GIORNO 143: PASSAGGIO A NORD-EST


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Asia » India » Assam
February 3rd 2007
Published: February 5th 2007
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VAISHALIVAISHALIVAISHALI

Scena di vita rurale

UN'INDIA DIVERSA


Seguendo itinerari poco battuti...





Ed il più grande conquistò nazione dopo nazione
e quando fu di fronte al mare si sentì un coglione
perchè più in là non si poteva conquistare niente
e tanta strada per vedere un sole disperato
e sempre uguale e sempre come quando era partito.


Roberto Vecchioni


Verso le 13,00 me ne vado alla stazioncina dei bus e attendo un'oretta prima che parta il mezzo che mi porterà a Satna, la località più vicina con linea ferroviaria.
Il viaggio sul bus locale passa tranquillo e quando arrivo in città, quattro ore dopo, non trovo difficoltà ad arrivare in stazione. Qui la buona notizia: nella bacheca dell'atrio guardo i fogli della waiting list e scopro che anche questa volta il lettino c'è: non so se son fortunato, ma tutte le volte che prenoto un trasferimento notturno e mi vien appioppato il bel numerino di waiting list (alle volte pure alto.. tipo 187..), una volta arrivato in stazione magicamente il posto salta fuori!
Qui attendo le 19,10, ora di arrivo del treno, per poi scoprire che è un po' in ritardo.. poco male, tanto devo passarmi la notte.. aspetto ancora un'oretta e il mio espresso arriva.. si parte! La notte passa placida.. questa volta posso dormire tranquillamente, tanto l'arrivo è previsto alle 9,00 di mattina..
Quando mi sveglio, sono già in Bhirar.. ancora un po' e arrivo a destinazione, nella capitale dello stato, ossia
VAISHALIVAISHALIVAISHALI

Questo era il mio ristorante preferito
Patna.
La mia idea iniziale era quella di fermarmi qui: non che la cosa mi prendesse particolarmente, visto che la città in sè non è altro che un mix di caos e sporcizia.. però era il punto ideale per proseguire nel mio itinerario verso est.
Ma strada facendo, a forza di leggere la guida, mi son convinto che il Bhirar possa offrirmi qualcosa di più: le destinazioni son tutte di stampo buddista.. la più famosa (e ovviamente turistica) è Bod Gaya, verso sud.. ok, ho preso la mia decisione: sceso dal treno, e trovata con un po' di difficoltà l'autostazione, prendo il bus che mi porta verso nord, a 56 km di distanza, a

