Qui è una Cambogia!!!


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Cambodia's flag
Asia » Cambodia
April 1st 2007
Published: August 6th 2007
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All'alba nel complesso di Angkor Thom







SIEM REAP


Atterriamo nel pomeriggio e ci accodiamo alla lunga fila di passegeri che come noi devono fare il visto di ingresso all’aeroporto non avendo avuto modo di richiederlo in precedenza all’ambasciata.


Tutto è in Dollari Americani qui.


Anche prelevando i soldi dalle postazioni ATM fuoriscono fruscianti biglietti verdi della Bank of America il che, senza bisogno di commenti ulteriori, la dice mooooolto lunga!!!!


Montiamo sul retro di due scooter e ci facciamo accompagnare alla guest house dove Ermanno era stato durante la sua precedente visita.


Arrivati alla guest house però vediamo che qualcosa non quadra; l’edificio è sempre lì ma non è più una guest house bensì è una casa privata parte della quale viene destinata all’affitto a lungo termine.


Comunque hanno delle stanze libere e per un prezzo più che ragionevole di 5 USD abbiamo la nostra fantastica stanza con tutti i confort (forse una delle migliori dall’inizio del viaggio)!!!


L’impatto del turismo di massa sulla piccola e (una volta) sonnolenta cittadina è evidente.


OVUNQUE sorgono nuovi mega-alberghi e strutture ricettive; solo nell’ultimo anno la capacità
Posa eroicaPosa eroicaPosa eroica

Sotto una delle enigmatiche faccie del complesso di Angkor Thom
ricettiva è aumentata di 20.000 posti letto!!!
Volti del mondo e del tempo
...ma il naso non dovrebbe essere schiacciato???


Nella cittadina fioriscono gallerie d’arte, lounge bar, disco club e varie altre amenità che il package tourism “esige” dal tessuto urbano della nuova località da colonizzare...




L’enorme esercito di storpi, mutilati, senzatetto, orfani ed altri componenti della parte più sfortunata della comunità umana si ammassano a centinaia intorno ai luoghi frequentati dai turisti; molti dei mutilati sono il risultato, o “l’effetto collaterale” come qualcuno ama definire situazioni del genere, delle centinaia di migliaia di mine disseminate (tuttoggi) sul territorio della Cambogia dagli Americani durante la loro guerra del Vietnam per cercare di spezzare i rifornimenti alle truppe dei viet-cong lungo il famoso sentiero di Ho-Chi-Min appunto in territorio cambogiano e quindi dai Khmer Rossi durante e successivamente al periodo in cui, con Pol Pot al timone, avevano preso le redini del Paese.


Quante grandi sofferenze ha conosciuto questo piccolo Paese...


E quanta grandezza ha vissuto nel passato!


I templi del complesso di Angkor stanno lì muti ma pieni di messaggi, per chi ha orecchie e occhi per coglierli,
BassorilieviBassorilieviBassorilievi

Nel passaggio della Terrace of the Leper King
a testimoniarlo.


Decidiamo di fare il pass di ingresso per tre giorni; un giorno è decismente troppo poco
e questo è solo l'inizio...
ma che droghe se prendevano questi?!anche solo per farsi un’idea, vista la vastità dell’area, mentre il pass di una settimana è riservato ai veri amanti...


Il primo giorno, raccogliendo i suggerimenti di varie persone negli anni, decidiamo di entrare nell’area archeologica prima dell’alba per poter così apprezzare il quotidiano miracolo del Sole che sorge e diffonde lentamente la sua luce e la sua energia sull’enigmantiche facce del complesso di Angkor Thom.


Condividiamo l’emozione con poche altre persone nel silenzio mentre la luce crescente spazza lentamente via la bruma che avvolge piante e pietre scolpite.


Si leggono tante cose sul fascino del complesso archelogico di Angkor ma niente riuscirà mai fino in fondo a trasferire la bellezza, la grandezza, la raffinatezza di questo luogo.


