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Published: October 17th 2007
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Il mercante fa il suo ingresso in Cina attraverso la porta del passo Khunjerab, a piu' di 4600 metri d'altezza, e muove i suoi primi passi (comodamente seduto su un bus della Natco) percorrendo l'arido altopiano del Pamir, racchiuso ai suoi lati da ondulate montagne ed abitato esclusivamente da pastori tajiki dediti all'allevamento di yak, cavalli e cammelli.Superata la poco attraente citta' di Tashkurgan, la Karakoram Highway costeggia l'incantevole lago Karakul, sovrastato dalle vette dei monti Muztag-ata (7540m.) e Kongur (7719m.), da cui discendono numerose lingue di ghiaccio quasi a lambire le rive del lago. Qui gli insediamenti sono kyrgysi e, grazie allo spettacolare scenario, si e' sviluppata una piccola industria turistica che propone cavalcate a dorso di cammello, cavallo o moto e notti passate in comode e calde yurte per difendersi da un clima particolarmente gelido.Ed eccomi finalmente a Kashgar, importante oasi sull'antica via della seta per piu' di 2000 anni, ed in tempi piu' recenti principale centro della resistenza uighura al potere centrale di Pechino; questa minoranza, che qui ed in poche altre citta' dello Xinjang rappresenta la maggioranza degli abitanti, parla infatti una lingua di ceppo turco ed usa l'alfabeto arabo al posto di quello cinese, e, fatto
piu' importante, e' di religione musulmana: l'atmosfera per le vie della citta' e' decisamente centroasiatica con moschee, kebab, barbe lunghe e grandi bazar, ma questo piccolo mondo e' da sempre in pericolo e anno dopo anno pezzi di citta' antica scompaiono per lasciare spazio ad alti palazzoni e larghi viali alberati.Arrivo in tempo per il famoso mercato degli animali che si tiene ogni domenica: appena fuori dalla citta', in un grande spiazzo recintato, centinaia di animali vengono portati dalle campagne circostanti per essere venduti, comprati ed in alcuni casi macellati e cucinati sul posto nei numerosi ristorantini; abbondano le pecore, con i loro grassi e gonfi culi tipici della razza locale, da cui si ottiene dell'ottimo grasso da arrostire, e poi vacche, cammelli, asini, yak, capre, cavalli e differenti tipologie umane.A causa della pioggia ci si muove in mezzo ad un mare di fango e liquami in cui uomini ed animali camminano, corrono, scivolano e cadono ripetutamente; tutto si colora di marrone e si impregna di uno spiacevole odore di letame, ed una volta tornati in citta' e' facile riconoscersi tra la folla intenta nello shopping domenicale in centro....Arrivando dal Pakistan qui tutto e' un lusso per le mie abitudini:
l'hotel e' grande, pulito ed ultracomodo, il cibo e' vario e saporito, si trovano birra e vino ovunque, il clima e' ancora semi-estivo e finalmente si vedono donne per le vie della citta', nei negozi, a bordo di scooter, insomma ovunque! Facile prevedere che rimarro' a lungo qui a Kashgar, per un periodo di riposo e di preparazione agli usi e costumi che mi attenderanno quando mi addentrero' nella Cina vera e propria.Per il momento rimango comunque nel clima islamico dell'Asia centrale, passando le giornate a perdermi per gli stretti vicoli della citta' vecchia costruita in fango e paglia, visitando i pochi monumenti rimasti testimoni di un ricco passato ed assaporando quella che viene definita una tra le migliori cucine del continente, mix unico tra occidente ed oriente.Capita a proposito la fine del ramadan, festeggiata nella moschea di Id Kah e nella sua piazza, gremita da migliaia di uighuri che, dopo la preghiera del mattino, passano qui la giornata danzando e mangiando, cercando di recuperare il tempo perduto nel mese passato.Il fulcro della citta' moderna e' invece la piazza del popolo, dominata dalla mastodontica statua del vecchio leader Mao; fredda e spoglia, non e' questo il vero centro della citta',
che ancora ama ritrovarsi seduta di fronte alla moschea e nel suo grande bazar, simboli di un'identita' che lotta strenuamente tentando di resistere all'avanzata senza sosta del comunismo capitalista della Cina moderna.
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