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Published: November 12th 2006
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Zaini in spalla
All'arrivo alla stazione di Esfahan ESFAHAN
La “perla turistica” dell’Iran, tappa obbligata di qualunque tour nella terra di Persia.
Arriviamo di prima mattina e dopo una breve ricerca troviamo un alberghetto opportunamente e comodamente posizionato rispetto ai luoghi di principale interesse: l’Aria Hotel 😊!
Qui la situazione cambia in meglio, il centro della citta’ è delizioso, tutto estremamente pulito, curato, MOLTO piacevole.
La città è grande, circa 3 milioni di abitati; il suo centro è bagnato da un fiume orlato da decine di ponti, alcuni dei quali molto antichi e le numerose piazze, aiuole, moschee e parchi tutti incredibilmente curati fanno di Esfahan il posto ideale per qualunque tipo di turismo.
Komehini square è un’enorme piazza, fra le più grandi al mondo, con giardini perfetti e fontane, circondata da due moschee, l’Ali Ghapu’ palace e l’entrata principale del bazaar.
Giriamo tra le decine di negozietti di souvenir, tra tappeti, lampadari di rame lavorato a mano, oggetti finemente dipinti, ecc.
Prima di visitare una delle moschee ci fermiamo a pranzo in un ristorantino che ci lascia a bocca aperta.
Letti di legno con sopra tappeti e cuscini accolgono i clienti
La piazza centrale di Esfahan
Vista della moschea di Sheikh Lotfollah dal palzzo di Ali Ghapu che consumano invitanti piatti comodamente “sbragati” in posizioni bucoliche.
Pareti dipinte con motivi floreali, vetrate colorate, particolari di legno intarsiato, lampade in ottone traforato e una fontanella all’interno, che meraviglia!
Se dovessimo aprire un “posto”, che sia un ristorante o una guest house lo faremmo esattamente così.
Il cibo eccezionale ci costa una sciocchezza, sui 5 euro in totale.
Continuiamo il nostro giro turistico accompagnati da un tipo iraniano, che ci ha abbordati sulla strada, che si offre di spiegarci alcune cose e dandoci delle vere e proprie chicche circa l’architettura e la pittura delle maioliche che coprono le cupole e le porte delle moschee.
Da abilissimo venditore alla fine del pomeriggio finiamo nel suo negozio di tappeti, così…per farci un’idea.
Scopriamo meravigliose creazioni fatte da tribù nomadi iraniane, non si tratta solo di tappeti ma anche di oggetti fatti a mano e da loro usati, non per essere venduti.
Salutiamo il simpatico commerciante e torniamo in albergo a cambiarci e a riposarci un attimo prima di cena.
La sera le strade principali brulicano di gente, centinaia di insegne dei negozi illuminano le vie.
Il fantastico ristorantino
Alle spalle della moschea di Sheikh Lotfollah Consumiamo velocemente due zuppe di cereali ed un piatto vegetale in un lussuoso ristorante con la voglia di uscire a fare una passeggiata per ammirare Esfahan di notte.
Ci incamminiamo verso il fiume che attraversa la città e restiamo incantati la meraviglia dei ponti pedonali con i loro mille archi in pietra illuminati, per l’eleganza e la cura dei giardini che per km accompagnano le due sponde del fiume regalandoci una dolcissima passeggiata.
Prima di tornare in hotel decidiamo di fermarci in una tea-house, caratteristico posto dove bere del chay e fumare aromatici qualyan (narghilè).
Ne troviamo una deliziosa proprio sotto gli archi di uno dei ponti, con tavolini sistemati su una piattaforma in pietra sul fiume.
L’aria è perfetta per godersi all’aria aperta questa simpatica atmosfera, facendo due chiacchiere in tranquillità e socializzando con i vicini di tavolo.
La gente qui è incredibilmente carina.
L’accoglienza che ci viene riservata è commuovente, ovunque raccogliamo sorrisi, offerte di aiuto, curiose domande e un grande grande rispetto.
Veniamo quindi circondati da un gruppetto di ragazzi del tavolo accanto con i quali ci sforziamo di conversare a
La tea-house sul fiume
Sotto i portici del ponte Si-o-se' gesti, visto che noi non parliamo il farsi e loro non parlano inglese.
Ci chiedono dove siamo stati e dove stiamo andando, se siamo sposati, se abbiamo figli…rispondendo “non ancora” Ermanno azzarda un “domani - inshallah” (che non è altro che la traduzione del nostro modo di dire “se Dio vuole”) a quel punto luminosi sorrisi si allargano sui loro visi mettendoci un po’ in difficoltà con una domanda alla quale non sappiamo cosa è opportuno rispondere: “sunniti o sciiti????”…mmmmh…no! …noi…emmmh…no sunniti, noooo…”sciiti???”…eee…nnno…no sunniti, no sciiti…”no muslim??? No allah??”…vajelo a spiegà, a gesti poi!!!
La conversazione finisce con tanti cari saluti e con i migliori auguri per la vita.
Il giorno seguente decidiamo di andare a visitare il quartiere armeno.
Compriamo del pane appena sfornato, una scatoletta di tonno, del pomodoro fresco e ci prepariamo degli ottimi panini che consumiamo seduti sui gradini della piazzetta del centro del quartiere.