Un’energia divina sembra essersi impossessata degli abitanti del luogo, dei suoi archittetti, dei suoi manovali, dei suoi scultori; solo così si spiega l’imponenza e l’armonia del risultato finale oggi solo in parte davanti ai nostri occhi.

E non sono solo i luoghi più
Il meraviglioso Angkor WatIl meraviglioso Angkor WatIl meraviglioso Angkor Wat

Ed il suo riflesso
visitati come Angkor Wat, Elephant Terrace, Ta Phrom, Banteay Srei a colpire nel profondo per la loro incredibile bellezza anche perchè sono anche i più affollati da migliaia di turisti
Benvenuti ad Angkor Wat
altro che San Pietro!!!che brulicano come formiche con telecamere e macchinette fotografiche al posto di tenaglie e zampine.


Sono soprattutto le decine di edifici “minori” che nel silenzio e nei loro chiaroscuri permettono all’immaginazione di andare più veloce e di immaginare scene di vita fra le roccie e di creare l’illusione di “sentire” quell’energia che popola questo luogo, di sentirsene parte; almeno per un pò, almeno nei nostri cuori...


Vero è comunque che l’armonia delle forme e delle sculture di Banteay Srei è veramente magica; rimaniamo sul posto quasi tre ore, incapaci di muoverci oltre, di abbandonare la vista di questo capolavoro del genere umano.


Il primo dei tre giorni giriamo l’area archeologica sul retro delle selle di due scooter guidati dalle (diciamo) guide mentre per i successivi due giorni scegliamo il rickshaw (o tuk-tuk) comodamente seduti sull’ampio sedile posteriore e coperti all’ombra sotto la tettoia; decisamente più comodo.


A dire il vero per un giorno avevamo pensato
Strada in rifacimentoStrada in rifacimentoStrada in rifacimento

Con operaie che portano le pietre ad una ad una
di andarcene in giro in bici ma come accaduto spesso di recente il ginocchio di Ermanno ha ripreso a dolere dopo i vari saliscendi lungo i templi e allora abbiamo deciso che non fosse il caso di
Operaie al lavoro
via...si rifa' la strada!sottoporre il fisico del caro vecchietto ad ulteriori sforzi ?


Ci accarezza per un pò l’idea di aprire una guest house all’interno dell’area archeologica dei templi cosa che curiosamente non ha ancora fatto nessuno; prendiamo alcune informazioni e le riponiamo ordinate nell’affollato cassetto dei progetti di un domani che forse un giorno arriverà o che forse non sarà mai...


E passano così i giorni a Siem Reap; di giorno a visitare rovine e di sera, dopo una lauta doccia, a passeggiare per le vie della cittadina fino a scegliere il ristorantino dove rimpinzare le nostre pancie!


E’ ora di muoverci oltre e salutiamo il posto con un arrivederci e non con un addio.


PHNOM PHEN

Sono cinque le ore di autobus che separano Siem Reap dalla capitale; il notevole miglioramento della rete stradale in questo tratto rende decisamente più conveniente (sotto il profilo economico) utilizzare il trasporto su
Banteay SreiBanteay SreiBanteay Srei

Particolare di un portale
ruote rispetto al traghetto che solca le acque del grande lago Tonle Sap.


Confrontando le immagini che scorrono davanti ai nostri occhi oggi rispetto a quelle viste (da Ermanno) cinque anni fa non si può non notare che anche qui lo
Particolare di uno dei portali
LSD o Oppio???...acido acido!!!sviluppo (economico) sta facendo veloci passi in avanti.


Lo si vede dall’aumento di automezzi in circolazione, di cartelloni pubblicitari e di centri commerciali nonchè, in positivo, dalla dimunizione della sporcizia nelle strade.


Chiaro che il tessuto sociale in Cambogia e quello di una popolazione che vive per la maggior parte con mezzi di sussistenza ma si stanno facendo lenti passi avanti.


