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Published: December 5th 2006
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PESHAWAR
Arriviamo che e' tarda serata e veniamo lasciati in un bazaar che l'e' un bel troiaio (si puo' scrivere???) niente male....
Optiamo per una sistemazione nel cuore della Old City, piu' vicini quindi al cuore della citta'.
Il tempo di una cosina da mangiare e di rimediare il "necessaire" e a nanna.
Quando ci mettiamo a girare la mattina successiva ci troviamo davanti ad uno spettacolo incredibile: mai, in nessuno dei nostri viaggi finora (chi piu' chi meno) ci era mai capitato di trovarci in un posto cosi'.
Migliaia di persone sulle strade appartenenti a decine e decine di etnie diverse, con i loro tratti somatici peculiari, i loro abbigliamenti le loro usanze.
Pochissime le donne in giro e quelle poche con burqa...
Anche fermarsi qualche minuto in un angolo di una stradina ad osservare il passaggio e' uno spettacolo per il quale non sarebbe sbagliato pagare dei soldi per l'emozioni che offre...
Approfittiamo del tempo dedicato a perlustrare la zona per cercare qualche anima pia che sia in grado di riparare il nostro zainetto che nei vari spostamenti e' stato messo a dura
prova.
Chiediamo indicazioni a qualche negoziante di borse e prontamente veniamo indirizzati da un vecchino che lavora seduto sul marciapiede (anche se forse sarebbe meglio dire sul bordo della strada).
Detto fatto!!! Il buon uomo in men che non si dica con abili gesti ripara lo strappo alla nostra borsa per poche rupie. Grazie e hooda-fez!
Il dedalo di viuzze strette ospita una vita concentrata in piccoli negozietti dove la vita non e' troppo dissimile da come doveva essere centinaia di anni fa.
Peshawar e' stata a lungo un importante centro di scambi di ogni genere a causa della sua posizione strategica come primo grande centro del subcontinente e porta d'ingresso obbligata da tutti i paesi del centro Asia.
Tutte le armate dei piu' grandi conquistatori nel corso dei millenni sono passate da qui lasciando traccie del proprio passaggio nelle architetture, nelle usanze e nei tratti somatici.
Oggi e' soprattutto il luogo dove si concentrano milioni di profughi afghani che fuggono da decenni di violenze.
La giornata quindi passa cosi' con un caledoscopio di sensazioni visive e olfattive che ci lasciano i loro gusto nel naso,
negli occhi e nel cuore...
Tornando in hotel passiamo a dare un'occhiata in un tempio Sikh dove ci dicono che ogni giorno vengono preparati e distribuiti centinaia di pasti per i poveri della citta', gratis ovviamente!
Ci viene offerto un buon chay sulla terrazza dove decine di uomini sono intenti a tagliare verdure, cucinare, organizzare...
Ci rilassiamo qualche istante mentre il sole tramonta regalandoci una luce dolcissima.
Il giorno successivo organizziamo la visita al Khyber Pass, uno stretto corridoio fra le alte montagne al confine con l'Afghanistan che appunto rappresenta la via di ingresso per queste terre.
E' strano trovarsi a poche centinaia di metri dal confine di questa terra cosi' tristemente nota e tanto martoriata nei passati 30 anni; sono contrastanti le emozioni che proviamo in quanto e' triste pensare alla storia presente e recente ma e' bello immaginare la tanta storia passata che e' scorsa come un fiume in piena in queste vallate...
Sulla strada del ritorno verso Peshawar, dopo il simpatico incontro di un cammello impacchettato nel retro di un pick-up, ci fermiamo al noto "smugglers bazaar".
Questo posto , controllato dalle potenti
Donne con burqa
e tanti, tanti, uomini... famiglie locali sulla falsariga delle famiglie mafiose, e' uno spazio all'interno del quale le autorita' centrali non possono accedere.
All'interno di quest'area si commerciano tutti beni altrimenti illegali in tutto il resto del territorio.
Oltre ad un ampio spettro di merci di contrabbando vengono smerciate immense quantita' di hashish, oppio, eroina, armi, denaro falso, alcool e quant'altro.
Naturalmente tutta la merce esposta e' "regolarmente" in vendita a prezzi modici...
L'intera area e' sorvegliata da aitanti giovanotti armati fino ai denti e fedeli al Signorotto locale; visto che per poter accedere alla zona bisogna avere l'autorizzazione di chi la controlla, alla fine della visita siamo invitati a prendere un chay nella casa del "padrone" come viene chiamato qui.
Sembra di stare dentro un film; la curiosita' viene comunque mitigata dal fare qualcosa che magari risulta sconveniente rispetto alla situazione.
Al risveglio, il giorno successivo, Ermanno ha la dissenteria e una bella febbrotta (Enrico non e' che me l'hai tirata no???); in tarda serata abbiamo il biglietto di treno per Lahore ma viste le condizioni non e' certo se riusciremo a prenderlo.
Grazie alle instancabili cure di "Candy Candy"
Ermanno tiene banco
Anche qui, anche qui Pistakkia che si prende carico del bradipico Ermanno riusciamo quindi a farcela anche se un po' rattoppati.
Peccato che essendo finiti i posti in First Class ci facciamo le 10 ore fino a Lahore nel vagone di classe economica con una corrente fredda che filtra incessante da ognuno dei 13.457 buchi dello scompartimento.
L'abbigliamento "Messner-che-scala-il-K2" riesce comunque a metterci una pezza ma le condizioni con cui raggiungiamo la nostra destinazione la mattina successiva non sono esattamente quelle da augurarsi in una giornata di festa.....
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mamy
non-member comment
e chi vuol capire ... capisca. Che ve possino.... Si vede che siete arrivati al confine con l'India perchè le ultime immagini che avete inviato sono diciamo "stile indiano" Adesso x favore coccolatevi un pò. Le dissenterie sono lunghe a smaltire perchè l'alimentazione locale non aiuta di certo .Tanto riso lesso e qualche banana, ed il chay con tanto limone. In questo momento sono proprio la mamy. Fatevi vivi presto con buone nuove. baci, baci, baci...