci spiega che è parte Argentino, parte Cileno. Del resto, in questa zona, il confine tra i due paesi non dipende da caratteristiche geografiche (fiumi, montagne) ma è una linea retta che quindi passa dappertutto.

Mi pare di capire che di controllare il confine non frega niente a nessuno, da queste parti e che dalla parte cilena della terra del fuoco ci sia poco o nulla, almeno al di qua del canale di Beagle. A parlare di confini mi si eccitano gli Israeliani, interessati a conoscere le caratteristiche dei check-point e a sapere se, ci sono rapimenti transconfine, domanda che lascia basita la guida.

Sul lago alcuni beati turisti in Kayak, noi invece, mentre le nuvole la fanno ormai da padrone e la temperatura si è abbassata, ci fermiamo in una caffetteria.
Qui prendo un caffé e un alfajor, una specie di biscotto ricoperto di cioccolato con in mezzo l'immancabile dulce de leche.

Si passeggia ancora un po' nel parco per un chilometro circa, fermandoci a un punto panoramico e per poi arrivare alla fine della ruta panamericana, la strada che parte dall'Alaska e, attraversando l'intero continente, finisce qui, nella terra del fuoco Argentina, a 3.079 chilometri dalla capital federal, e a 17.848 chilometri dall'Alaska.

Il paesaggio è piacevole ma nulla di più. L'unica cosa degna di interesse, a parer mio, un parassita che copre diverse piante. Esteticamente è molto bello ma comunque è nocivo. Mi domando quanto.

Molto meglio quando, passato il limite della ruta, si raggiunge una bella baia con qualche uccello e una bella vegetazione intorno.
Ormai il cielo che era grigio da un po', persa ogni remora, lascia che l'acqua precipiti copiosa. Io, fatte le foto che dovevo, mi rifugio nel bus.

Il ritorno in città col bus ci consente di vedere una zona ricoperta di torba molto profonda. Ci viene spiegato che qui viene usata principalmente come concime.
Fatta una tappa all'aeroporto per lasciare il connazionale, veniamo lasciati in città di fronte al porto turistico per consentire a chi non l'ha già fatto di prenotare la crociera pomeridiana. Io che sono già a posto, mi avvio, sotto la pioggia verso il Bed and Breakfast.



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