La capitale cambogiana è anche il luogo del mondo con la maggior concentrazione di organizzazioni non governative e uffici delle nazioni Unite ed aggregati vari; un polipo tentacolare che succhia avido i fondi internazionali per lo sviluppo sperperandolo in mazzette, inciuci, grandi ville, immensi fuoristrada bianchi che si fregiano di loghi importanti, luccicanti ristorantini e prostituzione (grandemente diffusa) per non parlare poi della pedofilia e del turismo pedofilo dramma del quale la Cambogia detiene l’amaro record mondiale.


Tanto di cui
Come é bello andar...Come é bello andar...Come é bello andar...

...sulla carrozzellaaaaaaaaaaa
rattristarsi insomma e, come al solito, qualcosa con cui guardare al futuro con occhi pieni di buone speranze.


Prendiamo alloggio in una delle tante e deliziose guest house sul lago dove incontriamo delle persone simpatiche fra cui Carlos detto (da Ale) Giacobbe un ragazzo spagnolo ma residente a Torino
Io guardo il mondo da rickshaw
e NON mi annoio un pò...e Pietro detto Isacco che lavora come cuoco a Madonna di Campiglio (figlio di calabresi emigrati in Trentino) con cui dividiamo un’esperienza che ci rimarrà a lungo nel cuore.


Abbiamo infatti passato con loro un paio di giorni all’interno di un piccolo orfanotrofio in cui vivono 19 ragazzi di età compresa fra i 6 ed i 14 anni.


Abbiamo cercato di fare del nostro meglio offrendo abbracci a tutti ed organizzando giochi di gruppo (ruba bandiera) in grado di coinvolgerli tutti o semplicemente rotolandosi con loro o facendoli dondolare per aria...


Con il gestore dell’orfanotrofio abbiamo cercato di racimolare un minimo di fondi per comprare dei blocchi di carta, delle infradito e delle bacinelle per ognuno di loro per potersi lavare i panni sporchi; abbiamo anche raccolto alcuni dei nostri quattro stracci (è il caso di dirlo) per permettere loro o di usarli oppure di venderli al fiorente mercato del’usato e riconvertire quel poco ricavato in qualcosa di utile.


E’ un’esperienza che consigliamo a chiunque di fare per un periodo o almeno per qualche giorno della propria vita.


E nonostante quello che si è in grado di dare ci si
Evviva!!!
rende conto, quando si lascia il posto, che è nulla in confronto a quanto si è ricevuto.


In più ci si interroga su quanto bene effettivamente si faccia nel dare dei barlumi di felicità, portando i nostri sorrisi a queste ancora brevi ma gia’ tristi piccole (e preziose) Vite, per poi andarsene e lasciare forse delle ferite create da nuovi abbandoni; ma forse dare brevi sprazzi di luce è comunque meglio di una costante oscurità. Forse...


Si decide anche di andare a visitare due luoghi che più di ogni altro danno “il polso” dell’orrore che si è consumato in questo paese negli anni della dittatura di Pol Pot che si è conclusa meno di 30 anni fa lasciando una scia di morte (si calcola che ci siano stati circa 2 milioni di morti
Pistakkia mentre mangia un ragnoPistakkia mentre mangia un ragnoPistakkia mentre mangia un ragno

... no dai fa solo finta!!!!
su una popolazione che supera di poco gli 8 milioni...) di traumi, di smarrimento e di povertà: ossia la prigione di Tuol Sleng e i campi di concetramento e di sterminio di Choeung Ek.


La prigione di Tuol Sleng, un ex-scuola visitata da Alessia (perchè Ermanno conserva ancora i suoi tristi ricordi dalla visita di 5 anni fa), era il luogo
Gnam, gnam
Che fantastico spuntino! Zamputo ma saporito!!! Peccato per l'aglio...dove avveniva la prima detenzione dei sospetti oppositori al regime e soprattutto dove venivano praticate torture e le più efferrate violenze fisiche e psicologiche.