VAISHALI

Chi non conosce questo posto, è scusato... praticamente è il nulla in mezzo al nulla... Vi arrivo dopo 2 ore di viaggio e, quando scendo, mi dico: "Bel colpo, Andrea!". Il villaggio lo percorri tutto in 5 minuti.. le case son tutte sulla strada principale.. non c'è un ristorante o una guest house in giro, e se per questo neanche l'elettricità.. vedendo le facce dei locali, capisco che qui di turisti se ne vedon ben pochi.. Gli unici posti dove si può alloggiare
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E qui invece ci mangiavo i samosa
son un paio di Ricoveri per Pellegrini, gestiti dalle varie associazioni buddiste. Io seguo la guida, e vado a quello dello Sri Lanka, che gentilmente mi danno ospitalità in una bella stanza. I centri per i pellegrini, un po' più fuori dal villaggio, sulla strada per i siti, son le uniche costruzioni su più piani: per il resto le case son quasi tutte in legno, paglia e fango e la sera si sta in circolo attorno al fuoco, sul margine della strada, a scaldarsi e chiacchierare..
L'atmosfera generale mi prende subito, e poggiata la mia roba, me ne vado in villaggio a trovare un posto dove mangiare: la scelta è veramente minima: polpette di dahal (che non so come si chiamino..),liti, samosa.. e ovviamente chay.. poco importa comunque.. ho finalmente la sensazione di esser arrivato in un posto prima del turismo! Da queste parti han visto così pochi turisti, che mi vien chiesto se son Giapponese...
Il centro che mi ospita ha il generatore, così la sera faccio anche in tempo a far la conoscenza di John e Frank, due simpatici amici che son venuti a trovarmi: tutto ok se non fosse che son passati dalle tubature, son due scarafaggi
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Quel che si suol dire un lavoro di merda...
e son grandi come una mano! Ci chiacchiero amabilmente per un po', poi a tradimento sfodero il mio insetticida Jumbo e glielo sparo addosso.. li lascio agonizzanti, poi semino un po' di terrore e devastazione nella stanza (si vede che sto leggendo un libro sulle avventure di Conan?) per evitare che altri seguan le loro orme e mi vengan a trovare..
La notte passa tranquilla e il giorno dopo, prima del mio giretto turistico, mi godo il paesaggio rurale: il Bhirar mi sta offrendo scenari insospettati.. è sicuramente lo stato indiano più verde che ho visto fino adesso, e questo stride con le informazioni che ho riguardo questa regione, considerata la più povera dell'intero Paese: per far capire, la maggior parte degli uomini chiamati cavallo, ossia dei poveretti che ancor oggi, nel 21° secolo, trainano i riksciò a mano di Kolkata, provengon da queste aree..
E' che, da queste parti, la vita della gente è scandita dal monsone: essendo l'area prettamente agricola, tutto dipende da quando e come arrivan le piogge. Se arrivan in ritardo (o se proprio non arrivan, come talvolta è capitato), o se arrivan troppo violente, il lavoro nei campi di tutto un anno va in rovina,
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E questo è il villaggio
costringendo migliaia di contadini, sul lastrico, a cercar maggior fortuna nelle grosse città come Kolkata... e se per fortuna si intende trovar lavoro come trainatore di riksciò, capite bene che tipo di vita li aspetti in queste megalopoli..
Due parole sugli uomini chiamati cavallo: come detto normalmente vengon da queste parti e hanno una aspettativa di vita media molto bassa, a causa del tipo di vita che fanno. Vanno in giro tutto il giorno scalzi, portandosi appresso il riskiò, che non è neanche di loro proprietà, e che funge anche da giaciglio per la notte. Il periodo d'oro, per loro, è con l'arrivo del monsone, quando per le strade si riversan fiumi di acqua mista a liquami di fogna, alti fino alle ginocchia, e la gente utilizza i loro servizi per andarsene in giro senza sporcarsi i vestiti.
Ma veniamo a questo piccolo villaggio, ora abbastanza insignificante, ma ricco di storia: qui infatti è nata la prima repubblica della storia, quella diLicchavis, nel lontano sesto secolo avanti Cristo; qui è nato anche il fondatore della religione Jainista, tal Mahavir, ma soprattutto è qui che Buddha ha pronunciato l'ultimo sermone prima di morire e passare al Paranirvana. L'area è meta di
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Ecco come si preparano i samosa
pellegrinaggi in quanto in una antica stupa giacion alcune delle ceneri del fondatore: alla sua morte, infatti, il suo corpo è stato cremato e le ceneri sotterrate in 8 punti diversi, corrispondenti agli 8 regni più importanti del tempo.
Attualmente della stupa rimane ben poco, comunque nell'area han eretto altre stupe, rendendo il giretto turistico piacevole, soprattutto vista la pace e serenità che si respira da queste parti.
Il giorno successivo, mi devo rimettere in moto: a Patna infatti avevo già prenotato (ovviamente in waiting list) il treno per la mia meta successiva..
Qui funziona così: ti metti sulla strada, e aspetti.. qualcosa passerà. Alle 14,00 mi siedo ad uno dei dhabas dove avevo mangiato, e aspetto, aspetto, aspetto.. finalmente passa il bus che arriva sino a Patna: son le 17,00, per interderci.. Arrivo due ore dopo, dopo aver attraversato, come all'andata ma in senso inverso, quello che si dice esser il secondo ponte più lungo dell'Asia: è il ponte sul Gange, qui sicuramente molto più imponente che a Varanasi e che, anche se ora sembra placido, durante la stagione dei monsoni deve allargare buona parte delle aree circostanti, visto che il ponte non solo scavalca il letto del fiume,
VAISHALIVAISHALIVAISHALI

