GIORNO 88: IL VOLO DEL CONDOR


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February 2nd 2009
Published: February 2nd 2009
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SULLA STRADA PER COROICO 1SULLA STRADA PER COROICO 1SULLA STRADA PER COROICO 1

Si lascia La Paz per lo Yungas

ECCO A VOI IL PERU'


Dove il prezzo della benzina e' in galloni, le bottiglie d'acqua da 3 litri (e 100 ml!) e le cannucce troppo corte per le bottiglie di Coca-Cola!!


Le radici sono importanti, nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove.


Pino Cacucci




E' lunedi', l'inizio di una nuova settimana e l'inizio di un nuovo trasferimento. E' arrivato finalmente il tempo di scendere un po' di quota: dopo piu' di tre settimane nelle quali non son mai sceso sotto i 2500 mt, e' arrivata l'ora di tornare ad altitudini piu' consone... e chissa' che cosi' non smettero' di sbuffare ogni dieci passi!

Ma prima ancora, ho un'altra cosa da fare e cosi', di buon mattino, mi incammino e vado alla ricerca del Centro Epidemiologico. Capisco che son arrivato quando vedo una fila chilometrica fuori da un palazzo: mi avevan avvertito di arrivare presto, ma son solo le nove e un quarto e la fila prosegue gia' oltre il cancello del cortile!! E che e'? E' scoppiata una epidemia??

Son qua per fare la vaccinazione contro la febbre gialla... come tutti gli altri del resto! E come tutti gli altri, la faccio qui piu' che altro perche' e' gratuita (solo per
SULLA STRADA PER COROICO 2SULLA STRADA PER COROICO 2SULLA STRADA PER COROICO 2

Dai 4600 mt de La Cumbre giu' fino ai 1500 e qualcosa di Coroico in poco piu' di 50 km
il certificato internazionale c'e' da pagare una piccola tassa)...

La fila scorre veloce, comunque. e ci impiego una buona ora e mezza prima di arrivare davanti al medico: siamo dentro l'ambulatorio in quattro (alla faccia della privacy!!), il medico mi chiede il braccio "izquierdo", io giustamente gli offro il mio sinistro, lui mi ripete "izquierdo", poi si accorge del suo errore (andiam bene!!) e mentre mi punge con la siringa mi dice "E questa e' per tutta la vita"... Che e'? Mi ha sposato???? O per caso mi ha iniettato un diamante?!?

Normalmente, dopo una qualunque vaccinazione, ci si dovrebbe riposare e verificare come risponde il proprio corpo... piu' o meno quello che faccio io: torno di fretta all'ostello, finisco di preparare il bagaglio, prendo un "colectivo", attraverso la citta' e arrivo nella zona di "Villa Fatima", da dove alle 14,30 son gia' su un altro "colectivo", pronto per affrontare la "strada piu' pericolosa del mondo". Alla faccia del riposo!!!

65 km attraverso lo "Yungas" per scendere di 3500 mt passando, soprattutto nel primo tratto (e fin quando le nuvole prima e la pioggia poi non ostruiran totalmente la visuale), vallate di uno splendore eccezionale, ricche di
COROICOCOROICOCOROICO

Vista di una vallata tipica della zona dello Yungas
vegetazione tropicale (finalmente) e di lunghe cascate formate dallo scioglimento delle nevi sulle cime delle montagne.

Ma con mio disappunto, mi accorgo ben presto che anche questo mito e' da sfatare: niente piu' stragi o morti lungo questo tragitto... la strada e' infatti nuova e, a parte qualche tratto, ben asfaltata e in buone condizioni... niente piu' "most dangerous road in the world", insomma... che e' successo?
Che, dopo tante morti (si parla addirittura di un centinaio in un solo incidente nel lontano 1983!), si son decisi a costruire una nuova strada, che a tratti incrocia il vecchio cammino (stretto e ghiaioso), ora relegato solo ed esclusivamente ad attrazione turistica per quanti se lo voglian discendere in mountain-bike (con, anche in questo caso, relativi incidenti... al riguardo ricordo il blog di un ragazzo, proprio su questo sito, che raccontava della sua caduta dovuta al suolo bagnato, e il tutto corredato di inquietanti foto dove mostrava con orgoglio un viso sanguinante e orribilmente tumefatto, con il caschetto tutto segnato e la bici scassata... contento lui!!).

