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Published: January 16th 2009
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Dobbiamo raccontare un po' di avvenimenti passati a cominciare dall'anno nuovo che qua non e' il 2009 ma come in thailandia il 2553, anche se sembra di essere nel 1400 anzi quasi 1500!
Il nuovo anno e' iniziato con un 3 giorni di trekking nella giungla. Il 31 abbiamo cercato di arrivare fino a mezzanotte, almeno per celebrare l' anno nuovo e devo dire che la citta' di Luang Nam Tha al nord, si e' dimostrara abbastanza viva. Siamo riusciti ad arrivare alle 00:30 e avremo potuto fare anche di piu' ma le 5 ore di camminatadel giorno dopo ci mettevano paura. siamo andati al REd Pub dove la gioventu' locale si scatenava al ritmo di musica lao-occidentale e poi in un internet point che, dal momento che era caduta la linea si era trasformato in un bar. Il giorno dopo, non proprio in formissima anche se non abbiam esagerato col lao-lao (whisky locale a base di riso ovviamente) abbiamo iniziato il primo tratto del trekking da un villaggio khamu, dove il nostro arrivo penso possa essere paragonato allo sbarco di Colombo in America. Lui con le 3 caravelle, noi con un pick-up, ma gli sguardi stralunati dei giovani e giovanissimi
del villaggio sicuramente erano gli stessi. Alcuni neonati addirittura hanno pianto, qua di turisti non ne passano molti. Eravamo noi, una coppia di tedeschi di 60 anni in formissima, la nostra guida Den, un ragazzo graziosissimo di 18 anni, che gia' parlava inglese perfettamente e un suo amico. Dal villaggio si sono aggregati poi due portatori, due veri uomini della foresta che ci hanno cucinato divinamente e trasportato le provviste per tutti e tre i giorni. Cosi' in 8 siamo partiti attraversando il fuime NamTha e per i seguenti giorni non vediamo nessun'altra presenza umana e animale. il percorso non era proprio una passeggiata anche se a vedere i 2 portatori del villaggio in infradito poteva sembrarlo, soprattutto il secondo giorno quando abbiamo salito e ridisceso colline di giungla primarie infestata di sanguisughe. Peccato l'unico animale, orribile, e' stato questo. non che ci aspettassimo tigri, ma questa foresta ci e' sembrata piu' un bosco incantato che una giungla tropicale.
Abbiamo riconsolidato la nostra teoria sul bamboo come elemento fondamentale per il futuro con il quale si puo' fare tutto, altroche' leghe speciali e ingegnieria atomica.
Abbiamo visto fare, almeno grazie alla loro fantasia e abilita' col machete le seguenti opere:
- case , ponti e in generale ogni struttura resistente come anche le impalcature viene fatta coi fusti piu' grossi
-una quantita' incredible di oggetti ricavati dai vari tagli del bambu', da mobili a giocattoli, tovagliette e bacchette, posate e biccheri, trappole x animali e cerbottane, fascette per chiusure ermetiche, zattere e anche ventilatori!!!
Poi dopo alcuni giorni a Muang Singh, a 10 km dal confine cinese siamo andati a Muang Noi Neua, un idilliaco villaggio sulla sponda del fiume Nam Ou raggiungibile solo in barca. Qui e' iniziata la seconda parte del viaggio, molto indocinese, per vie fluviali, con tanto di cappellino a cono e bilanciere portariso 😊
In verita' ci abbiamo messo 2 giorni non tanto per i km ma per via dei collegamenti mancanti e dell'ESASPERANTE MANCANZA DI FRETTA dei laotiani!!! Se poi aggiungiamo anche il guasto al motore e' facile impiegare 2 giorni per percorrere nemmeno 300 km.
Siamo stati fermi 2 ore vicini al confine con lo Yunnan aspettando il pezzo di ricambio e nessuno ha fiatato. Non ci sono impegni urgenti qua e a volte i tragitti coi minibus sembrano piu' scampagnate tra amici che trasporti pubblici. Si viaggia con musica pop e folk che ti culla tra queste stradine di montagna (e infatti tutti cascano in un profondo sonno!, ci si ferma al mercato a comprare frutta e carne per i parenti a casa, ci si ferma per i bisogni ogni volta che scappa a qualcuno, tutto con grande calma. Veramente l'altra mattina non l'abbiamo presa con molta calma dopo che abbiamo atteso 2 ore col biglietto in mano la partenza del nostro minibus prevista per le 9.Non volevamo perdere un altro giorno tra stazioni polverose e spostamenti, ma anche qui nessuno diceva niente, si aspettava qualche altro passeggero per riempire il minivan, tutti accovacciati per terra a mangiare e fumare, incuranti della nostra impazienza. Poi finalmente una volta partiti ci rassereniamo, perche' come sempre il paesaggio e i villaggi che sembrano usciti da un quadro naif ci mettono calma. Qualcuno disse "il Laos non e' un paese ma uno stato d'animo".
Definire le poche "citta'" che abbiamo visto, sonnolente e' dir poco, in confronto Apecchio e' New York!! 😊
Entrare nel Lao Time e' difficile, per noi abituati a dover sempre riempire la giornata..ci vorrebbe ancora piu' tempo di quello che abbiamo per calarsi nella loro diversa concezione del tempo...Appello alla FarnMessina: occorre estendere il visto ad un anno!!!! Sara' anche grazie al buddhismo che sono cosi' rilassati? Se e' cosi' esportiamolo!
Per esempio Vientiane e' considerata la capitale di stato piu' tranquilla al mondo con solo 200.000 abitanti ed il traffico di Gatteo a Mare d'inverno!
Un vecchio detto francese del periodo coloniale recitava “I vietnamiti piantano il riso, i cambogiani lo guardano crescere, i laotiani lo ascoltano”. ...
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Silvia
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Un abbraccio da Sevilla
Grazie per i vostri continui aggiornamenti anche se mi fanno un po' invidia. Ieri sono stata con Julio, gli ho fatto vedere le vostre foto. Vi diró la veritá, é un po' giú e depresso. Vi informeró. Buen viaje, compañeros. Silvia