E un po' di vacche non guastan mai, da queste parti...
già di per sè molto ampio, ma prosegue ben più a lungo sulla terraferma, come una rampa sopraelevata.
Ho tempo: un po' di internet, una cena "vera", e me ne vado in stazione, per scoprire che il mio treno è in ritardo.. attendi un'ora, poi due.. in stazione comincian a circolare voci, alla "Fantozzi", circa ritardi epocali di cinque ore.. io intanto sfrutto il tempo per sedermi nella hall e cucire il mio zaino, ridotto un po' a pezzi, e l'orologio (sì,.. sì.. capito bene, l'orologio.. quando mi ci metto mi ci metto, io!).
Finalmente arriva l'una di notte e pure il treno.. si sale, la ressa è come sempre infernale, riesco a trovare con un po' di difficoltà il mio posto (mi è andata fatta bene anche questa volta!), mi sdraio, e via, si lascia il Bihar, si attraversa il Bengala Occidentale e si entra in Assam, la prima delle Sette Sorelle che compongon le Provincie del Nord-Est.
Il viaggio passa via abbastanza comodo. I paesaggi son sempre più verdi e la vegetazione si fa sempre più fitta. Arriviamo a destinazione che è già buio: son passate 28 ore da quando mi son seduto sul ciglio della strada a
GUWAHATIGUWAHATIGUWAHATI

Tramonto sul Brahamaputra.. iniziamo una carrellata: questo è visto dalla chiatta che porta all'isolotto in mezzo al fiume
Vaishali. Poco male, l'importante è che sia arrivato a

GUWAHATI

E' la capitale dello stato. Quando esco dalla stazione, ad accogliermi trovo una città in stato d'assedio. Lo spiazzo antistante la stazione è vuoto: in giro si vedon soltanto soldati dell'esercito. Stesso scenario anche in giro per la città: il silenzio, per lo standard indiano, è quasi inquietante. Poi ricordo: oggi è il 26 gennaio, Festa dell'Indipendenza, e da queste parti sicuramente si aspettavan qualche attentato terroristico.
Quest'area dell'India, infatti, è una zona calda a tutti gli effetti: due giorni prima del mio arrivo, una bomba, qui, ha provocato alcuni morti e la presenza massiccia dell'esercito è l'unico deterrente contro questi attacchi dell'ULFA, il Fronte di Liberazione locale, che normalmente colpisce obiettivi come la ferrovia e gli autobus. I rapporti con il governo centrale, da queste parti, non son mai stati buoni: lo si incolpa di non tener nella dovuta considerazione lo sviluppo economico della regione, tra le più povere dell'intera Nazione. Se poi ci aggiungiamo altri mille motivi, come la presenza di decine di etnie indigene che han ben poco a che spartire con gli Indiani, e la dislocazione, che la vede terra di confine, si capisce
GUWAHATIGUWAHATIGUWAHATI

Questa vi concedo di usarla come sfondo del desktop!
perchè dei sette stati che formano le Province del Nord-Est, solamente l'Assam,il Meghalaya e il Tripura son attualmente aperti agli stranieri.
Due simpatici ragazzi mi aiutan a trovare l'hotel da me scelto, dove mi sparo subito una bella doccia, prima di andare a mangiare qualcosina e poi a nanna.
Il giorno dopo, me ne vado in giro: l'atmosfera è diversa dal resto dell'India. Guardando le persone, infatti, si può vedere come qui convergan razze di orgine diversa, e gli occhi a mandorla non son così rari. Anche gli edifici han una architettura diversa e la vegetazione, di tipo tropicale, è sparsa un po' ovunque in città. Le usanze cambiano: pochi venditori di chay, tanti di pan, gli accendini son introvabili (si va solo di cerini) e l'acqua in bottiglia è più cara che nel resto del Paese.
Insomma, anche se la città in sè non offre nulla di particolare, il contesto mi stimola.
L'unica attrazione, qui, è il Brahamaputra, il secondo fiume più lungo dell'India, e dal quale si gode un tramonto spettacolare: superi il ponte fatto di chiatte, arrivi su un enorme banco di sabbia che funge da isolotto, e ti metti ad ammirare i colori del cielo cambiare,
GUWAHATIGUWAHATIGUWAHATI