Scorrendo i volti e i registri di chi ha avuto la disgrazia di passare in questi tetri locali si nota che nessuno è stato risparmiato: vecchi, donne, bambini; un’atrocità “democratica” quindi...


Non si riescono a trovare parole da scrivere per dare un’idea del senso di oppressione che si sente durante la visita del centro di detenzione così come non si riescono a trovare parole da pronunciare una volta fuori da quel recinto di mura e di sofferenze.


Non meno scioccante poi è la visita al campo di concentramento di Choeung Ek subito fuori città noto per il raccapriciante monumento commemorativo all’ingresso ossia una torre in vetro all’interno del quale sono stati raggruppati i teschi delle vittime ritrovate nelle fosse comuni del campo.


La vista della ridente campagna e la dolce tranquillità del posto stridono con le sofferenze di cui è intriso il terreno; mentre giriamo all’interno del campo di Choeung Ek realizziamo dove stiamo camminando: su ossa umane e terra poggiano i nostri piedi!


In questo
Rubabandiera all'orfanotrofio di Phnom Phen
Si chiamava il numeroooooooooo "2"!!!luogo, scelto a simbolo fra i tanti campi che costellavono il paese durante il regime, hanno trovato morte migliaia di persone, tra le quali molti bambini atrocemente uccisi, private della loro identità perfino nella sepoltura.


Quel che più lascia stupiti è come gente appartente ad un popolo così mite che non manca mai di sfoggiare un sorriso se pur nella disperazione, si sia potuta macchiare di crimini così gravi e soprattutto perpretati in quegli anni con così tanta ferocia.


Forse la ragione è da ricercarsi nella semplicità dell’uomo debole ad abbracciare la follia di una minoranza fino a farla diventare parte di una maggioranza, di una comunità come è accaduto con il fascismo o con il Nazismo in Italia per citare esempi a noi vicini, sperando che il passare degli anni non coincida con l’oblio di quegli errori e quegli orrori.


Perchè possano non accadere più...!


Lunghe passeggiate a piedi ci permettono di vedere con calma il centro di Phnom Phen e di familiarizzare con la dolce gente del posto.


I giorni, quando sono pieni di emozioni, passano in fretta.


Lasciamo Phnom Phen quindi per dirigerci sulla costa
Che dolcezza!!!
e che nutrimento per il cuore...occidentale del paese e più precisamente a

SIHANOUKVILLE


Arriviamo nel pomeriggio cercando di trovare una guest house il più possibile vicino alla spiaggia di Serendipity senza però voler spendere troppo; questi giorni passati sono stati abbastanza onerosi rispetto ai nostri standard dei passati mesi...


Troviamo subito un decorosissimo posticino a ridosso della strada che segue il profilo del bagnasciuga proprio al di qua della striscia d’asfalto rispetto alla spiaggia; tutto sommato, niente male...


La sorpresa arriva quando raggiungiamo la spiaggia; infatti Ermanno era stato qui 5 anni fa e diceva che avremmo trovato un paio di chioschetti su un lato della lunga spiaggia e
Sempre piu' sudatiSempre piu' sudatiSempre piu' sudati

E contenti di poter dispensare alcuni minuti di gioia
poi null’altro se non palme e magari un pò de monnezza... ?


E invece per circa quattrocento metri, in pratica lungo la quasi totalità della spiaggia, sono sorti decine di chioschi/ristoranti con i loro lettini, ombrelloni e quant’altro.


La monnezza è chiaramente rimasta anzi diremmo che è forse aumentata...


E’ incredibile lo sviluppo turistico che ha avuto questa località, fortemente voluto dalle autorità per offrire ai sempre più numerosi turisti che visitano i templi di Angkor anche un soggiorno sulla spiaggia per completare
Ancora giochi all'orfanotrofio
quando uno c'ha il fisico...così il “pacchetto vacanza” ed evitare che essi vadano a spendere i loro soldi in Thailandia...


