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Published: August 27th 2006
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Lia nella stanza dei fumatori della società
Bel panorama, eh? In mezzo a grattacieli e costruzioni modernissime e gigantesche ci sono ancora alcune casette piccole piccole, monofamiliari. Se ne intravede una a destra, con il tetto azzurro. Mi dicono che sono di persone anziane che si rifiutano di venderle anche se, in questa zona (Skyscraper District), ogni metro quadrato vale una piccola fortuna. La metropolitana è davvero molto intricata, e poi spesso c'è da camminare a lungo per passare da una linea all'altra (o per uscire). Ma io scrivo tutto sul mio quadernetto, così, se riuscirò a capire che cosa ho scritto (da parecchio sto disimparando a scrivere a mano; camminando velocemente, poi, produco solo scarabocchi), non mi perderò. Gli altri mi prendono un po' in giro, ma io conosco i miei limiti. 😊
Ci vogliono circa 35-40 minuti dall'hotel all'ufficio e viceversa. Per fortuna la maggior parte del tragitto a piedi è nei tunnel, con l'aria condizionata... l'ho sempre detestata, ma qui viene da chiedersi come facessero prima della sua invenzione. L'umidità è altissima (lo so, lo so, devo averlo già detto e ridetto...).
Sorpresa: i suddetti tunnel della metropolitana sono incredibilmente puliti. Puliti! Pulitissimi! Non si vede da nessuna parte un pezzetto di carta, una cicca, una lattina... niente. E non ci sono scritte sui muri né sui vagoni né da nessuna parte. Tutto pulito!
Non solo i giapponesi non buttano i rifiuti per terra, ma li dividono ordinatamente negli appositi portarifiuti: lattine da una parte, bicchieri dall'altra, carta in un altro contenitore ancora e così via. E lo fanno anche
Cartello nella metropolitana
Mi disturba leggermente il fatto che ci abbiano disegnato una bimba, come se solo le femminucce fossero così sceme da pensare di scendere sulle rotaie per recuperare un cappello. Però il cartello è carino. se nessuno sta lì a controllarli. Saranno umani, ci chiediamo noi increduli e ammiratissimi traduttori europei?
Ufficio: graaande palazzo. Noi lavoreremo all'11° piano. Ci vengono distribuite tesserine magnetiche per aprire tutte le porte di quel piano (ho già la tesserina magnetica per la mia stanza in albergo e quella per la metropolitana, su cui l'amministrazione ha messo un credito sufficiente ad andare in ufficio e tornare in albergo per tutto il periodo, e con questa siamo a 3; riuscirò a non perderne neanche una, in 5 settimane?), ci vengono presentate un sacco di persone i cui nomi nessuno di noi ricorderà mai, e ci vengono mostrate le nostre postazioni di lavoro; ognuno di noi ha uno spazio, delimitato da pannelli su 3 lati, una scrivania con vari cassetti e un PC. Troviamo anche buste sigillate con le password che ci permetteranno di accedere ai vari programmi, eccetera eccetera. Nel primo pomeriggio avremo una riunione dove finalmente sapremo con esattezza che cosa dobbiamo fare!
L'orario di lavoro è dalle 11 alle 20, in questo ufficio, con un'ora per la pausa pranzo. Da un lato mi dispiace un po', perché alla sera arrivo in albergo alle 21 se vengo direttamente
Tunnel della metropolitana
Visto? Si potrebbe quasi mangiare per terra, come si suol dire, anche se spero proprio che non sarà necessario. qui e alle 22-23 se mangiamo qualcosa in giro, e sono troppo stanca per fare altro che controllare la posta, fare un po' di bucato e simili; d'altra parte è splendido evitare le ore di punta. Avrete visto tutti, immagino, le foto dei "buttadentro" (non ricordo come si chiamano in giapponese) che spingono la gente nelle carrozze in modo che le porte si possano chiudere; beh, io detesto i contatti fisici con gli estranei e sono molto contenta di usare la metropolitana in ore un po' meno deliranti. Anche perché una della nostre stazioni, Shinjuku, è la più frequentata non di Tokyo, non del Giappone, non dell'Asia ma, pare, *del mondo*. :-O
In quel primo pomeriggio chiedo al capo se può telefonare alla JAL, visto che lui parla giapponese... niente, la mia valigia non è arrivata. Buaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!! :-((((((((((((((((((((((((((((
Gli dicono che magari arriverà il giorno dopo, ma di non contarci troppo; al secondo giorno le probabilità che riappaia diminuiscono drasticamente. Oddìo oddìo, e ora che faccio senza tutta la mia roba? Che faccio? Ricompro tutto (impossibile, ma perlomeno ricompro tutto il ricomprabile) e poi magari arriva?