Tre ore, durante le quali si scende di continuo... poi l'ultimo strappo non asfaltato di salita per raggiungere la piccola ma famosa Coroico!
COPACABANACOPACABANACOPACABANA

No, no... non sono arrivato in Messico.. son sul Lago Titicaca!

Sono a 1500 mt... mi sento quasi al mare!! La temperatura e' tutta un'altra cosa pero' l'afa e il calore mi fan sudare come un cavallo e arrampicarmi per questo paesino, abbarbicato sul fianco della montagna, mi costa la stessa fatica che se fossi a 4000 mt... non c'e' pace per me!!

Non c'e' molto da fare da queste parti, de resto il bello e' piu' che altro arrivarci, attraverso i suoi lussureggianti paesaggi. E cosi' girovaghero' per i suoi dintorni, senza meta, alla ricerca di qualche bel scorcio da fotografare... esiston delle cascate che sarebbe bello andare a vedere ma, senza guida, trovare il sentiero giusto e' impresa disperata...
Mi fermo qui un paio di giorni, giusto il tempo di respirare un po' di ossigeno (mi sebra quasi di assaporare il sapore di salsedine!!) e farne la scorta per tornare in quota.

Poi, il ritorno. Stessa strada, arrivo a La Paz, attraversamento della citta' in "colectivo" fino alla zona del "Cemeterio" (ma quant'e' facile viaggiare da queste parti!!) e da qui sull'ultimo bus disponibile per la mia prossima meta: si va verso il Lago Titicaca!

E Titicaca, qui in Bolivia, significa la sua cittadina piu' piacevole
LAGO TITICACALAGO TITICACALAGO TITICACA

Di giorno...
(e turistica)...
Quattro ore di bus, incluse di attraversamento del lago in traghetto e attraverso piacevoli paesaggi...
E' sera e son gia' a Copacabana!

Dicevamo del Lago Titicaca: il piu' alto lago navigabile al mondo (anche se per l'onor del vero eprobabilmente un altro record da sfatare...) e', comunque, con i suoi 204 km di lunghezza per 65 di larghezza massima, il piu' grande lago alpino del pianeta.
Diviso quasi equamente tra Peru' e Bolivia, e' un piccolo gioiellino (il primo specchio d'acqua in Bolivia dalle acque azzurre!! Giuro!! Fino adesso avevo visto solo fiumi di color marrone!! Che gli affluenti vengan dal Peru'??) a 3820 mt di altitudine.

Ma parliamo di Copacabana, questo piccolo centro sulle rive del lago.
Ha una "Catedral" nella piazza centrale (come tutte le altre citta' da queste parti, del resto) e due vie, che arrivano fino alla piccola spiaggia e al porticciolo, tappezzate di negozi di souvenir, ristoranti, pub e tutto cio' che serve da ricreazione al turista medio...
Manca di fascino, dal mio punto di vista... per fortuna che c'e' un piacevole mercato tradizionale che, seppure assediato da turisti, risulta abbastanza "reale".
Nota di merito: per la prima volta dall'inizio del
LAGO TITICACALAGO TITICACALAGO TITICACA

E di sera...
viaggio trovo a prezzi abbordabili (per il mio budget si intende..) una stanza con... bagno!! Lusso.

Il primo giorno mi arrampico sul Cerro Calvario, che sovrasta la baia e dal quale ammirare il lago nella sua immensita' (sembra quasi un mare!!).
Peccato che il tempo peggiori proprio quando il sole cominciava a calare: gia' pregustavo foto di tramonti mozzafiato, ma l'unica cosa che riesco a beccare e' una pioggia fine ma persistente... va be', mi salvo in corner con le foto di un incantevole arcobaleno (il terzo di questo mio viaggio).

