Chhattisgarh e l'oro rosso dell'India


Advertisement
India's flag
Asia » India » Chattisgarh » Bastar
January 29th 2024
Published: May 13th 2024
Edit Blog Post

Dalla sempre piacevole Visakhapatnam sta diventando ormai sempre più di moda la deviazione verso la non lontana Araku Valley, situata tra le verdeggianti montagne dei Ghati orientali; qui si è recentemente affermato un ecoturismo di buon livello che attrae frotte di turisti indiani desiderosi di fresco e natura, per il momento ancora poco contaminata. Anche il caffè di Araku sta cercando di crearsi un nome e, oltre ad una modesta bottega sul lungomare di Visakhapatnam e ad un negozio a Bangalore, ha puntato decisamente in alto aprendo un elegante caffè in pieno centro di Parigi! La valle si può agevolmente raggiungere in treno, ma in pochi si saranno accorti che la linea ferroviaria in questione prosegue oltre, addentrandosi sempre più in valli montane ricoperte da fitte foreste primordiali abitate da popolazioni tribali che vivono isolate e dimenticate dal resto della società indiana. La ferrovia termina bruscamente quando raggiunge la sua destinazione finale, che rappresenta anche il principale motivo per cui è stata costruita: Kirandul e le immense miniere di ferro di Bailadila. E' notoriamente difficile accedere senza permesso a questo tipo di oscure "attrazioni turistiche" e non so nemmeno se nella piccola cittadina di Kirandul sia presente un qualunque genere di alloggio dove trascorrere la notte, ma siamo in India, per cui sicuramente tutto si risolverà per il meglio. Il treno n°18514 Visakhapatnam - Kirandul Express parte puntualmente ogni sera alle 21.20, raggiunge faticosamente i 920 metri sopra il livello del mare della valle di Araku poco dopo la mezzanotte e poi scorre dolcemente verso Ovest attraversando le selvagge foreste di Orissa e Chhattisgarh fino ad arrivare a destinazione alle 9.00 precise del mattino. Il centro città si trova adagiato in cima ad una collina, ma la lunga scarpinata in salita ci viene risparmiata da una pattuglia della polizia che ci guarda stupiti chiedendoci cosa diavolo ci facciamo da quelle parti, per poi caricarci e dichiararsi a nostra completa disposizione per un passaggio fino in città; scopriamo così che l'unico hotel in attività è al momento completo, ma alla vista della nostra scorta il proprietario riesce prontamente a liberare una camera degna degli ospiti stranieri: lenzuola non lavate da giorni, resti di cibo sul pavimento e bagno in condizioni pietose. Rinfrancati da questo primo successo, concentriamo ora i nostri sforzi nel trovare un modo per accedere, clandestinamente o anche legalmente, se possibile, alle miniere; il grosso problema è che esse si trovano proprio in cima alla montagna e l'unica strada d'accesso, controllata da una guardia, è percorsa solamente dai mezzi della compagnia che trasportano i lavoratori. Inutile tentare, non rimane che provare a chiedere un'autorizzazione. Ci rechiamo così poco speranzosi alla sede della NMDC (National Mineral Development Corporation), superiamo senza problemi il cancello d'ingresso e chiediamo informazioni al primo malcapitato, il quale ci presenta ad un volenteroso ingegnere che ci spiega che l'unica persona in grado di fornirci il lasciapassare sul posto sia il capo della miniera in persona, tal "Kochar sir", che però arriverà in sede solamnete tra qualche ora. Ci dichiariamo disposti ad attendere e lui, sorpreso ed anche un po deluso, ci conduce quindi alla mensa aziendale dove possiamo così passare il tempo d'attesa tra numerosi bicchieri di tè offerti dal personale, che scopriamo così arrivare da ogni angolo del paese. Quando finalmente veniamo condotti nell'ufficio del signor "Kochar Sir" ci troviamo di fronte ad un classico burocrate affondato nella sua poltrona di pelle dietro ad una grande scrivania vuota, e so per esperienza che l'arma migliore da utilizzare in questi casi è l'umiltà: sprovveduti turisti stranieri che si rimettono alla volontà di un potente signore che gode nell'avere tra le sue mani i nostri destini. Non veniamo così cacciati via malamente, e questo è già un successo, però lui si limita ad ascoltare svogliatamente le nostre motivazioni (sono giapponese, come i fondatori di questa miniera; da piccolo ero appassionato di geologia; l'India è il paese migliore al mondo...), ma poi comincia ad elencarci una serie di obiezioni, facendoci presente quanto sia un caso eccezionale la nostra presenza lì da quelle parti, di come la miniera sia di proprietà statale, e quindi sottoposta a rigide norme sulla sicurezza e di come la richiesta per l'autorizzazione debba comunque essere inviata a Delhi, e potrebbero passare giorni prima di una risposta. Evidentemente non si rilascia nessun tipo di permesso, ma il funzionario, forse addolcito dalla nostra melliflua deferenza, non trova il coraggio e le parole per congedarci e quindi, per non perdere ulteriore tempo, decidiamo di porre fine a questa farsa e rientriamo in città. Qui è possibile osservare da vicino ed intrufolarsi nell'impianto di carico, dove il minerale ferroso, che scende dalla montagna per via di lunghi nastri trasportatori, viene raccolto per essere poi caricato su camion o sui vagoni ferroviari diretti alle acciaierie di Visakhapatnam. Grosse montagne rosse di quelle che a prima vista sembrano pietre si innalzano davanti ai nostri occhi, ma provando a sollevarne una ci si accorge che esse pesano molto più di una normale roccia, essendo il minerale costituito quasi completamente da ferro puro; il tutto viene movimentato da gigantesche macchine infernali, in un paesaggio industriale perennemente rugginoso ma popolato da personaggi sempre cordiali e disponibili: gli autisti in attesa di caricare salutano sorridenti e si mettono in posa per una foto, ed un giovane addetto alla sicurezza ci carica sul suo pick-up e ci conduce all'interno del complesso per una breve visita guidata che ci ripaga del clamoroso fallimento della mattina negli uffici della NMDC....


Additional photos below
Photos: 24, Displayed: 24


Advertisement



Tot: 0.063s; Tpl: 0.014s; cc: 13; qc: 29; dbt: 0.0317s; 1; m:domysql w:travelblog (10.17.0.13); sld: 1; ; mem: 1.1mb