Murmansk, signora delle tenebre


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December 2nd 2017
Published: December 18th 2017
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68 gradi di latitudine Nord, ben oltre il circolo polare artico: tutto qui dovrebbe essere ghiaccio, la vita fermarsi e la civilta' scomparire dai paraggi, invece.... Murmansk! Potenza della geografia, che fin dalle scuole medie ci ha raccontato di quella fantomatica ^ Corrente del Golfo ^ che attraversa tutto l'Oceano Atlantico per andare poi ad esaurirsi su a Nord, e per la precisione proprio da queste parti. E cosi' il suo mare mai completamente ghiacciato ha consentito lo sviluppo di quella che e' la piu' grande citta' a queste latitudini sub-artiche; mi aspettavo dunque temperature perlomeno di -30 gradi, invece raggiungono a malapena i -10 e la vita sembra trascorrere tranquilla come in tutto il resto del paese. Quello che di certo non manca e' il buio: proprio in questo periodo dell'anno il sole raggiunge a malapena la linea dell'orizzonte per poche decine di minuti ed il risultato e' una lunga tenebra interrotta solamente verso le 10 del mattino da due ore e mezza di alba seguite in rapida successione da altre due ore e mezza di tramonto che riportano al buio piu' assoluto gia' entro le ore 15. Ma la vita continua, ed in questa citta' si produce anche quella che e' forse la birra piu' settentrionale al mondo, ma dovro' verificare piu' attentamente.

La ragione dell'esistenza di Murmansk e' ovviamente il suo porto sul Mare di Barents libero o quasi dai ghiacci per tutto l'anno, a differenza di quelli piu' meridionali ma comunque piu' freddi del non lontano Mar Bianco; la penisola di Kola su cui sorge la citta' si e' poi rivelata una fonte inesauribile di preziosi minerali, e cosi' una strategica linea ferroviaria collega la citta' direttamente a Mosca con un lento ma spettacolare percorso che attraversa piccole citta' apparentemente ibernate e dai nomi buffi (Kola, Apatity, Afrikanda, Polyarnye Zori(circolo polare), Chupa, Imandra) e poi le foreste ed i mille laghi ghiacciati della Carelia, il tutto costantemente rischiarato da quella luce crepuscolare che contribuisce a rendere magiche queste sperdute lande ai confini del pianeta.


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