Argentina: c'è crisi!


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South America » Argentina » Misiones » Posadas
February 11th 2023
Published: April 11th 2023
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Pessime notizie per gli argentini: l'incredibile svalutazione del Peso, la moneta locale, rende la situazione economica interna alquanto precaria. Ottime notizie per noi viaggiatori squattrinati: l'incredibile svalutazione del Peso rende la nostra permanenza in questo paese sorprendentemente facile ed appagante. Il "segreto" sta nel non prelevare contanti dai bancomat, che utilizzano il cambio ufficiale di circa 200 Pesos per ogni Euro, ma di arrivare in Argentina con una buona scorta di contanti ed affidarsi per il cambio ad uno dei numerosi (ed onesti) cambiavalute che si trovano comodamente appostati nelle strade principali del centro, casualmente il più delle volte proprio appena fuori dalle banche. Il tasso di cambio sale così magicamente a ben 400 Pesos per ogni Euro! Tutto viene quindi a costare la metà, con gli unici inconvenienti di non poter pagare con la carta di credito ed il doversi ogni volta portare appresso delle grandi mazzette di banconote, poichè quella più alta è di solamente 1000 Pesos, equivalenti all'incirca a 2,5 Euro.

Ho chiesto in giro e sembra che questo genere di "crisi" si ripeta ciclicamente ormai da almeno 30 anni, cioè dagli spumeggianti anni di Menem e forse anche prima, e c'è chi dice che sia così addirittura da sempre! Fatto sta che l'Argentina, fino a pochissimi anni fa classificata come una delle nazioni più costose di tutto il Sud America, si ritrova ora ad essere una meta di viaggio super economica (eccezion fatta per il volo intercontinentale...), quasi a livello di un paese in via di sviluppo del terzo mondo; senza nulla voler togliere alla qualità, che si rivela comunque sempre sorprendentemente alta. Buone notizie per noi viaggiatori, come dicevo, ma pessime per i giovani argentini che, privi di ogni benchè minima prospettiva per il futuro, si ritrovano ancora una volta a dover lasciare il proprio paese in fuga da una nuova, l'ennesima, catastrofe finanziaria. Ottime notizie invece per quei fortunati argentini che percepiscono un reddito in dollari, davvero tanti a quanto pare, soprattutto a Buenos Aires, dove il loro sfarzoso stile di vita non sembra averne risentito più di tanto.

Lasciata la costa, mi dirigo ora all'interno e verso Nord, nella verde provincia tropicale di Misiones dove, facendo base a San Ignacio, ne approfitto per spogliarmi dei miei abiti cittadini e delle buone maniere metropolitane, trasformandomi così in un perfetto esemplare di bifolco, noncurante delle più elementari regole di base della convivenza. Fa caldo, tanto caldo, e umido, così da rendere l'aria condizionata in camera una vera necessità e non più un lusso (che mai come ora da queste parti potrei anche facilmente permettermi...); aria che però mi sta devastando fisicamente, costringendomi ad espettorare in continuazione fluidi multicolori dall'aspetto disgustoso. Lo ammetto, sono stato accecato dal dio denaro e dalla brama di lusso; decido allora di darci un taglio con l'aria condizionata e di ritornare al buon vecchio e caro ventilatore, meglio ancora se poi è quello da soffitto a pale rotanti.

Cosa fare qui a Misiones? Ovviamente recarsi a visitare le rovine di una missione gesuita! Ce ne sono un bel po' da queste parti, e la più accessibile, proprio qui nel centro del paese, è quella di San Ignacio Minì. Cosa sono le missioni ("riduzioni" è il termine esatto) gesuite? Se avete visto il film "Mission", ecco, sono quella cosa lì. Poco lontano sorge anche il parco naturale del Teyù Cuaré, una zona boschiva semiselvaggia lungo le rive del Rio Paranà, raggiungibile comodamente a piedi dal paese dopo una lunga ma soddisfacente scarpinata di otto chilometri. Sulla via del ritorno, merita una visita anche la casa museo dello scrittore Horacio Quiroga, vissuto proprio qui per lunghi e difficili anni della sua vita. Lasciata a malincuore la campagna, me ne ritorno in città, a Posadas precisamente, una amena località sulle rive del fiume ma che non offre nulla di assolutamente imperdibile, se non un treno internazionale per il Paraguay attraverso il ponte che supera il Rio Paranà. Causa errate informazioni di seconda mano, non riusciremo a prendere questo attraente ed insolito (per il Sud America) mezzo di trasporto ed opteremo per un più prosaico autobus di linea.

Dopo una lunga e fruttuosa deviazione di due settimane, finiremo anche a Puerto Iguazù, da dove si accede alle maestose cascate che chi ha visto il famoso film sopra citato conoscerà bene. Lato argentino o lato brasiliano? Da sempre si discute animatamente su quale sia la scelta migliore per godere appieno di questo magnifico spettacolo della natura; io risolvo il dilemma visitandoli entrambi, ma se davvero me lo chiedete sarò costretto a rispondervi: lato brasiliano! (Va comunque precisato che, a Febbraio 2023, sul lato argentino non è possibile percorrere il circuito della Garganta del Diablo, dimezzando di fatto la qualità dell'esperienza...)


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