A Stalingrado non passano (e' un dato di fatto)


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Europe » Russia » South » Volgograd
December 12th 2017
Published: December 19th 2017
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"I soviet piu' l'elettricita' non fanno il comunismo, anche se e' un dato di fatto che a Stalingrado non passano", cosi' cantavano i CCCP negli anni '80 in quella che e' ormai diventata la colonna sonora di questo mio viaggio nelle terre dell'ex impero sovietico. Stalingrado oggi si chiama Volgograd ma ospita ancora uno dei pochi musei dedicati al baffone rimasti aperti fino ai nostri giorni. Qui si respira ancora aria di guerra anche se nessun conflitto e' ormai piu' alle porte: il sacrificio, la sofferenza e la vittoria vengono ricordate e celebrate per mantenere vivo lo spirito della grande guerra patriottica (la nostra seconda guerra mondiale) che proprio alle porte di questa citta' ha visto svolgersi la piu' grande battaglia nella storia dell'umanita', conclusasi con la prima grande sconfitta dell'armata nazista che ha segnato l'inizio della fine per i sogni di conquista del baffetto: qui, su di una collina che sovrasta il placido fiume Volga, lo sforzo sovrumano dei popoli che costituivano l'armata rossa ha dimostrato al mondo intero che l'inarrestabile esercito di Hitler non era piu' imbattibile. Quasi 2 milioni tra vittime e prigionieri, tra cui anche i quasi 100.000 soldati italiani che furono tristemente spediti fin da queste parti. Oggi la collina e' stata trasformata in un grande memoriale comprendente statue, un cimitero, la fiamma eterna in onore ai caduti, una chiesa ed una immensa statua raffigurante la Madre Patria che sembra scagliarsi in avanti e contemporaneamente voltarsi indietro a spronare il suo popolo verso la vittoria finale; e' la piu' grande statua di donna mai costruita al mondo, posta in cima ad una collina: l'effetto e' decisamente impressionante!

Sara' per tutta questa storia, e forse anche per il clima invernale particolarmente plumbeo, che Volgograd mi ha lasciato un'impressione tetra e pesante, ma dopotutto si tratta comunque di una grande, prospera ed inquinata citta' industriale, piena di operai che si fanno in quattro cercando di finire in tempo i lavori per la costruzione del nuovo stadio che ospitera' 4 o forse 5 partite dei mondiali di calcio del 2018 (per poi lasciare lo spazio in esclusiva alla squadra locale, il Rotor, scandalosamente all'ultimo posto della serie B russa...), gli stessi operai che durante la loro pausa pranzo si ritroveranno a fare la fila in mensa con il loro nemico arrivato ancora una volta dall'occidente, lottando gomito a gomito per accaparrarsi l'ultimo piatto di uno squisito fegato e cipolle rimasto in vetrina...


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