Tramonto dall'isolotto... anche i corvi risultan belli, con questa luce!
prima che il tipo ti venga a dire che è ora di tornar indietro e prima che le zanzare finiscan di divorarti.
Mi fermo tre notti, il tempo di rifiatare, e poi di mattina mi incammino verso l'autostazione. Son le 10,45 e son intenzionato a prender il primo bus a disposizione per raggiungere la mia prossima meta. Vedo un cartello dove è segnata la partenza per le 11,00, mi informo in ufficio, e la tipa mi dice il prezzo: è un po' altino, ma poi vedo la foto del bus alle sue spalle, chiedo se è quello, mi risponde di sì, e allora decido di prendere il biglietto. Raggiungo il piazzale e.. sì, l'autobus è proprio quello! Whow! Un autobus moderno come non ne vedevo dalla Turchia! Si parte e le sette ore di tragitto passan veramente comode.. quasi quasi spero di non arrivare!
Ma alle 18,15, raggiungiamo l'autostazione di

JORHAT

E' già buio e ci metto un'infinità a trovare da dormire: mi intestardisco, infatti, su di un posto, indicato dalla mia guida come il migliore, ma chiedendo in giro, nessuno lo conosce. Ci aggiungiamo che arriva pure il black-out, facendo piombare l'intera città nel buio totale, e
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Arrivato a destinazione!
si capisce che la ricerca di un alloggio diventa cosa complicata. Alla fine, stremato, abdico: prendo il meno peggio che mi capita per mano. Qui c'è anche il ristorante, e così mi sparo un thali di pesce che è la fine del mondo per meno di un dollaro.
Il giorno dopo, è tempo di fare qualche scelta: L'Assam, infatti, è famoso per la bellezza dei suoi Parchi Nazionali. Il problema, però, è che organizzare qualcosa, quando si è da soli, non è per niente facile: spesso non son semplici da raggiungere, e la maggior parte delle volte necessitan di una jeep per girarli, il che rende la visita tremendamente dispendiosa. Pian pianino svanisce l'idea del Kasiranga, il più famoso, con il suo raro rinoceronte da un corno solo. Qualcosa però voglio visitare, così di mattina me ne vado a caccia di informazioni all'OFFICE OF THE DIVISIONAL FOREST OFFICE (tanta altisonanza per un buggigattolo con una scrivania e un telefono...). Qui vi trovo comunque un signore gentilissimo che mi aiuta, con qualche difficoltà di lingua, a organizzare la visita a una piccola riserva che si trova nelle vicinanze. La cosa era inaspettata... l'idea iniziale era di andarmene direttamente un po' più
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Qui è dove dormivo
a nord, e invece mi ritrovo ad andare a prendere i bagagli e a salire sul bus locale che, dopo 25 km e 50 minuti, mi scarica in mezzo alla strada. Davanti a me solo una insegna, che indica la mia destinazione, e un sentiero gaioso che si perde nel nulla, tra una selva di alberi da una parte e una piantagione di tè dall'altra. Ok, non mi resta che incamminarmi lungo il sentiero!
Dopo un chilometro, arrivo di fronte a una stazioncina ferroviaria, composta da un solo binario, con un cartello sul quale è scritto

