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Published: March 30th 2023
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Prima o poi doveva accadere. Mai però avrei pensato che sarebbe successo proprio ora, dopo lunghi anni di onorata carriera "sulla strada". Cosa? Sono scappato! Sono scappato a gambe levate da una città perchè rischiavo letteralmente di farmela sotto. No, non sto parlando di uno di quei terribili attacchi di inferno intestinale che mi hanno puntualmente accompagnato durante i miei viaggi, ma di pura e semplice paura! Tutto è accaduto a San Paolo...
Per pigrizia (sveglia tarda) e sfortuna (maxi ingorgo autostradale), arriviamo in città che è ormai sera e decidiamo quindi saggiamente di utilizzare un taxi per spostarci dalla stazione degli autobus di Tiete, situata in periferia, al nostro hotel che, trattandosi probabilmente di uno dei più economici di tutto il continente, è situato poco lontano dalla stazione ferroviaria Luz, in pieno centro. Bene, tutti sanno che le grandi città del Brasile possono essere pericolose; il loro centro poi, di sera si svuota completamente quando tuttigli uffici ed i negozi chiudono, trasformandosi in una terra di nessuno regno di malviventi e furfanti vari. Pensavamo, pensavo, di essere preparato a tutto questo, ma quando il nostro autista si rivela infine il più preoccupato tra tutti noi, be', allora dovrei forse
cominciare a credere davvero alle storie che raccontano di mani mozzate per poter rubare più comodamente un orologio (che io opportunamente non indosso!); fatto sta che in strada di fronte a noi un gruppo di una ventina di persone, "drogati" li chiama il taxista, si sta prendendo a bastonate e lancia per aria bottiglie ed altri oggetti contundenti vari. Siamo così costretti ad una rapida deviazione ma il panorama non cambia di molto: uomini, animali e cose sono sparse al buio lungo i marciapiedi ed in mezzo alla strada, in un paesaggio crepuscolare che mi ricorda vagamente la New York degli anni '80 che non ho mai visto ma che ho sempre immaginato. Dietro consiglio del guidatore, dobbiamo nascondere dalla vista i nostri telefoni e preparare la carta di credito per effettuare un pagamento il più veloce possibile una volta giunti alla porta del nostro hotel perchè lui vuole filarsela il più presto possibile. Che stia esagerando? che sia tutta una messa in scena? La tensione però sale e fatto sta che quando ci chiede preoccupato se vogliamo veramente fermarci qui per la notte, i nostri sguardi si incrociano dubbiosi (terrorizzati?) e decidiamo infine di rimanere sul taxi e dirigerci
verso le più serene ed accoglienti aree a Nord della città.
Paura? Mancanza di sangue freddo? Oppure solamente istinto di sopravvivenza e la voglia di poter uscire per strada anche di sera a fare quattro passi indisturbati alla ricerca di un ristorante e di un bar senza correre il rischio di ritrovarsi la mattina dopo riversi in un canale di scolo con una grossa cicatrice al posto di un rene? Lo ammetto, mi vergogno di aver così facilmente rinunciato all'avventura (morte?) in cambio di un po' di tranquillità, ma che dire, sarà che col passare degli anni la saggezza si è accumulata nella mia anima e non mi permette più di compiere i tanto cari gesti istintivi ed azioni sconsiderate di una volta...
La mattina seguente, un sabato, ritorniamo in centro, nella piazza principale, e troviamo ad accoglierci solo pochi senzatetto ancora mezzo addormentati, qualche pattuglia della polizia e degli sparuti gruppetti di turisti. Tutto tranquillo, come sospettavo: quello di ieri è stato solamente un gesto di debolezza! La giornata trascorre poi spensierata tra l'area del mercato (occhio ai borseggiatori) e la zona di Liberdade, il grande "quartiere giapponese" di San Paolo; di sera rimaniamo nella relativa beatitudine
del nostro quartiere, Santana. Trascorro poi la domenica mattina lungo l'Avenida Paulista, chiusa al traffico con famiglie a spasso e suonatori di strada: tutto tranquillo, un'altra conferma del mio sbaglio. Decido allora di ritornare in centro, da solo, per cercare di cancellare l'onta della sera precedente e conquistare così anche il cuore della città; è però domenica, e tutto è chiuso: mi ritrovo così nella Piazza da Sè da solo, circondato da decine e decine di senzatetto intenti nelle loro faccende domestiche, e da dozzine di poliziotti in attesa di eventuali problemi. Passano per strada anche alcuni simpatici giovani drogati del posto ma per il resto non posso assolutamente dire di sentirmi a mio agio. Sono arrivato fino a qui in metro e, tempo un quarto d'ora, mi dirigo nuovamente giù per le sue scale in attesa di un treno che mi riporti verso zone più accoglienti di questa spaventosa megalopoli sudamericana. San Paolo 2 - Mercante 0. Disfatta totale.
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