Voglio andare a vivere in campagna


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Asia » Laos » North » Luang Namtha
December 4th 2007
Published: December 10th 2007
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Tra Cina e Laos non esiste nessun tipo di confine fisico: foreste cedono il passo ad altre foreste, ma un forte cambiamento lo si avverte nella gente, i gentili e simpatici lao, il cui stile di vita e' decisamente piu' rilassato rispetto a quello dei loro vicini: il lavoro nei campi non e' mai frenetico, e' facile trovare uomini distesi all'ombra di un albero assorti in una profonda dormita; in citta' tutto si muove piano, dagli autobus, che aspettano pazientemente di riempirsi, ai negozianti, che si prendono il loro tempo prima di servirti ed in alcuni casi se ne scordano del tutto; uomini spensierati suonano la chitarra sull'uscio di casa, le donne, come sempre in Asia le piu' grandi lavoratrici, trovano sempre un attimo per ridere e scherzare; bambini seminudi giocano con i cani, polli ed anatre attraversano lentamente strade poco trafficate.
Alla frontiera, dopo aver cambiato gli yuan in kip, la moneta locale, mi ritrovo con una quantita' sproporzionata di banconote di piccolo taglio che saro' costretto a conservare in una grossa busta di plastica! Spendo i miei primi denari, 10.000kip, piu' o meno 70 centesimi, in un paio di salsicce piccanti e del riso glutinoso, tipico del Laos, che si presenta come un agglomerato di chicchi appiccicosi (non stracotti) da spezzettare e mangiare con le mani.
Louang Namtha mi accoglie sonnolenta, ma la gente si rivela subito cordiale, pronta al saluto e non ancora del tutto trasformata in professionisti del businnes del turismo; certo i turisti qui non mancano, e per noi sono pronti i soliti due o tre ritrovi standard in cui cercare compagnia e della birra ghiacciata, qui in particolare l'ottima Beerlao prodotta nella capitale.
Unica attivita' possibile oltre all'ozio e' quella di inforcare una bici, possibilmente presa a noleggio, ed aggirarsi per i dintorni osservando il paesaggio e la vita che scorre lenta e tranquilla: contadini alle prese con la semina dell'aglio, operai intenti alla costruzione di un nuovo ponte, bufali che si immergono pigramente nell'acqua melmosa, piantagioni di gomma naturale e foresta che scompare, sparuti villaggi abitati da oscure minoranze etniche (Mong, Black Thai, Lantan, Thai Lue, Kamu...) con i loro tradizionali abiti e nuove scintillanti motociclette di produzione coreana, e poi i monasteri, con giovani monaci seminudi assorti in una coinvolgente partita a pallavolo con i piedi.
La vita di campagna, dopo le grandi citta' cinesi, si rivela appagante e riposante, ma per non fossilizzarmi da queste parti decido di cercare forti emozioni con una discesa in nave lungo il mitico fiume Mekong, protagonista di tanti film, e per questo mi dirigo a Sud: prima tappa ad Oudomxai, solo per una notte, e poi Muang Pakbeng, anonimo porto da cui cerchero' di imbarcarmi al piu' presto per una navigazione che spero si rivelera' dal sapore esotico ed avventuroso.


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