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Published: December 20th 2018
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"Non è la prima volta e non sara' l'ultima. Ma ieri e' corso il sangue dentro la Basilica del Santo Sepolcro dopo che l'ennesima disputa tra pope greco -ortodossi e monaci armeni e' degenerata in una rissa da saloon, a calci e pugni, ceri branditi come bastoni, tabernacoli rivoltati, inseguimenti e agguati nella penombra delle navate, i pellegrini in fuga terrorizzati. Con intervento finale della polizia israeliana in tenuta antisommossa e arresto di due tra i piu' focosi contendenti." No, non e' la prima volta e non sara' nemmeno l'ultima che il Mercante vi racconta cazzate ma in questo caso e' tutto vero: il virgolettato e' preso parola per parola da La Repubblica del 10 Novembre 2008 e comunque questo genere di "battibecchi" sono davvero frequenti. Ma come siamo messi quest'anno in vista del Sacro Natale? Gli ortodossi greci sono da sempre un passo avanti e si sono gia' attrezzati con barricate erette usando i resti di quattro confessionali andati distrutti negli scontri dell'andata durante le festivita' pasquali; il vero asso nella manica potrebbero pero' rivelarsi i turiboli imbottiti con bomba a mano e chiodi arrugginiti da fiondare verso i nemici in fuga. Sull'altro fronte i monaci armeni rispondono sfoderando i
nuovi ceri del 50 muniti di anima d'acciaio, incenso lacrimogeno e crocifissi di mogano da usare a mo' di sfollagente, ma soprattutto potranno contare quest'anno sulla nuova coalizione appena forgiata con i temibili ultras della chiesa etiope e i loro gemellati cugini copti. A questa mossa imprevista i greci sono stati costretti a replicare, sebbene controvoglia, con una alleanza temporanea con i loro antichi rivali della chiesa ortodossa siriaca, famigerate teste calde pronte a tutto e percio' fino ad ora da sempre rinnegati. In tutto questo casino la chiesa cattolica romana se ne sta su posizioni di assoluta neutralita', pronta ad avventarsi su cio' che verra' perso da chi uscira' con le ossa rotte da questa ennesima, inevitabile battaglia di Natale. Tanto e' l'odio che corre (e il sangue che scorre) tra le diverse comunita' cristiane che alla fine di ogni giornata le chiavi della porta dello stadio, pardon, della chiesa piu' sacra del mondo devono essere consegnate ad un custode imparziale ed il piu' possibile affidabile: un musulmano!
Come avrete capito sono arrivato a Gerusalemme, la citta' "tre volte santa", dove i veri problemi non sono pero' di certo quelli tra le diverse affiliazioni del cristianesimo presenti, bensi'
quelli che ormai da quasi cent'anni vedono contrapporsi la comunita' ebraica a quella musulmana riguardanti, tra l'altro, l'accesso a quello che per i primi e' il loro luogo piu' sacro, il Monte del Tempio, mentre per i secondi prende il nome di Cupola della Roccia ed e' considerato il loro terzo luogo piu' sacro al mondo solamento dopo le moschee di Mecca e Medina. Sfortunatamente per gli interessati stiamo parlando esattamente dello stesso luogo e la contesa non si puo' risolvere semplicemente a bastonate: fino ad oggi non sono state sufficienti tre guerre, innumerevoli scontri armati e migliaia di vittime da entrambe le parti per dirimere la questione.
Tel Aviv, a meno di un'ora di distanza, sembra proprio un altro pianeta: citta' giovane popolata da giovani, non ha un passato a crearle dei problemi e vive beata godendosi il presente con uno sguardo ben proiettato verso il futuro. Spiaggie, musica, locali notturni, sport e divertimento: sembra quasi che il lavoro sia solamente un piccolo inconveniente durante una lunga giornata di svago e relax. O forse era solo il fine settimana. E comunque, essendo una citta' di giovani, tolgo rapidamente il disturbo.....
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