La tentacolare Tehran


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Middle East » Iran » North » Tehran
July 21st 2007
Published: August 13th 2007
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La frontiera tra Turchia e Iran e' stata superata con molta facilita' e senza alcun minimo controllo dei bagagli alla ricerca di sostanze proibite, dannazione!
Giusto il tempo di cambiare le poche lire turche in Rials che mi ritrovo in mano due grandi mazzette da non ho ben capito quanto, ma che bastano a farmi sentire ricco ed onnipotente; probabilmente il cambio e' stato una fregatura, ma il venerdi' le banche sono chiuse e comunque chissenefrega: le mie tasche sono gonfie da scoppiare e non vedo l'ora di addentrarmi in questo nuovo paese!
Ci fermiamo a Maku, prima citta' dopo il confine, e realizziamo che e' troppo tardi per prendere l'autobus per Tabriz, ma non vogliamo assolutamente passare la notte in questo anonimo villaggio; gli unici mezzi in partenza sono diretti a Tehran e ci ritroviamo cosi' la mattina successiva catapultati in una metropoli immensa di 12 milioni di abitanti dove il traffico regna sovrano e la quantita' di gas di scarico che le vecchie Paykan riversano per le strade e' davvero intollerabile.
Ci accampiamo al Mashhad Hotel, pulito e poco costoso, situato magnificamente in centro ma nella zona dei negozi di accessori per auto: qui tutti vendono pezzi di ricambio, dai cilindri all'olio, dagli ammortizzatori ai copertoni, e trovare del semplice cibo si rivela un'impresa davvero complicata.
Il bazar e' vastissimo e si possono fare degli ottimi affari, soprattutto per le scarpe, ma scarseggiano le sale da the'e si corre costantemente il pericolo di essere travolti dai veloci carretti che trasportano le varie mercanzie.
La principale attivita' serale e' passeggiare nei numerosi parchi pubblici e percio' ci spingiamo fino all'estremita' Nord della citta', al parco Jamshidye', situato sulle colline, da cui si gode di una ampia veduta della Tehran di notte.
Fuori dalla citta' sorge il santuario dove riposa per sempre l'Ayatollah Khomeini: tutto e' di dimensioni gigantesche ed ancora incompiuto; la gente in visita e' poca, o forse troppo dispersa tra gli infiniti cortili e giardini; la principale attrazione per i bambini, e contemporaneamente macchinario infernale per i vecchi contadini, sembrano essere le lunghissime scale mobili che spesso portano al nulla.
Poco lontano sorge anche il cimitero dell guerra contro l'Irak: tante tombe e bandiere, qualche funerale, ma non vedo le fontane che dovrebbero zampillare acqua colorata di rosso a ricordo del tanto sangue versato .
Dopo 3 giorni di costante pratica, sono ormai in grado di affrontare il traffico infernale della citta': il segreto e' quello di buttarsi incuranti in mezzo alla strada, spesso a 6 o 8 corsie, e lasciare che le Paykan ti sfiorino a velocita' supersonica senza travolgerti.
Solo piu' tardi, lasciata la citta', sentiro' dire che Tehran e' la metropoli nel mondo che registra il maggior numero di morti dovuti ad incidenti stradali.....


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