MELENG

Questo è il nome del villaggio, che mi dicon esserci. Nel mio soggiorno qui, però, non vedrò altro che le quattro case dello staff e l'ufficio del Gibbon Wilflife Sanctuary. Faccio subito conoscenza con i rangers, che subito mi mostran il bungalow che mi metton a disposizione per la notte.
In questo Centro, in mezzo a una giungla fitta dal sottobosco impenetrabile, vivon sette specie diverse di primati, tra i quali la maggior attrazione è il gibbone. Come poi mi spiegherà la mia guida alla partenza del primo safari, caricando il suo fucile, può capitare di imbattersi anche in pitoni, elefanti
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Immagini dalla giungla...
selvatici e leopardi.. e 'sti cazzi no?!?
Comunque durante la prima visita, avvisteremo soltanto un gruppo di lemuri che se la spassa sui rami. Ma il bello deve ancora venire: il momento migliore per avvistare gli animali selvatici, infatti, è all'alba, per cui il giorno dopo la sveglia è per le 6,00! La notte passa tranquilla.. giusto un barrito proveniente dalla giungla che mi fa pregustare il giro dell'indomani.
Indomani che giunge presto.. mi alzo, esco dal bungalow e subito, sui rami degli alberi lì a poca distanza, vedo due scimmie nerissime dalle braccia lunghissime. Quando lo dirò ai rangers, questi mi diranno esser proprio i gibboni: mi fanno poi una infinità di domande... son così stupiti che li abbia avvistati che sembra quasi che loro non li abbian mai visti!! Dall'altra parte ci son pure due gruppi di macachi che si accapiglian: la giornata parte bene! Il tempo di un chay e ci avviamo... due passi e... sì, a un metro da me un bel pitone tutto raggomitolato!! Whow! Ok, non è immenso e sembra pure ferito, però non è cosa di tutti i giorni incontrarne uno!! Son elettrizzato, ho proprio voglia di inoltrarmi nella giungla.. chissà cosa ha
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Eccolo! Un bel pitoncino tutto per me!
in riserbo per me! Ben presto però lo scopro.. e non è tanto la giungla, quanto il cielo, che mi fa un bel regalino.. si mette a piovere!! Non ci posso credere!! E' da due mesi che non vedo una goccia di pioggia! Proprio ora? Ma questa è sfiga!! Non tanto che ci bagniamo, il tetto di foglie ci protegge abbondantemente, ma con la pioggia addio animali, che se ne stanno rintanati e al riparo!! Nooo!!
E infatti non avvisteremo più nient'altro, se non una sanguisuga che si era attaccata al polpaccio della mia guida.. Va be', dai, comunque son contento dell'esperienza fatta!
Questa, comunque, era anche una tappa importante per il mio viaggio: qui, infatti, raggiungerò il punto più orientale del mio itinerario. Oltre, con le mie sole forze, senza usare aerei, non mi è dato di andare. Oltre ci son infatti gli altri stati, che compongon le Province del Nord-Est, chiusi al turismo e che fungon da cuscinetto con i Paesi confinanti. In ogni caso la frontiera con la Cina è chiusa causa rapporti diplomatici non molto amichevoli (a dire il vero, sfido a trovare uno Stato confinante che abbia buoni rapporti con l'India...). Discorso a parte per
MAJULIMAJULIMAJULI

Villaggio assamese.. le case dan tutte sulle strada maestra
il Myanmar, qui distante meno di 70 km, ma comunque irraggiungibile: è da tempo, infatti, che la dittatura militare a capo di questo Stato fa entrare i turisti soltanto per via aerea (ed è per questo che io non ci andrò mai, a meno che non cambi politica.. non mi ci fanno entrare via terra? Beh, si vede che non mi voglion.. poco male, ho solo l'imbarazzo della scelta!)
Ma torniamo a Meleng: il tempo di riposarmi un po', poi saluto tutti e me ne torno da dove son venuto. Torno a

JORHAT

L'idea era di proseguire diretto alla meta successiva ma visto il tempo, desisto. E poi Jorhat è una città che mi può offrire quello di cui ho bisogno ora: un buon pasto caldo (il giorno prima ho mangiato solo biscotti!), un bel secchio di acqua calda con cui lavarmi, e un po' di internet per tornare nel mondo civile.
Torno allo stesso albergo dove avevo soggiornato in precedenza e questa volta mi danno una camera ricavata, con dei separè in legno, direttamente nella grande sala del ristorante: poco male, è pure più economica e non devo far grande strada per mangiare!!
L'indomani mattina, quando son
MAJULIMAJULIMAJULI

Calcolando che siamo su di un isolotto, questo è un fiume nel fiume.. strano no?
lì che me la godo un po' a letto, faccio la conoscenza con un nuovo amichetto: questa volta ha due orecchiette, il pelo e una bella lunga coda. Mi guarda con il suo faccino da dietro lo schienale della sedia sulla quale avevo steso i miei vestiti. Scompare per poi ricomparire qualche minuto dopo: vedo la sua coda penzolare dalla mia Walls appesa. Ok, sei carino e simpatico, ma proprio qui devi stare? Non puoi trovarti un'altra sistemazione?!?
Ma poco male: il tempo di fare lo zaino e mi rimetto in moto. Vado alla stazione dei bus locali e ne prendo uno che va verso Nimati. Arriviamo una cinquantina di minuti dopo (per fare 14 km...) e qui aspettiamo il traghetto che ci porterà, con una traversata di un'ora e mezza del Brahmaputra, all'isola di Majuli. Altri dieci minuti di bus, e si arriva alla cittadina più grande dell'isola. Siamo a