Il giorno successivo, sveglia presto e via al porto: senza problemi trovo il passaggio su uno dei tanti traghetti che vanno verso la famosa Isla del Sol.
Questa collinosa e arida isola, la piu' grande del lago, e' particolarrmente famosa (e ancor piu' turisticizzata) per via della sua leggenda, che vede nascere qui la civilta' Inca.
Ad oggi ben poco (scusate, lasciatemi esser sarcastico: niente) rimanda a quelle epoche, se non qualche pietra sparsa qua e la e additata dalle loquaci guide come altari per sacrifici o resti di un tempio, a seconda dell'esigenza...
Si puo' attraversare l'isola, da nord a sud: tre ore di camminata, a
ARCOBALENOARCOBALENOARCOBALENO

Non saro' riuscito a fotografare il tramonto, dal Cerro Calvario, ma questo si'!!
tratti ripida, sotto il sole, con a ogni tot una specie di posto di blocco, presso il quale pagare un ticket di ingresso: per cosa? Ma per la sussistenza delle tre comunita' che vivon sull'isola! E tre comunita' bada ben vuol dire tre biglietti da pagare... quando si suol dire la commercializzazione!!
Alle quattro, si ritorna a Copacabana, non prima di fermarsi di nuovo davanti ai resti (!?) di un altro tempio: son ben pochi quelli che scendon (e io non tra quelli), anzi dalla barca giungon commenti ironici del tipo "Nel mio giardino ho pietre uguali", etc...

Il giorno successivo, e' un giorno importante: prendo un "colectivo" e dopo un venti minuti passati stipato come una gallina, arrivo alla frontiera.
Dogana boliviana: l'ufficiale, seduto alla scrivania, mi vede arrivare e mi chiede se sto entrando o uscendo. Gli rispondo che sto uscendo. Ah, ok: si alza, va dall'altra parte della stanza e si siede ad un'altra scrivania. Quando si suol dire l'efficienza!
Il timbro ce l'ho: passo l'arco che sancisce il confine e il 17 gennaio entro in

PERU'



vado diretto alla migrazione, un bel timbro che sancisce il diritto a rimanere su suolo peruviano per
ISLA DEL SOLISLA DEL SOLISLA DEL SOL

Vista del cammino che attraversa tutta l'isola.. quello che non si vede son i tipi che lungo la strada ti spillano i soldi - vedi "pedaggio"...
novanta giorni e poi via, verso il mio primo paesino da questo lato del lago!
Alle due del pomeriggio (o meglio, come mi ricordero' il giorno dopo, all'una, visto che c'e' un'ora di differenza tra un Paese e l'altro) son gia' sull'autobus, destinazione Puno!

Questa cittadona, la piu' importante sul lato peruviano, non offre molto al visitatore: dal punto di vista architettonico ha perso quasi tutto nel passato a causa di un devastante terremoto. Al giorno d'oggi mantiene un porticciolo con relativa baia melmosa, da cui parton le varie imbarcazioni per le isole vicine.
Ma mi fermo qui piu' che altro per entrare nei ritmi e nelle cadenze di questa nuova nazione sul mio cammino. C'e' tanto da imparare ogni volta che si passa una frontiera: cambia la moneta, gli usi, i mezzi di trasporto...
E qui pian piano inizio il mio adeguamento: fortunatamente non tanto cambia dalla Bolivia. Un po' piu' moderna, poco piu' cara, ma la sostanza e' quasi la stessa. Tanto meglio, sara' piu' facile viaggiare da queste parti... ma forse... si', forse comincio a pensare che sia fin troppo facile viaggiare in Sud America!!
Mi manca l'avventura, l'esoticita' che si respira ovunque in Asia... ma
PUNOPUNOPUNO

Il porticciolo... e la palude...
vedremo... il viaggio e' ancora lungo!
E cosi', dopo essermi sorbito un po' di pioggia, dopo un paio di giorni proseguo oltre.

