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Published: February 3rd 2022
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Lungo il viale principale di Aqaba, quasi all'altezza della colossale asta che sventola la bandiera della rivolta araba, si ritrova quotidianamente un gruppetto di anonimi taxi bianchi che sembra non curarsi minimamente del viavai di potenziali clenti, e i cui autisti oziano beatamente sulle rovine di un vecchio divano trascinato fin lì da chissadove. Dopo più di una settimana di indifferente frequentazione mi decido finalmente a chiedere la destinazione di quelle vetture, ancora dubbioso del fatto che ne abbiano veramente una. "Saudi" è la risposta annoiata di uno degli autisti. Saudi, eggià, l'Arabia Saudita è proprio qui a due passi, il confine si trova a poco meno di venti chilometri! Ed ecco quindi che una combinazione di noia (Giordania) e fortuna (il paese, da sempre chiuso al turismo individuale, ha da poco spalancato le sue porte e rilascia con facilità il visto turistico, al 2019 per la precisione) mi spinge a prendere questa felice decisione: andrò a fare il turista in Arabia Saudita!
Il visto elettronico si ottiene in pochi minuti al costo di circa 130 euro, comprensivo si un'assicurazione Covid; fisso l'appuntamento per un tampone, mi accordo con l'autista e sono pronto per la partenza. Sfortuna vuole che il
posto di confine tra Aqaba e Haql abbia appena chiuso per un mese a causa di opere di manutenzione, ma poco male: per una cinquantina di euro si può prendere una strada alternativa più lunga che mi porterà direttamente fino a Tabuk, la città più grande nel Nord-Ovest del paese. Qui, lo ammetto, non c'è proprio nulla di veramente indimenticabile, a parte un vecchio forte trasformato in museo e la stazione della ferrovia dell'Hejaz, anch'essa riconvertita alla stessa funzione, ma tutto è per me così nuovo e misterioso da farmi sorvolare su tutti quegli aspetti più sconvenienti che da altre parti mi avrebbero letteralmente fatto scappare a gambe levate: totale assenza di mezzi pubblici, costo dei taxi non di certo a buon mercato come immaginavo (ormai da qualche anno la benzina è diventata più costosa dell'acqua....), dimensioni proibitive della città ed ampiezza media dei suoi viali di 8 corsie, costo medio di una camera doppia attorno ai 30 euro (neanche troppo male, a dire il vero), totale assenza di caffè all'aperto dove potersi rilassare per qualche ora; niente di che, per carità, però meglio spingersi in fretta verso luoghi più ameni e più a portata di essere umano appiedato.
Yanbu, sulla costa del Mar rosso, non può certamente definirsi un paradiso tropicale ma per lo meno la sua spiaggia, lontana comunque un paio di chilometri dal centro, è ampia, sabbiosa e riparata alle sue spalle da un parco che offre un bene preziossimo da queste parti: un prato e degli alberi! Sfortunatamente l'idea tipo dei sauditi di giornata al mare si traduce in una gita in auto direttamente fin sulla spiaggia, a volte senza neppure scendere dal mezzo. La città vecchia è in via di ristrutturazione ed è stata trasformata in un ritrovo abbastanza turistico con un mercato notturno ed una sfilza di ristoranti e caffè dove passare serenamente una tranquilla serata all'aperto. Turisti sauditi, ovviamente: noi veniamo inevitabilmente scambiati per lavoratori dell'Aramco, la grande azienda petrolifera statale che ha qui uno dei suoi più grandi poli industriali. Scendo ancora lungo la costa ed arrivo nella grande metropoli di Jeddah, la città più cosmopolita di tutto il paese poichè è qui che da secoli arriva la maggior parte dei pellegrini diretti alla Mecca; nel corso degli anni molti di loro vi si sono stabiliti definitivamente ed hanno contribuito ad arricchirne la sua anima e ad aprirne la sua mentalità.
Certo, ormai siamo negli anni '20 del 2000 e tutto cambia molto più velocemente (da poco si è corso qui il Gran Premio di Formula 1 e si è concluso il primo Red Sea International Film Festival....) ma il cuore della città vecchia è ancora il regno incontrastato dei commerci ed il suo porto è uno dei più importanti di tutto il medio oriente. Qualche chilometro più a Nord, il lungomare (Corniche) si snoda lungo la zona più moderna della città e mi ricorda prontamente che l'Arabia Saudita non è solamente un paese di deserti ed oasi sperdute, ma anche una grande potenza mondiale dove molti soldi si sono riversati nelle tasche di pochi individui che non fanno nulla per nascondere questa loro grande fortuna.
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