Iran: un ultimo colpo di coda

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Eccomi a Bam, la citta' devastata da un tremendo terremoto alla fine del 2003 ed ormai fuori dai maggiori itinerari turistici, rimasta comunque tappa obbligata per chi viaggia verso il Pakistan.
Qui tutto e' ancora un immenso cantiere a cielo aperto ma cio' che non si e' mai interrotta e' la produzione dei pregiatissimi datteri locali che pendono in grossi grappoli di svariati chili dalle onnipresenti palme che contribuiscono a creare una grossa macchia di verde in mezzo al deserto.
Simbolo della citta', e monumento tra i piu' conosciuti dell'Iran, e' L'Arg, la vecchia citta' fortificata circondata da mura, che e' stata anch'essa gravemente danneggiata: camminando al suo interno sembra di ritrovarsi nel giorno seguente il terremoto, infatti la devastazione e' quasi totale e i cumuli di macerie ricoprono ogni angolo; cio' che ne rimane colpisce ancora per la sua maestosa imponenza, ma l'atmosfera e' andata purtroppo per sempre perduta.
Solo una breve sosta di due giorni quindi, e poi via verso Zahedan, da cui tentero' di prendere il treno che mi portera' in Pakistan.
In questa sperduta citta' di confine si respira un'aria di frontiera e la grande quantita' di baluchi e afghani contribuisce a rendere la Persia solamente uno sbiadito ricordo.
Mi reco di buon'ora al bazar, che qui rappresenta l'unica vera attrazione, cercando qualcuno che mi possa cambiare dei rial in rupie ad un tasso decente, e poi comincio a procurarmi la scorta di cibo ed acqua che dovra' bastarmi per i due giorni consecutivi da passare sul treno che attraversera' il terrificante deserto del Balucistan: 4 litri d'acqua, 1 kg di pane, un melone, tonno, fagioli, formaggio, 1 kg di datteri e semi di girasole in abbondanza.
Posso finalmente addormentarmi nella mia ultima notte in terra iraniana sicuro di essermi ben preparato per questa grande avventurosa attraversata.

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