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Published: September 13th 2006
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risultato della macinatura di Diana...
...la stessa che avete visto nel videino. A proposito, i videini fatti con la mia macchina fotografica si vedono benissimo, ma quando li carico qui diventano uno schifo... non so perché. Peccato! Ok, "puntata" sul cibo. Il cibo è buonissimo.
Troppo breve? Ufff, per una volta che ero riuscita a essere concisa.
Il cibo è buonissimo, si trova ovunque (e non è un modo di dire: impossibile fare pochi metri senza trovare un ristorante o comunque qualcosa che offre cibo) e a qualsiasi ora ed è anche economico. I nostri pasti ci costano in genere 1000 yen (circa 6,70 euro). A volte molto meno, anche la metà. Non sono pasti all'italiana da cui ti allontani barcollando o rotolando e comunque tenendoti la pancia perché non esploda, magari, ma sono comunque pasti completi, nutrienti e buoni, buoni, buoni.
Naturalmente i ristoranti eleganti costeranno molto di più, ma perché andare nei ristoranti eleganti quando si mangia splendidamente i quelli "normali"?
C'è un'offerta incredibile non solo per quantità ma anche per varietà: credo che Londra, in confronto, sia un po' limitata e provinciale. 😊 Tanto per dirne una, a Kamakura, che è solo una piccola cittadina, ci siamo imbattute in un ristorante di cucina Amish (!) e uno di cucina di Valencia, vedi foto. Entrambi non sulle strade principali, dedicate ai turisti, ma in una strada residenziale fuori mano.
Inizio la
giornata con un'ottima colazione: o salmone, uovo fritto, verdure, riso e zuppa, come nella foto che vi ho già fatto vedere (nel ristorante convenzionato con l'albergo è la D), o con la A: insalata di lattuga e pomodori, uova strapazzate, bacon (che passo a Diana), frittelle di patate, fette di pane tostato spesse 3 o 4 cm e marmellata. Più, naturalmente, vari bicchieri di succhi di frutta, tè eccetera. Le bevande, fra cui naturalmente caffè, latte, e bibite di ogni tipo, sono a volontà: basta alzarsi e servirsi. E, di solito, ricevo una fetta di pane tostato e marmellata da Diana, più tutt'e due le fette di Xavier se c'è anche lui. Così sì che si inizia bene la giornata. 😊 Le colazioni B e C sono troppo occidentali e quindi troppo scarse per i miei gusti: o solo pane, burro e marmellata, o alcuni pancake con sciroppo d'acero e un uovo sodo.
Nei ristoranti, anche nei nostri piuttosto economici, tutti sono gentilissimi; ti accolgono con un acuto miagolio molto prolungato che suppongo voglia dire qualcosa come "benvenuti, grazie di averci scelti, vi tratteremo benissimo". I camerieri ti guidano al tavolo tra sorrisi e altre lunghe frasi incomprensibili, ma
distributore di bevande calde e fredde
Questi sono letteralmente dappertutto, e ci sono dentro le cose più banali e quelle più estrose. C'è anche una bibita che si chiama Pocari Sweat. Non voglio sapere chi o che cosa è il pocari. ormai non provo più a cercare di indovinare che cosa dicono: sorrido e dico "arigato gozaimasu". E con l'etichetta siamo a posto.
In alcuni ti porgono cerimoniosamente un asciugamanino umido per lavarti le mani (e magari il viso, in genere grondante sudore), nella maggior parte un pacchettino di plastica con salviettina inumidita. Poi c'è la scelta del menu... non poche volte è scritto solo in giapponese, quindi o scegli a caso, o ti basi sulle foto, se sono abbastanza grandi da lasciar capire che cosa può essere, o torni fuori e ti studi le riproduzioni in cera o in plastica nella vetrina, che nella maggior parte dei casi (soprattutto ora che abbiamo una certa esperienza) sono più rivelatrici. E poi rientri e punti il dito sul menu, sulla foto più somigliante a quello che volevi. Se sbagli, non importa molto: è buono comunque.
Spesso i camerieri ti fanno un sacco di domande, assolutamente incomprensibili; quando vedono che proprio non capiamo si sforzano di dire qualche parola in inglese. A volte riusciamo a capirci. 😊 Le domande, in genere, sono del tipo: porzione piccola, media o grande? Cose così. Ma parlano a lungo, e a volte ci preoccupiamo un po' pensando
che abbiano detto chissà che, prima di capire che erano solo cose del genere. 😊
In attesa del cibo, che quasi sempre arriva molto rapidamente, noi traduttori ci divertiamo a cercare di indovinare che cosa contengono le varie boccette, tazze e bottiglie sul tavolo. A volte lo capiamo, a volte no, ma non importa.
All'uscita, altri acuti miagolii che probabilmente sono prolungati e particolareggiati ringraziamenti.
Io che un giorno dissi "non cucinerò più!" mi ritrovo a volte a cucinare... e a pagare per farlo!!!! Ci sono diversi ristoranti in cui ti scegli gli ingredienti e poi te li cuoci, su una piastra rovente che fa le veci del tavolo (senz'altro più piacevole d'inverno) o in altri aggeggi.
E ora via con le foto!
PS: non c'entra niente con il cibo, ma prima di dimenticarmene voglio riferirvi l'ultima chicca in fatto di moda estrosa: stasera, uscendo dall'ufficio, c'era sull'ascensore una ragazza con stivali infradito! Sandali fino a metà piede, praticamente, e stivali da metà piede in su.
Che dire? Che dire? Lo dico? Ok, va bene, lo dico: SPQG :o)
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Silvano
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Yum yum
Mia Cara, come sai, sono per le esperienze dirette! Mi piacerebbe assaggiare i sapori di tutte le meraviglie che ci hai mostrato. Non potresti riportare qualcosina a lunga conservazione e leggero (sia per la JAL che per lo stomaco pls!). Un abbraccio e buone pappe. Silvano.