Paraguay 03 Río Paraguay


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South America » Paraguay » Concepcion
September 6th 2007
Published: October 3rd 2007
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ITA - Crociera sul Río Paraguay
Parte I
Da Encarnación, circa sedici ore di autobus mi portano a Concepción, piccola città del nord del Paraguay sul omonimo fiume. Un'unica strada asfaltata attraversa il centro fino al porto, le altre strade sono di terra e frequentate più da cavalli e moto che da automobili.
La città dipende ancora molto dal fiume per le comunicazioni e gli scambi con le altre città paraguayane. Approfitto quindi dell'occasione per fare una mini-crociera di 5 giorni, a bordo della barca "Aquidaban", mercato ambulante che risale il fiume, portando in ogni porto mercanzie, persone, e ogni tanto anche qualche turista smarrito..

Il primo impatto, salendo sulla barca, è sconcertante: la barca è già stracolma di cibarie, bagagli e persone, e non vedo dove potrò appoggiare lo zaino, e ancora meno trovare un angolo per dormire.. e continua a salire gente.. Per fortuna, al piano di sopra, fra le cabine (tutte prenotate), stendono alcune amache, dove trovo con sollievo un altro Europeo, Hans, che sarà il mio compagno di viaggio per un paio di giorni. Rassicurato dal aver trovato compagnia occidentale, incomincio a guardarmi intorno. La prima impressione è spesso un riflesso di quello che uno prova, ed è anche verissimo che uno solo vede quello che vuole vedere.. Contento di provare un'esperienza diversa, sono entusiasmato dalla confusione, dai colori, dal mercato, dai bambini che corrono per il corridoio, dal cucinotto dove il chef ci preparerà i nostri pasti, ecc.
Chiudo un occhio sui quattro buchi nel pavimento che servono da bagno, doccia e chissà che altro alle 250 persone imbarcato, sull'amaca che pur essendo più comoda del pavimento viene urtata ad ogni passaggio dal corridoio, sugli odori, la sporcizia, ecc.
Passano così due giorni e mezzo, chiacchierando con Hans, riposando o leggendo sull'amaca, guardando sfilare il paesaggio e i porti dalla prua, scambiando battute con il chef e il suo aiutante.

Parte II
Arrivati a Fuerte Olimpo, Hans scende e prosegue verso l'interno del Chaco, mentre io risalgo a bordo, e mi preparo per altri due giorni di viaggio, ma questa volta da solo..
Il paesaggio diventa rapidamente più interessante: il fiume si restringe, e si iniziano a vedere uccelli di tutti i tipi, e coccodrilli. Faccio conversazione con un paio di uomini che mi raccontano cosa vanno a vendere sur per il fiume, e faccio amicizia con un ragazzo, Pánfilo, che vende macchinari agricoli.
Con Hans avevamo formato un piccolo gruppo bianco e distante dagli altri passeggeri, ora che sono solo, invece, mi ritrovo catapultato nella realtà della barca, e mi appaiono altri lati, decisamente meno pittoreschi.
Rapidamente, la brutta impressione che avevo scacciato, non volendoci credere, diventa una realtà invadente: sulla barca si vende e scambia assolutamente di tutto, e le cabine sono tutte prenotate perché servono a donne e ragazze che vendono il loro corpo a passeggeri ed equipaggio, anche con bambini vicini.
Dopo questa costatazione, rischio anche di ritrovarmi senza niente: il cuoco mi avverte giusto in tempo per raggiungere due ragazzini che avranno avuto al massimo sette anni, e che si stavano portando via assolutamente tutto quello che avevo a bordo, inclusa la spesa che avevo fatto al piano di sotto.. Al recuperare le mie cose, per niente imbarazzati, non trovano di meglio da fare che prendermi in giro, e pure in "guaraní", tanto per non lasciarmi nemmeno una possibilità di ribattere..

Gentilmente Pánfilo mi invita a lasciare le mie cose nella sua cabina, e da lì riprende il viaggio, ma con un retrogusto molto amaro..
Trascorro ancora due notti sulla barca, e finalmente sbarco sull'Isla Margarita, da dove un traghettatore mi porta a Porto Murtinho, in Brasile (ovviamente del tutto illegalmente..).
Sbarco a Porto Murtinho stravolto, sconvolto, ma con anche qualche bella lezione sulla situazione in questa regione quasi dimenticata, dove la povertà è fortissima, dove si sente l'invasione dei Brasiliani che si stanno appropriando grandi terreni dal lato paraguayano, spiazzando comunità indigene costrette da poco ad uscire dalla selva, e totalmente incapaci di resistere.

Foto: Río Paraguay

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