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Published: April 5th 2020
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Difficile viaggiare in Africa Occidentale. Quasi ogni stato richiede un visto d'ingresso che puo' venire a costare dai 15 ai 100 euro, la cronica assenza di dormitori e camere singole costringe spesso a spendere anche 20 euro per una sola notte; aggiungiamoci l'instabilita' politica, il caldo soffocante, i mezzi di trasporto caotici: facile capire il perche' della pressoche' totale assenza di turisti da queste parti, fatta eccezione per i pochi, rari casi di incoscienti, spavaldi, noncuranti, chiamateli come vi pare. E' percio' difficile incontrarsi lungo la strada ma quando cio' accade risulta poi naturale unire le forze e provare a sfruttare tutti i benefici che se ne possono trarre. Innanzitutto la condivisione del costo di una camera ma anche la maggiore rapidita' nel riempire un taxi collettivo, la conoscenza di un maggior numero di lingue autoctone e anche solo, almeno per una volta, avere una spalla nei momenti di bisogno, come ad esempio quando si deve affrontare un poliziotto corrotto in cerca di soldi o piu' semplicemente quando si deve correre urgentemente al cesso e non si ha nessuno a cui poter affidare lo zaino. Ed ecco il perche' della mia inattesa deviazione in Sierra Leone: gli 80 dollari scuciti per
un esoso ma comodo visto alla frontiera saranno compensati dalla condivisione delle spese con altri due turisti incontrati per caso da queste parti. Ogni viaggiatore solitario puo' avere dei buoni motivi per decidere ad un certo punto di condividere la sacra esperienza del viaggio con altri individui pressoche' sconosciuti, come ad esempio la curiosita', la noia, l'insicurezza, la solitudine e chissa' quanti altri piu' o meno leciti, ma in questo caso, qui in Africa Occidentale come forse da nessun' altra parte al mondo, la motivazione principale e' fondamentalmente una: i soldi!
Freetown e' uno spettacolo. La capitale della Sierra Leone sorge su una penisola montuosa circondata dal mare; case e baracche di legno e lamiera ricoprono i versanti delle colline, una grande discarica a cielo aperto brucia nel bel mezzo del centro abitato e le spiagge migliori sono solo a pochi chilometri di distanza. La gente e' davvero in gamba, tranquilla e sempre disponibile a scambiare quattro chiacchere e a farsi una risata: qui la lingua ufficiale e' l'inglese (anche se quella piu' diffusa e' il Krio, un misto di inglese e altre lingue locali), percio' la comunicazione risulta molto piu' semplice, a differenza degli altri paesi qui attorno,
quasi tutti a maggioranza francofona. Il caldo e l'afa sono insopportabili, tanto da avermi costretto ad accettare una accogliente camera dotata di aria condizionata (25 euro diviso tre, niente male!), ma e' davvero un piacere uscire la sera e fermarsi a mangiare e bere lungo le sporche e buie strade di un centro citta' ancora animato da un viavai di gente e piccoli mercatini improvvisati; poche sono le attrazioni che riescono a lasciare il segno, come per esempio il colosseo a Roma, la torre Eiffel a Parigi o l'immondizia a Conakry, ma e' semplicemente tutto il quadro d'insieme che rende Freetown un luogo davvero particolare e pieno di carattere. A poco piu' di una ventina di chilometri di distanza si trova la bianchissima ed immacolata spiaggia del Fiume Numero 2, lambita da una caldo ed invitante mare e protetta alle spalle da montagne ricoperte da una lussureggiante foresta; e' qui che negli anni '80 e' stata girata una indimenticabile pubblicita' delle barrette al cocco "Bounty", un vero e proprio paradiso tropicale nascosto nel cuore dell'Africa piu' profonda. Poco piu' a Sud e non troppo lontano dalla costa si trovano le "Banana Islands", il luogo ideale dove trascorrere qualche giorno in
perfetta solitudine (in tre) isolati dal mondo; le spiaggie dell'isola di Dublin non sono in verita' niente di che ma la guest-house a ridosso della giungla che ci ospita e' davvero accogliente ed economica, il clima a Febbraio e' perfetto, le zanzare del tutto assenti e, per allietare le serate, il vino di palma e' sempre fresco ed abbondante! Solo pochi giorni trascorsi in Sierra Leone ma le sensazioni sono sempre state estremamente positive: non posso che augurare un futuro di pace e prosperita' a questo sfortunato paese, con la speranza che possa essere proprio il turismo la forza trainante per un suo veloce rilancio economico....
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