Gujarat mon amour


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Asia » India » Gujarat
December 27th 2006
Published: January 6th 2007
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La sala dove Gandhi riceveva i suoi ospiti - AhmedabadLa sala dove Gandhi riceveva i suoi ospiti - AhmedabadLa sala dove Gandhi riceveva i suoi ospiti - Ahmedabad

Nel suo famoso ashram teatro di tante famose vicende





AHMEDABAD


Sulla strada per il mare ci troviamo ad arrivare la mattina presto, insonnoliti e morti de freddo dopo la nottata su un osceno sleeping bus, alla capitale dello stato del Gujarat, Ahmedabad.


Dopo essere stati rintontiti ulterioriomente dalla frotta di guidatori di rickshaw che ci proponevano 1.347 destinazioni diverse, urlando e spingendo, decidiamo di prendere un ulteriore sleeping bus notturno.


Lasciamo quindi i nostri bagagli presso l'ufficietto dell'agenzia e l'intera giornata risulta quindi totalmente disponibile davanti ai nostri occhi (ancora relativamente socchiusi).


Non abbiamo dubbi!!!


Il tempo di una veloce colazione (con lettura di giornale fresco di stampa) e via verso la nostra destinazione: il Gandhi Ashram!


E' proprio qui ad Ahmedabad che Gandhi stabili' il suo "quartier generale" per circa venti anni (prima di spostarsi a Delhi), ossia dal suo ritorno dal Sud Africa fino al 1933.


E' sempre da qui che parti' la famosissima "marcia del sale" nel 1930 che fu una delle tante iniziative volte a minare le basi del dominio economico britannico che costringeva la popolazione ad acquistare esclusivamente il sale di importazione (a prezzi altissimi) vietando la possibilita' alla popolazione di produrselo da se.


Il Sole e' gia' alto quando varchiamo le soglie dell'ashram; un'aria di pace pervade il luogo.


Rimaniamo lunghissimi minuti a godere quella calma atmosfera in raccoglimento, silenziosi e molto commossi, davanti alla sala dove era solito passare le sue giornate e ricevere gli ospiti, davanti ai suoi alloggi, davanti all'albero, di fronte al fiume che scorre davanti all'ashram, sotto il quale era solito svolgere le sue preghiere e riflettere su decisioni importanti da prendere.


E' davvero un'emozione enorme quella che proviamo e non sappiamo se queste poche righe siano in grado di trasferirvela con la giusta enfasi; speriamo di si.


L'ashram oggi e' un museo con una fornitissima libreria con diversi testi scritti da e su Gandhi, centinaia di frasi storiche dipinte sui muri ed una galleria che ripercorre tutte le tappe piu' importanti (politiche e personali) del piccolo, grande uomo.


Su un altro lato del complesso invece ancora oggi si svolgono alcune attivita' che videro la luce negli anni in cui Gandhi abitava qui: manufatti di filato con la tecnica del telaio a mano (chiamata khadi) e articoli di carta fatti
Mare! - DiuMare! - DiuMare! - Diu

Finalmente al mare e al caldo
dai bambini di strada e dalle donne vedove o divorziate che vivono da sole.


Inoltre c'e' tutto un lavoro svolto da un piccolo gruppo di persone che cerca delle strade, delle soluzioni, sociali e politiche, per unire le diverse religioni che popolano questa immensa nazione che e' l'India.


Passiamo l'intera giornata nell'ashram!


Ce ne andiamo via che il Sole sta tramontando; il tempo di tornare verso l'agenzia, perdersi per una mezz'oretta, fare una cena veloce, tagliarsi barba e capelli (Ermanno) ed e' quindi arrivata l'ora della partenza per il nostro autobus verso sud...







DIU


Allora, innanzitutto si pronuncia Diu' (cosi' per vostra informazione) e, per chi non lo sapesse, insieme a Fort Kochin (nel Kerala), lo stato di Goa e Daman (subito sopra Mumbai) era una delle roccaforti portoghesi in India che sono state restituite solo nel 1961.


Diu in realta e' un piccolo isolotto situato nella parte meridionale del Gujarat ed unito alla terraferma da un ponte di un centinaio di metri.


Ad essere precisi (e si sa Ermanno quanto scassa i maroni a riguardo) Diu (insieme a Daman) non fa parte del Gujarat ma e' amministrata come territorio a statuto speciale direttamente dallo stato di Delhi.


L'influenza portoghese risulta palese appena si arriva sull'isola: non solo per il possente forte che domina la baia e per le numerose chiese che costellano l'isola ma anche per l'architettura dei palazzi e per le strette stradine della principale cittadina dell'isola, Diu City.


