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Published: August 19th 2007
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Lasciamo la sonnolenta Kashan, ed i suoi 42 gradi, in un caldo pomeriggio d'inizio agosto: direzione Esfahan.
Questa citta' viene considerata la piu' bella dell'intera Persia, viene addirittura definita "la meta' del mondo", e folle di turisti da ogni dove la visitano ininterrottamente durante tutto l'anno. Ci saranno degli ottimi motivi per tutto questo, ma non saro' di certo io a raccontarveli...
Mi limitero' a parlare dell'Amir Kabir Hotel, storico ritrovo dei backpackers che negli anni hanno percorso questa via.
Situato in centro citta', offre diverse sistemazioni: camere doppie e singole, camere condivise e dormitorio, camera con tappeti e, in caso di pienone, il pavimento. I prezzi sono davvero contenuti e partono dai 30.000 Rials (1 euro = 12.500 Rials).
Il fulcro di tutto cio' e' il cortile interno che offre riparo dal sole nelle ore piu' calde della giornata e consente di sprecare allegramente le lunghe ore bevendo the' e cazzeggiando in compagnia; si narra di persone che non si sono mosse da quelle sedie per settimane e settimane...
Io di giorni ne ho passati appena 5, ma dovevano essere solo 2!
Preso da una irrefrenabile voglia di mare, dopo una sola notte compro un biglietto per Bushehr, amena localita'
affacciata sul Golfo Persico, ma al momento di lasciare l'Amir Kabir mi accorgo di non avere il mio sacco con i Traveller's cheque, il bancomat e la carta di credito (vuota). Dopo aver setacciato tutti i posti possibili decido di incolpare un ragazzo ungherese che per ultimo quel giorno ha lasciato la camera; tra l'altro ha proprio una faccia da poco di buono.
Nel frattempo partono le telefonate verso casa dove ho sbadatamente dimanticato la ricevuta degli assegni e tutti i numeri telefonici della banca.
Comunque tutti i contanti stavano al sicuro nelle mie ampie vesti, per cui decido di non rimandare la partenza per il mare: saluto tutti e tristemente mi avvio all'uscita; senonche' l'enigmatico proprietario mi rincorre tutto felice e mi dice di aver ritrovato i miei beni all'interno della cassaforte, proprio il primo posto dove avrebbe dovuto controllare.
Ormai ho perso il mio autobus, per cui ritorno saltellante nel cortile e dopo un pomeriggio ad alta tensione decido infine di rimanere in citta'per altri 4 giorni.
Forse che il simpatico proprietario non mi abbia voluto lasciar partire dopo soli due giorni?
In questo caso poteva semplicemente dirmelo....
Preso da una gioia incontenibile, vorrei festeggiare stappando una delle
bottiglie di vino piu' pregiate in circolazione, addirittura champagne senza badare a spese, ma trovandoci nella Repubblica Islamica dell'Iran ci dobbiamo limitare a brindare cordialmente con una grande tazza di chay!
Sono poi partito per Bushehr, graziosa citta' adagiata sul Golfo Persico che la mia guida paragonava ingloriosamente a Grozny dopo le sue due guerre contro i russi.
In effetti trovo la citta' vecchia in uno stato di rovina ma fortunatamente alcuni edifici sono stati ristrutturati e ricostruiti nel loro caratteristico stile bandari; molti pero' sono gli spazi vuoti dove non si sa ancora se e cosa ricostruire.
Gran parte della costa e' occupata dai porti, uno commerciale ed uno militare, e solo una esigua spiaggia lunga 50 metri consente l'accesso al mare, dove di sera, solo dopo le 18, si ritrovano i bagnanti locali, tra cui anche qualche ragazza in provocante tenuta da nuoto costituita da pantaloni lunghi e t-shirt...
Un tocco di colore al paesaggio urbano viene dato dalle divise multicolori dei numerosi militari presenti in citta' e dai tecnici russi, con tanto di bionde mogli, che poco lontano da qui stanno aiutando gli iraniani a costruire l'ennesima centrale nucleare.
L'atmosfera qui a Bushehr e' proprio incantevole eppure
questa localita' viene evitata come la peste da tutti i turisti per una semplice ragione: in questo periodo fa caldo, un gran caldo, troppo caldo.
Lasciato l'altopiano iraniano, qui a livello del mare anche una confortevole temperatura di 35 gradi, a causa dell'alto tasso d'umidita', si trasforma in un autentico incubo di calore che per tutto il giorno, notte compresa, ti assale e scatena una sudorazione mostruosa; c'e' poi la calda brezza cha arriva dal golfo e da la spiacevole sensazione di vivere costantemente con un phon puntato in faccia.
Passo cosi' gran parte delle mie giornate chiuso in camera sotto un grande ventilatore a pale mangiando datteri, prodotto tipico di questa regione. Dopo soli due giorni lascio la citta', promettendo pero' di ritornarci, possibilmente durante la prossima grande glaciazione!
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