Le chiese che vogliamo visitare sono chiuse, dobbiamo aspettare un paio d’ore.
Perdendoci tra le viette dove le costruzioni sono tutte perfettamente rivestite di fango e paglia, troviamo un bar dove fanno il caffè espresso!!!
Ci mettiamo
le tende, quando ce ricapita un lusso del genere!!!
Facciamo amicizia con i tre ragazzi del tavolo accanto: Farzan, Nasdaran e “Doc” (IL NOSTRO PROF IRANIANO!!!), un amico che sta studiando per fare il dentista e che nella comitiva chiamano Doc. (abbreviazione di doctor)…la cosa ci fa un sacco ridere, anche se il prof è il prof e non si batte, che fantastico tutto ciò!!!
Veniamo letteralmente adottati da questi dolcissimi ragazzi e nei giorni successivi faremo le ore piccole con loro.
La prima sera ci portano a casa del Doc dove cuciniamo NOI sotto gli occhi stupiti e un po’ imbarazzati dei genitori.
Passiamo una piacevolissima serata conversando in italiano con lo zio che ha vissuto 5 anni a Genova, ascoltando Farzan che suona il suo Tamboor e mangiando una dignitosa pasta al sugo di peperoni (ideale prima di andare a dormire)!
Ci diamo appuntamento il giorno dopo per il tardo pomeriggio.
Giriamo come trottole per Esfahan camminando su e giù, andando a perderci nel bazar, passeggiando ancora lungo il fiume, facendo centinaia di foto e approfittando della tranquilla atmosfera che si respira in questa città.
Fra le strette stradine
una vista della moschea Emam La sera siamo a pezzi ma non siamo capaci di deludere l’entusiasmo dei nostri nuovi amici che ci sono venuti a prendere in macchina, dandoci tra l’altro una fantastica ed inaspettata notizia: oggi Farzan e Nasdaran si sono sposati!!!
Ci ritroviamo tutti al bar del giorno prima per festeggiare i due dolcissimi ragazzi che ci offrono un dolce e non ci permettono di pagare i nostri caffè.
Si chiacchiera di lavoro, di vita, di valori e politica e l’impressione è ancora una volta positiva.
Tutti ragazzi un SACCO carini; ci siamo commossi così tante volte che cercare anche solo sommariamente di descrivere i nostri sentimenti con le parole ci sembra aridamente riduttivo.
Con Ermanno discutiamo sulle loro frustrazioni e sui loro complessi che , in una società dove vengono fortemente controllati qualsiasi tipo di espressione del proprio essere, dove (facciamocelo a dire) vige un vero e proprio regime dittatoriale tra l’altro piuttosto bigotto, sono la normale conseguenza di una vita repressa.
Il loro bisogno di libertà è commuovente.
La loro rabbia totalmente comprensibile.
La loro paura ed il loro senso di impotenza lasciano spazio a
L'espresso...
...EVVIVA !!! dure regole che soffocano meravigliose personalità costrette a contenere immensa creatività, senso di libertà e voglia di vita.
C’è da dire che fra le tante meraviglie architettoniche, paesaggistiche, artigianali, la cosa più bella e più preziosa che abbiamo trovato in Iran è, senza alcuna ombra di dubbio, il grande, meraviglioso cuore dei suoi abitanti.
Gente che ha sofferto a lungo, sottoposta a grandi pressioni ma, come la brace sotto la cenere, conserva immenso ed inalterato calore, pronto a fuoriuscire appena prende un po’ di ossigeno…
Salutiamo Esfahan dopo aver fatto il secondo round di acquisti.
Sperando che tutto arrivi a destinazione sano e salvo… Ishallah !!!!
Mentre eravamo alla posta abbiamo ricevuto un ulteriore esempio del grande cuore di questa fantastica gente; una signora vedendo Alessia in piedi a centro dell’ufficio si avvicina e le regala un anello.
Chiedendo lumi al ragazzo che ci accompagnava ci ha spiegato, chiedendolo alla signora, che siccome Alessia le ricordava la moglie spagnola di suo figlio ha pensato che regalandole l’anello avrebbe così donato un pezzo del suo cuore anche al suo figlio lontano…
E fra mille auguri che la
I fantastici Farzan and Nasdaran
Auguri Amici e che la Vita vi sorrida!!! nostra vita possa essere luminosa ce ne andiamo da Esfahan.
Prossimo stop Yazd!
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pablito
non-member comment
sempre + lontani...
ciao ragazzi, vedo che tutto va alla grande e sono contento. noto anche che Ermanno sta dimagrendo, ma come fai con tutto quello che ti mangi ?? beato te cmq... io vi scrivo da Dallas Texas, dove sono arrivato ieri con un itinerario fco/malpensa/miami niente male.... e il tutto dopo essere toranto la sera prima da kiev.. insomma me stanno a fa` fa` i botti, speriamo serva a qlc... sono qui come rappresentante AZ della conferenza IATA degli slots, vabbe non entro nei dettagli.. augurandovi che il viagio prosegua cosi`, vi abbraccio forte e aspetto i vs. gifts, io da qui posso porta` solo due taniche di petrolio oppure due cheesburger!!!!