Grazie a delle precedenti "dritte" ci dirigiamo subito verso la spiaggia del Sunset fuori dal centro abitato nell'unica guest house direttamente sulla spiaggia.


Si sa, i giorni al mare passano lenti e oziosi cullati dal rumore della risacca e scaldati dal calore del Sole.


Grazie a delle bici affittate non abbiamo alcun problema a fare avanti ed indietro dalla guest house al paesino dove di solito ce ne andiamo a mangiare.


Ermanno poi, preso da atleticismo cronico, decide di andare a fare il giro dell'intera isola insieme a Daniel (una vecchia conoscenza dal Pakistan rincontrato qui) ed il suo amico Russel; dopo essere andati via verso le 11 fanno quindi ritorno verso le 17,30 con una faccia tale che Alessia ha sghignazzato per circa mezz'ora... (non parliamo poi del dolore
Sea Village Guest House - DiuSea Village Guest House - DiuSea Village Guest House - Diu

La nostra tana e' la prima a destra
ai polpacci per i seguenti tre giorni!!! - che ride!!!).


Di pari passo invece Alessia poltrisce tutto il giorno, come negli ultimi anni 😊))


Ma sara' proprio la stessa persona che solo quattro anni fa insegnava aerobica o forse sara' Eva Kant con una maschera??? Boh!!!


Il Sole sulla pelle fa il suo lavoro ed il colorito della nostra pelle ne risente in meglio; in piu' il caldo degli ultimi giorni ha fatto il suo effetto, combinato ai mesi di viaggio, ed Ermanno ha perso tutti i chili di troppo ed e' adesso in forma perfetta mentre Alessia ancora mantiene quel minimo di struttura scrocchia-zeppi che aveva alla partenza che le garantisce la sopravvivenza biologica...


Arriva la sera della vigilia e dopo aver fatto la spesa al mercato del pesce e chiesto al proprietario della guest house l'utilizzo della cucina (dove era meglio non fossimo mai entrati!) ci facciamo due penne ed un contornino come da tradizione a base di pesce (appunto), il tutto bagnato da vino bianco, primo alcool dalla partenza ('na botta de vita) ed illuminato dalla calda luce di una candela!


Vi viene in mente niente di
Faccio gli onori di casa - DiuFaccio gli onori di casa - DiuFaccio gli onori di casa - Diu

Con ancora un po' de panzetta (ma se ne va, se ne va...)
meglio???


La serata e' tranquilla e l'atmosfera rilassata, accompagnati dalla musica che viene dal mare il tempo scorre tra una chiacchiera e una risata; i nostri pensieri vanno naturalmente ai nostri tanti cari amici e famigliari ai quali auguriamo dal profondo del cuore i nostri migliori AUGURI!


Si concludono cosi' i nostri cinque velocissimi giorni a Diu, altro posto dove avremmo potuto restare ancora piu' a lungo, per dirigersi verso la nostra prossima destinazione...





PALITANA (SHATRUNJAYA)


Cittadina per lo piu' sconosciuta a gran parte dei turisti nonostante sia tra le destinazioni high-light consigliate sulla guida di viaggio piu' usata al mondo, di cui non faccio nome perche' mi nausea solo riscriverlo, tante sono le volte che l'ho visto e rivisto in mano a chiunque, compresi i sottoscritti che hanno solennemente promesso che questa sara' l'ultima volta!


Troviamo quindi solo un'albergo tra i quali scegliere dove fermarci per la notte e praticamente nessun ristorante con cucina continentale, meglio cosi' visto che ci aspettano Pushkar e Delhi, entrambe estremamente turistiche.


Il luogo e' famoso per essere il piu' sacro per la religione gianista con i suoi oltre
Pistakkia on the bike - DiuPistakkia on the bike - DiuPistakkia on the bike - Diu

Fuori dal vecchio forte portoghese
800 templi che si ergono imponenti in cima al monte Shatrunjaya.


Ci alziamo la mattina di buon ora, non troppo in forma a causa di una nottata passata quasi insonne, e ci dirigiamo alle porte del sito.


Qui ci aspettano circa 3.500 gradini da salire sotto il sole, motivo per cui decine di indiani, pur di guadagnarsi qualche rupia, si offrono per trasportare la gente con sedie appese a tronchi (non ricordo il nome di questi accrocchi) che loro, piccoli e smunti, si caricano coraggiosamente ed eroicamente sulle loro povere spalluccie!


Saliamo di buona lena fermandoci ogni tanto a riprendere fiato e bere un sorso d'acqua nei vari punti di sosta e ristoro.


Giunti finalmente in cima siamo comunque ricompensati della fatica (di cui ci renderemo effettivamente conto solo nei giorni successivi) da uno spettacolo di architetture veramente incredibile.