Chiedo a Gianni di scatenarsi e tormentare gli uffici italiani di Air France
Skyscraper District 1
Non è qui che lavoro, ma più o meno il genere è quello. e Jal, e lo fa (grazie!)... Silvano mi manda foto della valigia e le dimensoni esatte, visto che lui ne ha una uguale, e chiede aiuto e consigli a conoscenti (grazie!)... il capo chiama tutti i giorni gli uffici locali e inoltra foto e dimensioni (grazie!)... amiche e amici mi scrivono messaggi di solidarietà e consigli e tengono le dita incrociate per me (grazie!)... e molti mi dicono che la situazione è delirante, che secondo i notiziari tutti gli aeroporti sono pieni di bagagli dispersi perché gli ultimi allarmi-terrorismo hanno reso impossibile fare tutti i controlli in tempo... scrivo a una mailing list per chiedere se qualcuno ha conoscenze in una delle due compagnie, nella speranza che si diano da fare un po' di più... ma niente, la valigia non salta fuori. Ogni sera lavo la roba che ho indossato durante il giorno, finché il capo non si stufa di vedermi sempre con le stesse cose (suppongo) e insiste per accompagnarmi a un negozio di abbigliamento cinese, più economico di quelli giapponesi, dove mi compro un paio di magliette e un minimo di biancheria. Altrove una borsa, e un adattatore in modo da poter almeno usare il portatile che non
ha bisogno di trasformatore. Diana mi presta una camicia (l'aria condizionata è in genere a livelli raggelanti) e un paio di sandali. Ma è pensabile continuare cos per 5 settimane? No. Dovrò passare il fine settimana a fare shopping. :-(
Sono veramente affranta (ogni giorno un po' di più, naturalmente, perché ogni giorno diminuiscono le speranze che venga ritrovata). Non mi permetto di perdere le speranze, ma...
Ci sono dentro cose che non sono rimpiazzabili, perché prese in giro per il mondo, e ci sono cose che hanno per me un gran valore affettivo.
Ma niente. Sembra inghiottita dal nulla.
Ho grossi problemi ad addormentarmi, un po' perché a mezzanotte per me sono le 17, e molto perché sono preoccupata per 'sta valigia. Allora mi recito una specie di mantra: la ritroveranno, la ritroveranno, la ritroveranno, la ritroveranno... e verso le 2 o le 3 di mattina mi addormento.
Nel frattempo la vita continua. Svolgiamo il nostro lavoro, ci muoviamo sempre più disinvoltamente fra hotel e ufficio, mangiamo come maiali perché il cibo è buonissimo, abbondantissimo (a ogni passo c'è un posto dove mangiare, con cucina giapponese o di tutto il mondo) e poco caro. Ma più avanti
parlerò meglio del cibo, come molti edonisti mi hanno chiesto. 😊
Giovedì sera ci fermiamo in ufficio più a lungo del solito; stiamo parlando con il capo e l'assistente, per decidere tutti insieme come risolvere qualche problema relativo al lavoro. Saranno le 20.30 quando suona il cellulare del capo; risponde, si mette a parlare in giapponese, l'assistente ascolta, mi guarda con un sorrisone e mi cinguetta in inglese "L'hanno trovata!!!". Uààààààààààààààààààààààààààà!!! Salterei, ballerei, camminerei sulle mani. Finita la telefonata, il capo conferma: arriverà solo il giorno dopo a Tokyo (era rimasta a Parigi) e non potranno mandarmela in albergo fino alla sera, ma non importa. Non ho perso tutte le mie cosine! Che gioia!!!!!!!! Bacio tutti, il capo, l'assistente, i traduttori. Corro in albergo, senza neanche cenare, e mi attacco a Skype per dirlo a tutti.
E il venerdì sera arriva davvero; anzi, ne arrivano due! Nel pomeriggio la JAL ha richiamato il capo per confermare che la valigia era arrivata a Tokyo, ma che era danneggiata. A me non importa niente, sono prontissima a buttarla via e comprarne un'altra prima della partenza (era roba cinese da due soldi), ma loro sono giapponesi, nel bene e nel male,
Shibuya 1
Uno dei tanti centri di Tokyo, vicino alla sede di lavoro. C'è sempre una quantità incredibile di gente che cammina, che attraversa le strade, che sta ferma a chiacchierare, che compra, compra, compra. e quindi ci tengono a dirmi che possono farla riparare... ma ci vuole tempo, e io non vedo l'ora di riavere tutta la mia roba. Allora dicono che possono darmene un'altra, e addirittura mi fanno chiedere se la preferisco grigia o blu. Mi aspettavo una valigiaccia vecchia, recuperata chissà dove, e invece arrivo in albergo e, oltre alla mia, c'è ad aspettarmi una valigia nuovissima, ancora incellofanata, rigida, grigio-argento, molto grande, super-light e super-silent, con tanto di magnetic security lock system... Non so se la userò mai, è troppo grande, ma amo i giapponesi.
Per chi si fosse chiesto che cos'è il flee market che ho nominato nella mia ultima mail: è il mio personale incrocio fra free detto alla giapponese e flea! Non fa ridere, lo so, ma ognuno si diverte a modo suo. Ogni tanto mi torna in mente Lost in Translation, con la tizia che dice "Mistel Hallis, lip my stocking!" e rido da sola come una scema. 😊
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Silvano
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Lotta
Hai provato a dire al lottatore di Sumo: Mistel Hallis lip my stocking???