KAMALABARI

Majuli è la sesta isola di acqua dolce più grande del mondo ed è sede di alcuni satras, ossia monasteri fondati dal Santo poeta Vaishnava, vissuto nel sedicesimo secolo. Dei 65 satras originari, il fiume e il tempo ne han risparmiati soltanto 22. Io alloggerò nella
MAJULIMAJULIMAJULI

E chiudiamo con in altro tramonto: questo dal traghetto che mi sta portando a Majuli
guest-house di uno di questi, dove mi danno una camera da spartire con un informatore farmaceutico indiano (ebbene sì, questi lavori esiston anche qui!). Di visitare gli altri, non se ne parla nemmeno, visto che il più vicino dista cinque chilometri e l'unico mezzo di locomozione a mia disposizione son i miei piedi. Sfrutto così i miei due giorni di soggiorno per farmi lunghe camminate in giro per l'isola, passando attraverso decine di piccoli villaggi assamesi e centinaia di "Hallo!": qui di stranieri se ne vedon pochini, e la mia presenza di certo non passa inosservata!
Ma è già tempo di andare alla scoperta di nuovi lidi, così seguo l'iter al contrario e torno sulla terraferma. Ora che scrivo queste righe mi trovo per l'ennesima volta a Jorhat, ma questa volta non mi fermo: son in attesa del bus notturno che mi porterà verso Ovest.

Si va in Meghalaya!!

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5th February 2007

torni?
torni?
6th February 2007

SONO QUA!
Ciao a tutti! Come vedete ho ripreso a pieno ritmo a publicare nuove pagine del blog... Giusto due risposte al volo: X Nicola: allora mi hai beccato! Avevo detto al fattorino di passare dalla porta sul retro! E comunque ti ho visto, che eri li' fuori nel parco a fare la posta... ti ha smascherato il tuo cammuffamento: eri travestito da Ciliegio in Fiore, ma la stagione e' quella sbagliata! La prossima volta prova con il travestimento da Salice Piangente con Kleenex... non fallisce mai! Riguardo il tuo sito, mi auguro che tu non abbia passato troppo tempo su internet, quando eri la'.. sai, Capo Verde e' famosa per i suoi boys che si danno da fare con le turiste!! X il troppo bello e dannato: finalmente qualche news! E non mi dire che non sapevi del calendario! Poi comunque ti rispondo... X Pier: mi e' arrivato finalmente un aggiornamento sul tuo conto... una piccola chicca, o meglio, una piccola Perla... X Super Anna: tornare? C'e' tempo... c'e' ancora tempo... e tu? Sei poi andata via? Ok, alla prossima!!!! Ciaooooo!!!!!!
6th February 2007

allora è un ordine
allora è un ordine...adesso basta devi tornare!!!non vedi che per l'invidia non scrivo mai sul tuo blog....in più mi sembra che la macchina fotografica regga.....doppia invidia!!!Risultato finale: è sufficiente sei stato in giro abbastanza......per il mio benessere devi o tornare o chiudere il blog e sparire per sempre!!!!!! e la mia banca in bangladesh? Per Fabio: l'esame?
12th February 2007

Desktop savers for sure!
Wow, beautiful pictures, looks amazing, wild and beautiful!
14th February 2007

ciaoo!
ciaooooooooooooo....allora quand'e' che finisce questo giro dell'asia????? un abbraccio
14th February 2007

un saluto da gran canaria
sono riuscita a collegarmi anche qui a Playa di Ingles qui si sta' davvero bene..... ti mandiamo un mega saluto anche da Gran Canaria.... il tuo blog e' davvero special. baci Caterina e il marito Flavio
14th February 2007

e-mail
ti avevo scritto una mail ma poi mi si è cancellata, ti riscriverò presto grazie per le info.....in fondo in fondo spero il tuo viaggio duri a lungo......stavo pensando al Senegal??? Ciao

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