Frontiere africane


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March 1st 2020
Published: August 4th 2020
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Come ho avuto modo di scrivere già da qualche altra parte, un'esperienza di viaggio nel continente africano non può dirsi completa senza aver compiuto almeno un attraversamento di frontiera via terra tra due dei suoi stati. Avendone compiuti questa volta ben 10, colgo l'occasione per riunirli qui di seguito e raccontare come si sono svolti. SPAGNA - MAROCCO: Dal porto di Algeciras un comodo ferry (1,5 ore - più o meno 30 euro) salpa alla volta del nuovo porto di Tangeri (Tanger Med), situato 50 Km ad Est, da cui si può prendere un comodo autobus di linea che in meno di un'ora arriva all'autostazione di Tangeri, poco lontana dal centro città. Le formalità doganali (non è richiesto nessun visto) vengono svolte "in acqua": all'imbarco si deve consegnare il passaporto all'ufficio informazioni che lo riconsegnerà al momento dello sbarco debitamente stampigliato. MAROCCO - SAHARA OCCIDENTALE: Si supera il confine nel tragitto tra Tarfaya ed El Ayoun ma non ci si accorge praticamente di nulla: il Marocco mantiene il completo controllo militare e civile di tutta la fascia costiera del Sahara Occidentale, per cui non si ha la benché minima sensazione (a parte qualche sporadico check point lungo l'autostrada) di stare entrando in un altra nazione: al momento qui non esiste una frontiera. SAHARA OCCIDENTALE - MAURITANIA: Questa va spiegata bene. Come appena detto si sta uscendo "di fatto" dal Marocco, per cui la dogana in uscita è marocchina e si riceve qui il timbro d'uscita dal paese; si entra quindi (a piedi, l'autobus rimane in Marocco...) in una "terra di nessuno" lunga circa 7 chilometri che appartiene concretamente al Sahara Occidentale ma sulla quale il Fronte Polisario chiude un occhio (non ne può avere il pieno controllo?) e permette il passaggio a tutti i mezzi in transito. Appena superato il posto di frontiera marocchino si trova un grande cimitero di auto più o meno abbandonate; è qui che si deve attendere che un minibus (già incluso e pagato con il biglietto dell'autobus da Dakhla a Nouadhibou) venga a caricarvi per portarvi al posto di controllo mauritano. Qui la strada si fa sterrata e scorre tra i campi minati ricordo della guerra; alcune carcasse di auto bruciacchiate rimangono a testimonianza di quegli eventi ed invitano i guidatori alla prudenza. Visto mauritano alla frontiera facile e veloce: 55 euro o 60 dollari. MAURITANIA - SENEGAL: Ho già raccontato di questo attraversamento, non dalla città di Rosso bensì dalla più piccola e lontana Diama ( https://www.travelblog.org/Africa/Senegal/Saint-Louis-Region/Saint-Louis/blog-1046208.html ); visto non richiesto. SENEGAL - GAMBIA: anche qui non serve visto; il posto di frontiera attraversato è quello di Karang / Fass sulla via per Barra, da cui si può prendere un comodo traghetto per attraversare in meno di un'ora la foce del fiume Gambia ed arrivare in serata a Banjul. GAMBIA - SENEGAL: Rientro in Senegal percorrendo la Trans-Gambia Highway attraversando la frontiera a Misera (Missira) e inaspettatamente i doganieri gambiani chiedono una tariffa di transito pari a circa 15 euro! Mostriamo il nostro visto turistico spiegando di avere già trascorso alcuni giorni nel paese: ci chiedono scusa e ci lasciano andare. L'unica spiegazione plausibile è che cerchino di spillare dei soldi ai viaggiatori che usano questa strada solamente come transito tra in Nord ed il Sud del Senegal senza fermarsi in Gambia; oppure, più semplicemente, ci provano! SENEGAL - GUINEA BISSAU: il visto è stato ottenuto a Ziguinchor in un paio di giorni per l'onesta cifra di 20.000 CFA (1 euro = 655 CFA); i sept place guineani in partenza da Ziguinchor arrivano direttamente a Bissau passando dal tranquillo posto di frontiera di Mpack / Cacheu. GUINEA BISSAU - GUINEA CONAKRY: con in tasca un