Sulla spiaggia si trovano tutte le comodità e gli obbrobbri tipici delle località che si lanciano al turismo di massa: quindi deliziosi ristorantini, musica, appunto immondizia, cocktail, succulenti snack, mutilati e orfani che chiedono elemosina, lettini e ombrelloni, prostituzione, tour organizzati, negozietti di cianfrusaglie, vendita di droghe e molto altro di più...


Spendiamo qui un paio di giorni pronti per ripartire alla volta di Bangkok dove nei prossimi giorni dovremo incontrare due persone (Phil l’amico inglese di Ermanno e Michel il nostro amico olandese con cui abbiamo condiviso alcune tappe del nostro viaggio via terra fino in India) e concludere gli ultimi acquisti per il nostro nuovo negozietto che (forse) vedrà luce per Maggio.


Ma la Cambogia non ha finito di mostrarci le sue dolcezze.


Ci vogliono infatti quasi cinque ore per percorrere i pochi chilometri (200? Forse un pò di meno, forse un pò di più...) che ci separano dal confine con la Thailandia.


La ragione di tutto questo tempo è il fatto che la strada che unirà la Thailandia alla Cambogia lungo
La nostra guest house a Phnom Phen
Sulle rive del lago... not bad!!!la costa è in costruzione e l’intera area è attraversata da numerosi fiumi o da bracci di mare che si allungano nell’entroterra richiedendo quindi la costruzione di numerosi ponti le cui centinaia di piloni di cemento armato svettano massicci (e un pò inquietanti) lungo il percorso attorno ai quali brulicano migliaia di operai e macchinari.


Nel frattempo quindi l’attraversamento delle rive avviene caricando i mezzi su delle chiatte che traversano gli specchi d’acqua da una sponda all’altra.


Lunghe file di mezzi si creano sui due lati ma la sosta viene allietata da uno delle numerose bancarelle di ristoro fatte “ad hoc” per servire i viaggiatori.


Ci si sdraia su una delle numerose amache e sorseggiando un succo o sgranocchiando un frutto si fanno passare i minuti con lentezza e con dolcezza con gli occhi semichiusi per il riflesso scintillante del Sole sull’acqua.


Una delizia...


Dopo l’ennesimo ponte eccoci alla sbarra che segna il confine fra la Cambogia e la Thailandia.


Era un bel pò che non ci accingevamo a passare un confine a piedi, per la precisione dal confine fra Pakistan e India all’inizio di Dicembre quindi ormai
Tramonto a Sihanoukville
Sulla spiaggia di Serendepityquattro mesi fa; c’è da dire che passare un confine a piedi E’ viaggiare anzi Viaggiare con la “V” maiuscola.


Volare sui confini è un pò, per fare un parallelo, mangiare cibo precotto; quando non c’è altro di meglio lo mangi perchè ti fa comunque sopravvivere ma quando puoi evitarlo e mangiare del cibo fresco... è molto meglio!!!

Sui cartelli cambiano i caratteri, si inverte il senso di marcia dei veicoli, cambia la valuta con cui si pagano le merci, cambiano le targhe,
Crossing the riverCrossing the riverCrossing the river

Sulla strada verso il confine con la Thailandia
i negozi e le loro merci e cambiano anche i tratti somatici: dall’altro lato i Thai e di qua i Khmer.


Un altro paese sulla nostra via, l’ultimo (e forse il meno “esotico”) prima di tornare in Italia.


Basta pensare al dopo!


Adesso è l’ora di assaporare il momento in cui quest’altra sbarra si alzerà per lasciarci passare, aprendoci le porte di nuovi sapori e nuove emozioni da vivere con il cuore aperto e gli occhi semi-chiusi...si, perché questo sogno oggi è realtà e noi vogliamo viverla intensamente in ogni suo meraviglioso secondo, non è ancora finita….!!!!



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Passando il confinePassando il confine
Passando il confine

Gioia della quale non ci stanchiamo mai...


17th October 2009

grazie
a chi ama Cambogia... mi sento piu khmer che italiano, gia un abbraccio mauro

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