La cosa sorprendente e' in assoluto la quantita' di templi concentrati in uno spazio limitato e il numero di figure piu' o meno sacre scolpite sia all'esterno che all'interno di ogni tempio.


Ci intrufoliamo qua e la' mischiandoci tra i numerosissimi visitatori per lo piu' devoti, alcuni dei quali
Portatori di pellegrini in pausa - ShatrunjayaPortatori di pellegrini in pausa - ShatrunjayaPortatori di pellegrini in pausa - Shatrunjaya

Solo quando si arriva su si capisce perche' sono cosi' numerosi...
sono arrivati fin qua su salendo gradino per gradino IN GINOCCHIO!


Saliamo sulla terrazza di uno dei templi principali e ci fermiamo prima a contemplare il meraviglioso panorama che si gode dall'alto e dopo, sempre da una balconata a scrutare lo svolgersi dei riti religiosi nella sala al piano sottostante.


E' gia' primo pomeriggio ed e' ora di tornare, l'autobus per Ahmedabad ci attende, e 3.500 gradini anche...!!!


Prendiamo il bus per un pelo, piu' di 5 lunghe ore di viaggio fino alla capitale del Gujarat da dove verso le 23 prenderemo il treno per Ajmer e poi ancora il bus per Pushkar.


Durante il viaggio restiamo sconcertati dalla quantita' di gente che qui in India (come d'altronde in tanti altri Paesi del mondo) sono soliti far salire sui bus.


Notiamo tra le tante persone, ammassate in scomode posizioni e destinate a rimanervi per il resto del viaggio, una deliziosa famigliola composta da madre, padre e 4 meravigliosi bambini dai bellissimi tratti tipicamente asiatici.


Invitiamo due di loro a sedersi con noi lasciando alla mamma il piu' piccolo di pochi mesi in braccio e la sorella maggiore di
Sole fra i templi - ShatrunjayaSole fra i templi - ShatrunjayaSole fra i templi - Shatrunjaya

Sulla sommita' della collina
circa 8 anni.


Passiamo qiundi allegramente il viaggio con i due dolcissimi frugoletti, uno sui 4 e l'altra sui 6 anni, inventandoci giochi e spupazzandoli un po'.


A pochi kilometri dalla stazione i bambini hanno gia' imparato a cantare "Fra' Martino campanaro" per cui ci ritroviamo, Ale ed Ermanno inclusi nel quartetto ovviamente, ad intonare un coro davvero niente male!


Dopo momenti di tenerezza infinita in cui Ermanno si ritrova commosso tenendo tra le braccia il bimbo mezzo addormentato, arriva il momento di salutarci.


Incredibile come in cosi' poco tempo possa nascere un sentimento di si' tanto profondo affetto da farci sentire il cuore spezzato nel salutare quelle miniature umane dagli occhi di miele.


Che il futuro vi sorrida ragazzi, in bocca al lupo!


Andiamo a mangiare qualcosa in un ristorantino vicino la stazione dei treni prima di riprendere il nostro viaggio verso....













Additional photos below
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Passeggiando sui tetti - ShatrunjayaPasseggiando sui tetti - Shatrunjaya
Passeggiando sui tetti - Shatrunjaya

Fra migliaia di pellegrini
Sole bacia Pistakkia - Verso PushkarSole bacia Pistakkia - Verso Pushkar
Sole bacia Pistakkia - Verso Pushkar

Ed Ermanno non e' geloso...


31st August 2009

?????????
Sono contento che vi siate divertiti in Gujarat, io non posso dire altrettanto...non ho mai conosciuto gente più fannullona, scansafatiche ed inutile degli indiani. Spero di non tornare più in India, non hanno rispetto per loro stessi, e mascherano la loro inettitudine con la meditazione. I più grandi delinquenti di Ahmedabad sono i custodi dei templi, che raggirano gli ignoranti in nome della religione e li fanno sentire felici a vivere in mezzo al fango (nella stagione dei monsoni). P.S. Non ci sono rimasto 7 giorni, ma 3 mesi, ho vissuto con loro e mangiato (male!!!) con loro, quindi non ho fatto solo il "turista".
22nd September 2009

Gli indiani
Sai, quello che penso e' che qualunque forma di giudizio uno abbia NON POSSA essere applicata ad una popolazione di 1 milardo e 200 milioni di persone!!! Fra queste esisteranno degli infami e delle persone meravigliose, dei fannulloni e dei gran lavoratori, etc. Dopo quel periodo in India ne sono seguiti molti altri e ci sono state esperienze brutte e meravigliose. Questo solo per dirti che il giudizio va espresso sulle singole persone e non sull'insieme...

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