visto ottenuto a Bissau (30.000 cfa per un mese a ingresso singolo, 60.000 cfa per tre mesi ed ingressi multipli) ci rechiamo a Quebo da dove in qualche modo è possibile attraversare il poco frequentato confine meridionale del paese; un taxi ci porta fino al posto di confine di Cuntabane, o comunque all'ultimo gruppo di case dove è possibile trovare delle moto che serviranno per l'attraversamento (gira voce che parta un camion una volta a settimana ed impieghi 3 giorni per arrivare a Bokè, la prima città della Guinea Conakry: la strada è sterrata). Legati gli zaini sul portapacchi partiamo, passiamo agevolmente l'uscita dalla Guinea Bissau, carichiamo le moto su una canoa ed attraversiamo il fiume che qui segna il confine. Arriviamo all'entrata in Guinea Conakry dove, oltre al visto, dobbiamo presentare anche il libretto di vaccinazione per la febbre gialla. Qui sorgono i veri problemi perché l'ispettore (un militare che pretende di essere anche un dottore...) ritiene che la vaccinazione debba essere fatta ogni anno mentre, come tutti sanno, la sua validità era di ben 10 anni mentre dal 2016 la sua validità è stata allungata a "tutta la vita, senza necessità di richiami"! Ovviamente tutto si può risolvere con una "donazione" di 5000 franchi. Attenendomi alla mia filosofia del mai pagare se possibile, reagisco con fermezza dichiarando che mai pagherò quella cifra stratosferica (5000 CFA = 7,5 euro); vedo i mototaxisti mettersi le mani tra i capelli in previsione di una lunga trattativa che potrebbe tranquillamente comportare un pernottamento lì in frontiera senonché, dopo solo una mezzoretta di contrattazioni (Tu paghi se no non ti muovi da qui. No, io non pago. Tu paghi se no ti porto in prigione. No, io non pago. Dai, siamo tutti esseri umani. No, io non pago...), vengo informato del fatto che i 5000 non sono franchi CFA bensì franchi guineani, cioè 44 centesimi di euro! (1 euro = 10.500 franchi guineani). Bé, in questo caso, se proprio non posso fare altro, pago. GUINEA CONAKRY - SIERRA LEONE: Si esce dal paese senza problemi al posto di frontiera Pamelap / Kambia; visto all'arrivo. Ci premuniamo degli 80 dollari richiesti ma i doganieri chiamano in ufficio un cambiavalute che procede immediatamente alla loro trasformazione in Leoni prima della consegna: a causa della fluttuazione del cambio quel giorno mancano alcuni leoni per cui dobbiamo cambiare ancora un paio di dollari a testa; meglio averli giusti perché altrimenti il tasso di cambio sarà vergognosamente basso. Controlli sanitari molto seri: oltre che della febbre gialla sono preoccupati anche di una sconosciuta "malattia cinese" di cui abbiamo letto qualcosa di sfuggita sui giornali; controllo della temperatura e dei timbri sul passaporto: fortunatamente non risultano vecchi visti di entrata in Cina. Sono molto attenti e preparati in Sierra Leone: proprio in quest'area del paese, nel 2014, si è verificata un'epidemia di ebola che ha causato qualche migliaio di morti. SIERRA LEONE - GUINEA CONAKRY: In taxi fino al villaggio di Yenga dove è possibile trovare delle moto per raggiungere Géckédou; si oltrepassa il confine su di una canoa e si raggiunge il posto di frontiera di Nongoa. Qui il capo dei doganieri, un militare moderatamente ubriaco, è particolarmente interessato al contenuto dei nostri zaini, che vengono completamente svuotati ed ispezionati: i nostri miseri averi non sembrano attirare la sua attenzione. Ripartiamo illesi. Il visto a multiple entrate era stato preso a Bissau. GUINEA CONAKRY - COSTA D'AVORIO: l'ultimo confine si rivela anche uno dei più facili: un comodo autobus ci porterà direttamente da N'zérékoré a Man, aspettandoci diligentemente mentre sbrighiamo con assoluta tranquillità le formalità doganali. Anche il visto ivoriano era stato procurato a Bissau (19.000 cfa per un mese e singolo ingresso, 30.000 cfa per tre mesi e ingressi multipli).


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