Non io, quasi, ma il mio corpo, in estasi dopo quella notte. Mai una così, prima di quella mattina, con lei, mai una dopo. Ed io, forse più di lei colto impreparato (un esploratore vero lo è sempre, impreparato. Cerca l'impreparazione, meticolosamente la predispone, testardamente pretende che ogni tassello sia al suo posto perché lui... si senta impreparato), mi aggiravo per la stanza nel prima dell'aurora, mentre persino i rumori dell'acceso traffico di Gràcia si annunciavano timidi. La luce giallo-arancione si spandeva su tutto, il corpo di Is. emanava calore come Sirio, pulsava di riflessi oro, e il sonno, sfinito anche lui, occupava quelle membra come uno stanco incantesimo, e le rendeva immobili. Le allungai una carezza, esitante, col dorso della mano, sul fianco nudo. Quasi a voler testare il suo calore, che non si fosse
... read more