Son le undici del mattino e salgo sul mio bus: son solo cinque ore, si passano le solite montagne e pian pianino si scende di nuovo di quota.
Son circa a 2300 mt, quando si arriva in quella che e' la seconda citta' piu' grande del Peru'.
Sono ad Arequipa!

Ennesima "Ciudad Blanca" sulla mia strada, ma questa volta non per i quintali di vernice usati a dipingerne i muri, ma per il materiale usato per costruire gli edifici: il "sillar", ossia un tufo vulcanico molto simile per porosita' al nostro travertino, ossia il "marmo dei poveri", tanto usato nell'antichita' dai Romani (vedi pure Colosseo).

Arequpa e' bella: o meglio, come sempre nel mondo, riguardo le grandi citta', il centro di Arequipa e' bello. La periferia sterminata e squallida, ma la zona centrale, preservata dall'Unesco (sto facendo ormai la collezione di Parimoni dell'Umanita'!!), e' archittetonicamente affascinante e piena di vita.
Il punto di massimo interesse sta nella sua piazza centrale, la Plaza de Armas, con la cattedrale, i suoi palazzi porticati e il bel giardino
AREQUIPAAREQUIPAAREQUIPA

La Plaza de Armas con la sua splendida Catedral sullo sfondo...
centrale con fontana in bronzo, schema classico dell'architettura coloniale spagnola.
Ma anche nei dintorni ci sono esempi interessanti e ben conservati di architettura dell'epoca, come il Complejo di San Francisco, il Monasterio de Santa Catelina (troppo caro pero'... 10 dollari per un monastero no... proprio no...) piu' altre chiese e monumenti.

Nei giorni qui ad Arequipa mi riposo, riordino le cose e le idee, preparo un "piano d'attacco" al Peru', e mi godo un po' il via vai indaffarato della gente, seduto su di una panchina della piazza principale con un buon libro o dalle vetrate di un ristorantino.
Un giorno, addirittura, faccio da tutor ad un gentile signore, che sta cercando di imparare l'Italiano da autodidatta, in modo da poter lavorare con i turisti. Mi fa tradurre un testo sulle vigogne, un paio di canzoni italiane (le solite, vecchie canzoni tanto famose all'estero e ridicolizzate da noi, tipo Ricchie Poveri, Pupo,...) e poi mi porta in giro ad illustrarmi le caratteristiche dei vari palazzi, un po' di storia, il tutto per far pratica. Dai, un tour organizzato della citta' a gratis!!

Ma quattro notti ad Arequipa son abbastanza: mi rimetto lo zaino in spalla, vado all'autostazione, prendo
AREQUIPAAREQUIPAAREQUIPA

Particolare della fontana della piazza, con il cima la statua dal singolare nome "Tuturutu"... occupata?!?
il mio bel bus e me ne vado in direzione della maggiore attrazione della zona: insieme al vicino "Cañon de Cotahuasi" (a soli 150 km, ma parecchio piu' difficile da raggiungere...) e' il piu' profondo canyon del mondo (chi da' il primato ad uno, chi all'altro, a seconda delle fonti...).
Fatto sta' che con i suoi 3000 metri e passa di profondita', il Cañon del Colca e' uno spettacolo impressionante...

Si comincia a vedere il Rio Colca, che scava per l'appunto l'omonimo canyon, dopo 3 ore di viaggio attraverso interminabili zig zag a salire su per le Ande (raggiungendo i 4900 mt e pure residui di neve) fino a ridiscendere precipitosamente verso Chivay (4000 abitanti), il capoluogo della regione.
Pausa tecnica e si va avanti, seguendo il letto del fiume che man mano che si prosegue si allontana sempre di piu', sprofondando nella vallata, fino quasi a scomparire per certi tratti.
Lasciata Chivay, anche la strada asfaltata scompare: ora il bus e' pieno di campesiños che tornano ai loro villaggi, sparsi lungo la strada, piu' qualche sporadico viaggiatore.
Sono altre 3 ore, le ultime delle quali passate ad ammirare paesaggi affascinanti.
Ci si allontana per un po' dal canyon,
CABANACONDECABANACONDECABANACONDE

La chiesa nella piazza principale... questo e' tutto quello che di architettonico questo villaggio ha da offrire...
si discende lungo una piccola valle e finalmente si arriva a destinazione.

