30 days on the Himalaya - day 1


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February 17th 2012
Published: February 17th 2012
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04/08/2011 Annapurna Trek Day 1

Ieri io e Rabi - la mia guida - abbiamo passato il pomeriggio a comprare l'equipaggiamento necessario per i prossimi 20 giorni di trekking. Infatti, Rabi mi conferma che per molti di quei 20 giorni non avremo accesso a telefoni (e anche il mio cellulare nepalese non avra' campo per piu' di una settimana), acqua calda, negozi di alcun tipo, ne' bancomat. Lo zaino deve essere il piu' leggero possibile visto che saro' mulo di me stesso, ma dal momento che nel trekking passeremo dalla giungla ai ghiacchiai, la varieta' di vestiti che mi devo portare dietro (per non parlare di barrette di cioccolato e altre "chicche" suggerite da Rabi) e' tale che i suoi 15 kg lo zaino alla fine li pesa proprio tutti..

Besi Sahar – 800 mt.

Partiamo da Kathmandu alle 6 del mattino. Usciamo dalla valle di Kathmandu e in macchina seguiamo la strada statale che ci porta verso le appendici dell'Himalaya da cui inizieremo il terkking.

Arrivati dopo 5 ore di macchina nel villaggio di Besi Sahar. Le strade sono molto rovinate, buche e smottamenti sono molto frequenti. Il traffico è pazzesco, nel senso che guidano come pazzi anche nei tornanti di montagna. Ogni tanto vediamo qualche camion rovesciato ai margini della strada. Le montagne e le valli sono molto belle, molto verdi, i torrenti pieni d’acqua e molto impetuosi visto che questa è la stagione delle piogge. Il villaggio è molto povero e isolato. Pranziamo in un ristorantino lungo la stradina principale.

<strong style="mso-bidi-font-weight: normal;">Bhulbule - 840 mt.

Da Besi Sahar prendiamo un pulmino per Bhulbule. La strada è pessima: praticamente un sentiero di trekking percorso in pulmino. Per fare 15/20 Km ci mettiamo 2 ore. Spesso restiamo fermi se arriva un altro pulmino nell’altro senso. Alla fine, costeggiando strapiombi su torrenti in piena e terrazze di riso impervie, arriviamo a Bhulbule, un piccolo villaggio di due case. Questo è il vero punto di partenza del trekking, e infatti molte delle due “case” del villaggio sono <em style="mso-bidi-font-style: normal;">guesthouse. Io e Rabi (la guida) siamo gli unici nella nostra. Il torrente scorre a poca distanza e il suo rumore è la colonna sonora di una giornata lenta: sono le 3,30 del pomeriggio e ovviamente qui non c’è niente da fare. Facciamo due passi su un ponte sospeso da tiranti di acciaio sopra il torrente, veramente impetuoso. Arriviamo a un piccolo <em style="mso-bidi-font-style: normal;">stupa, di fianco al quale c’è una fonte di acqua. Bambini giocano mentre un uomo in costume da bagno si lava nella vasca. Il tutto di fianco allo <em style="mso-bidi-font-style: normal;">stupa, quindi anche qui tutto e’ una commistione di sacro e profano. A cena mi mangio una gustosa zuppa di pollo con molto aglio (“buona come anti-infiammatorio delle ginocchia” , dice Rabi) e un piatto di momo, i ravioli tibetani. Tutto oggi e’ stato buono, lento, rilassante. Domani, sinceramente, penso che lo sara' di meno.

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