Ricordi della Mesopotamia?


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July 10th 2007
Published: July 10th 2007
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Mesopotamia
Il Mercante
Eccomi finalmente in Mesopotamia, terra ricca di storia e da qualche anno anche di acqua: grazie ad una colossale diga, quello che fino a dieci anni fa era deserto ora e' una distesa di campi coltivati attraversati da infiniti canali per l'irrigazione; solo la temperatura e' rimasta quella di sempre: abbondantemente sopra i 40 gradi!
Ad Urfa (Şanlıurfa) avverto per la prima volta la sensazione di essere giunto in oriente: pochi turisti occidentali, caldo opprimente, polvere nell'aria e gli ampi pantaloni bracaloni indossati dagli anziani del luogo. E' d'obbligo in questa citta' rifugiarsi nel fresco parco in cui si trovano la grotta dove naque il profeta Abramo, le due vasche con le carpe sacre (sarebbero davvero ottime cucinate come kebab...), la medressa, moschee e varie sale da the. İmperdibile il frenetico bazar, con il suo caravanserraglio oggi occupato da decine di vecchi intenti al gioco d'azzardo, orgogliosi di poter sfoggiare i loro ampi pantaloni da rapper....
Trovandomi in Kurdistan si finisce inevitabilmente per parlare di politica e mi accorgo di quanto la situazione in questa regione rimanga ancora molto delicata; non posso che augurare un futuro migliore a questo sfortunato ma sempre ospitale popolo.
A sud di Urfa, a 30Km dal confine siriano, si trova Harran, sperduto villaggio abitato ininterrottamente da 4000 anni i cui abitanti, prevalentemente di etnia araba, solo da pochi anni hanno abbandonato le loro case dalla caratteristica forma conica che molto ricorda quella dei trulli di Alberobello. Il caldo qui e' davvero atroce, 46 gradi, e per le strade gli unici esseri viventi attivi sono galline, oche e asini; troviamo riparo in un ristorante giardino dove passiamo gran parte della giornata indovinate come? mangiando kebab e bevendo çay! In queste condizioni e' davvero l'unica cosa che si possa fare.
Mardin si trova adagiata in cima ad una montagna da cui si dominano le vaste pianure assolate della Mesopotamia che da qui si estendono per la Siria fino all'Irak. La citta' vecchia nasconde antiche case dalle caratteristiche finestre che molto ricordano quelle di Venezia, oltre ad alcune chiese per i pochi cristiani superstiti, ed un intricato bazar dove gli asini primeggiano come mezzo di trasporto.
Di grande interesse, 6 Km fuori dalla citta', e' ıl monastero dı Mar Hanania, detto "Deyrul zafaran", un tempo sede del patriarcato siro-ortodosso , oggi seminario per pochi giovani.
Qui si trovano le tombe dei patriarchi e numerose iscrizioni in siriaco, un dialetto dell'aramaico, la lingua parlata da Gesu', tuttora usata all'interno del monastero; sfortunatamente la cappella ed altre parti sono momentaneamente inaccessibili, chiuse per restauro.
Ed ora, con un velo di nostalgia, mi appresto ad abbandonare queste terre ricche di storia per dirigermi verso il confine orientale del paese, dove mi attendono altri luoghi dai nomi esotici ed un clima decisamente piu' accettabile.


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