Mille anime, una piazza sonnolenta con una chiesa decrepita... case basse in mattoni o pietra, con i tetti in lamiera: ecco a voi Cabanaconde!

Tipico villaggio rurale (e questa volta devo dire "reale", ossia non per uso e consumo del turista, che qui arriva sporadicamente, preferendo usare i servigi delle agenzie ad Arequipa, per visitare il canyon...), ha un fascino tutto suo: ritmi lenti, gente silenziosa seduta ai lati delle porte ad aspettare chissa' cosa... animali che scorrazzano per le sue vie, i tanti muli che ragliano, i cani che abbaiano.

E soprattutto il Cañon del Colca, ben visibile da un mirador al limitare del villaggio, ma ancora piu' impressionante ritornando con il bus sulla strada per Chivay e facendosi lasciare, dopo quattordici km, alla Cruz del Condor, un punto panoramico a picco sul canyon e chiamato cosi' in quanto da queste parti e' facile avvistare il re incontrastato di questi cieli: il condor per l'appunto!

E ne vedro' veramente tanti, addirittura dieci tutti insieme, durante la mia visita, godendomi, in tutta solitudine, la pace e la maestosita' di questa natura incontaminata, fino all'arrivo
CAÑON DEL COLCA CAÑON DEL COLCA CAÑON DEL COLCA

Panorama sul canyon...
del bus che, venendo dalla parte opposta, mi riporta in citta'.

Ma anche da qui e' tempo di muovermi e cosi', dopo tre notti e altre sei ore di bus, ritorno ad Aerquipa. Ma non mi fermo, solo il tempo di informarmi, rifocillarmi e comprare un altro passaggio: questa volta si torna a ridiscendere, si va verso il mare e la Panamericana.
Si viaggia di notte ma dopo qualche ora intravedo l'acqua: e' passato tanto tempo dall'ultima volta che avevo visto l'Oceano... mi ricordo bene, stavo andando a San Pedro de Atacama, in Cile, ed il paesaggio era desertico.
Anche qui la stessa scena: pietre e sabbia che arrivano a ridosso di una costa rocciosa... paesaggi affascinanti.

Ma si prosegue, si lascia nuovamente la costa e verso le dieci del mattino, in un caldo infernale al quale non son piu' abituato, arrivo nella famosa Nazca!

Si', famosa, e non certo per i suoi monumenti: sonnacchiosa cittadina sperduta nel deserto, deve la sua fama (e forse la sua esistenza) alle famose Linee di Nazca, sparse tutt'attorno in questa terra arida e inospitale.
Poco si sa delle origini di questo immenso insieme di figure e linee, perfettamente visibili solo
CAÑON DEL COLCA CAÑON DEL COLCA CAÑON DEL COLCA

Altra vista...
dal cielo tanto son grandi: si ipotizza appartengano alla civilta' Nazca e siano risalenti al periodo compreso tra il 300 e il 500 D.C.
Quello che tutt'ora ancora non si sa, e' il significato di queste linee... dato che esse son visibili solo dal cielo (ed ai tempi non c'eran molti modi per volare...), si dice addirittura che abbian origine extraterrestre...

Sara', io so solo che il volo di mezz'ora per visitarle e' troppo caro e cosi', nel mio breve soggiorno da queste parti, me ne vado giusto al mirador, a 25 km dalla citta', sulla Panamericana. Per scoprire che il mirador altro non e' che un'altana, in ferro arruginito, proprio come quelle delle caserme, alte 13 metri, al lato della strada, e dalla quale si possono ammirare tre figure (due e mezza diciamo...): Le Mani (o la Rana, a seconda dell'immaginazione...), l'Albero e vagamente la Lucertola, intelligentemente tagliata a meta' dalla Panamericana stessa (complimenti!).
Dieci minuti sull'altana, qualche foto, poi quando vedo sopraggiungere un bus dalla direzione giusta, scendo e torno in citta'... durata della mia visita alle Linee di Nazca: 50 minuti, dei quali 40 di viaggio!!!

