Una mattina


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October 30th 2006
Published: October 31st 2006
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Non io, quasi, ma il mio corpo, in estasi dopo quella notte.
Mai una così, prima di quella mattina, con lei, mai una dopo. Ed io, forse più di lei colto impreparato (un esploratore vero lo è sempre, impreparato. Cerca l'impreparazione, meticolosamente la predispone, testardamente pretende che ogni tassello sia al suo posto perché lui... si senta impreparato), mi aggiravo per la stanza nel prima dell'aurora, mentre persino i rumori dell'acceso traffico di Gràcia si annunciavano timidi. La luce giallo-arancione si spandeva su tutto, il corpo di Is. emanava calore come Sirio, pulsava di riflessi oro, e il sonno, sfinito anche lui, occupava quelle membra come uno stanco incantesimo, e le rendeva immobili.
Le allungai una carezza, esitante, col dorso della mano, sul fianco nudo. Quasi a voler testare il suo calore, che non si fosse raggelato in quel suo inspiegabile non-moto.
In quei momenti, di assoluta empasse della cronologia, tutti gli strati dell'essere bevono ogni minima sensazione così, senza assaggiarla; il mio era tutto una spugna e non uno dei fotoni che mi baluginavano intorno, portando il loro carico di informazioni in forma di colore, riusciva a sfuggire all'idrovora di impressioni che ero. Mi sentivo un foglio bianco di carta fotografica sensibilissima, e non un istante, grandiosamente, veniva tradotto in parole. Analfabeta di ritorno, godevo il pre-logos di un'aurora fintamente metropolitana, di un'umanità in realtà ai suoi albori, senza nulla di scritto e tutto da scrivere. Rara potenza che sembra emanare da secoli addietro.

Un'immagine, folgorante, inaspettata, senso non previsto: guglie, tra il grido e il sussurro, si infilano come pugnali nell'aria fuoco. E' lontano, ma non si può confondere il progetto, intravisabile, dell'arbitrio che si impone a costo di qualsiasi rischio. E quelle guglie, in atmosfera densa che non pare quella terrestre, ma piuttosto quella di Giove o Saturno, sono lì, a sfidare la morte e proseguire, a dispetto del marketing turistico, a dispetto dei clacson che stanno per avvolgerle, a dispetto di me, che non a lungo reggerò la loro vista e presto mi rannicchierò, io anziano e lei eterna, accanto a quel corpo di cui ho letto ormai almeno una prima proposizione completa, la ricerca inesausta di un filo ormai sperso.

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