Cose da fare, da queste parti, non ce ne
CONDORCONDORCONDOR

Avvistamenti sul Cañon del Colca
sono molte: ci sarebbe un macabro cimitero con mummie e scheletri, ma essendo lontano e raggiungibile solo in taxi, lascio perdere...

Due giorni ed e' tempo di affrontare un altro spostamento notturno: si va verso la capitale!
Si parte verso le dieci e mezza di sera: trasmettono pure un film (nonostante sia la compagnia piu' economica... e quanta differenza di comfort e di prezzo tra l'una e l'altra!!) e la nottata passa comoda, a parte un po' di caldo e il timore di arrivare troppo presto a destinazione, con relative problematiche a trovare alloggio etc,...
Ed infatti alle 5,30 siamo in citta': fuori e' ancora buio ed il bus parcheggia in una zona disastrata, chiusa da due immensi cancelli... non sembra proprio un terminal, ma qui ogni compagnia ha il proprio, quindi...
Vedo comunque che le persone non si affrettano a scendere (strano, di solito, gia' mezz'ora prima dell'arrivo, si vede la gente che comincia ad alzarsi, bramosa di scendere per prima!!). Domando all'assistente dell'autista e mi dice che si', siamo arrivati, ma che se voglio posso "descansare" sull'autobus fino alle sette/otto: non chiedevo di meglio!!!

Mi risveglio che son quasi le otto: recupero il mio zaino, mi
NAZCANAZCANAZCA

Vista dal mirador: questo e' "El árbol"
assesto, esco dal portone e via, mi butto per le strade di Lima!

E' la seconda citta' piu' grande finora incontrata sul mio cammino, questa megalopoli da sette milioni e mezzo di abitanti, descrittami in tanti modi, ma mai carini: sporca, abitata da "male" persone e pericolosa, caotica, inquinata...
Insomma, da starci attenti e da prendere in piccole dosi, fosse stato un medicinale...
Ma in questi giorni trascorsi qui a Lima, il fatto piu' pericoloso che mi potesse accadere era quello di prendermi il tetano facendo la doccia in ostello (bello, come una casa-museo, ma in fatto di pulizia...).

Per il resto ho visto una citta' con un bel centro, ben tenuto e curato, con la sua Plaza Mayor, il suo solito parco con fontana, la Catedral, il Palacio Presidencial e i palazzi intorno con emormi incantevoli balconi in legno, vanto della citta'.
E vedro' una popolazione in perenne movimento, in mille cose affaccendata, che rende il tutto si' piu' caotico, ma anche interessante: la solita cittadona sudamericana, insomma, con qualche bella architettura e con tanta energia vitale.

Ma il motivo principe per cui son venuto qui, cosi' di filato, trascurando per il momento rovine molto ben
LIMALIMALIMA

Plaza Mayor, con la Catedral e Palacio Arzobispal
conosciute, e' un altro....

Domani, all'alba, un incontro... arriva un ospite dalla Slovacchia... un ospite con il quale viaggero' per tre settimane...

E il viaggio si trasforma in vacanza... o in qualcos'altro...







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LIMALIMA
LIMA

Il Palacio Presidencial
LIMALIMA
LIMA

Iglesia de San Francisco


19th February 2009

Lambo torna in ITALIA. Berlusconi è MORTO ed ora che è finita la dittatura si vive davvero bene, si fa carriera perchè si è bravi e non ci sono più i raccomandati di un tempo ... LAMBO se vuoi ti raggiungo ...
27th March 2009

un salutino
ciao andrea come stai? non mi sono dimenticata di te sto guardando il tuo blog e devo dire che questo viaggio non ha nulla da invidiare all'altro complimenti.....continua cosi'....ti mando un bacio e a presto....cia ciao
2nd April 2009

un salutino
come sempre il posto e' bellissimo..... cate ciao ciao

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