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Published: April 2nd 2020
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Ero stato avvertito: la Guinea e' difficile. Anni ed anni di malgoverno e di incuria hanno portato questo paese sull'orlo del collasso, ne hanno ridotto all'osso le infrastrutture ed hanno generato un ambiente in cui la corruzione e' l'unico sistema che consente alla gente di sopravvivere. Conakry, la capitale, e' una citta' difficile, ero stato avvertito. Sovraffolata ed intasata dal traffico sta per essere velocemente inghiottita dalla montagna di rifiuti che la sua popolazione produce quotidianamente; non vorrei mai dover pronunciare parole cosi' pesanti ma questa citta' rischia di conquistarsi, secondo il mio parere, il titolo di piu' sporca al mondo tra quelle da me finora visitate, ma forse e' stata solo un'impressione iniziale che mi e' rimasta stampata nella mente. La Guinea e' comunque un paese ricco di risorse naturali tra le quali spicca su tutte la bauxite, di cui possiede le maggiori riserve a livello mondiale, il minerale da cui si produce il prezioso alluminio; non sorprende percio' la presenza sul territorio di importanti aziende straniere coinvolte nella sua estrazione e nella costruzione di strade, ferrovie e porti fluviali necessari ad una sua rapida e sicura movimentazione dalle miniere verso il mare e da qui verso Russia, Cina ed
Europa. Forse tra pochi anni si potra' attraversare la Guinea sulle nuove e comode autostrade in costruzione da parte dei cinesi e questo non potra' che essere un bene per il paese, ma per il momento la situazione delle sue strade puo' essere descritta solamente con una parola: infernale. L'asfalto, quando presente, e' costantemente interrotto da grosse e profonde buche che a volte riescono ad inghiottire interamente un'auto, ma anche le piu' piccole, forse le piu' insidiose, costringono gli autisti a mantenere una velocita' di poco superiore ai 40 km all'ora; e' come dover percorrere 200 km di strada costantemente interrotta ogni 100 metri da un dosso artificiale: accellerazione-frenata, accellerazione-frenata e cosi' via per ore ed ore. Aggiungiamoci poi le strade di montagna ricche di curve della regione del Fouta Djallon nel Nord del paese e la presenza costante di quella terra rossa che caratterizza questa parte di Africa: la mancanza di aria condizionata e di tendine parasole costringe i passeggeri a tenere sempre abbassati i finestrini, permettendo ai vortici di polvere di entrare nell'abitacolo ed avvolgere tutto in una patina di caldo colore rossastro. Ma veniamo ora al dunque. Strade difficili esistono in tutto il continente e gia' in
Guinea Bissau a volte le buche erano piu' che l'asfalto e si viaggiava dunque scomodi ed al caldo, ma cio' che caratterizza il sistema dei trasporti qui in Guinea e' un numero: il 9. Penso di aver gia' menzionato i famigerati "sept place", sgangherate Peugeot e Renault station wagon che riescono ad accomodare, oltre all'autista, un passeggero davanti, tre in mezzo e tre dietro: 7 persone piu' il guidatore. Il primo che si presenta al parcheggio dei taxi si aggiudica il posto di fianco all'autista, il piu' comodo ma anche il piu' pericoloso in caso di incidente; i tre passeggeri in mezzo viaggiano stretti ma ancora abbastanza comodi mentre i tre sul sedile posteriore devono per forza non essere piu' alti di un metro e sessanta per riuscire a trovare posto in quello che normalmente dovrebbe essere un bagagliaio; tutto questo per viaggi a volte di piu' di 10 ore, al caldo e su strade non certo della migliore qualita'. In Guinea pero' 7 diventa 9! Due persone viaggiano sul sedile di fianco all'autista, quattro nel mezzo e sempre tre nella gia' scomodissima posizione posteriore; praticamente e' come pagare per avere mezzo posto a disposizione e questo, sommato ai disagi
dovuto al torrido caldo africano, alla condizione deplorevole delle strade ed alla taglia quasi sempre molto abbondante delle signore africane di mezza eta' rende il viaggiare in questo paese un vero e proprio inferno su quattro ruote. Ma come ben tutti sanno l'inferno e' senza dubbio un luogo molto piu' interessante del paradiso, eccomi perche' inGuinea!
P.s.: Appena fuori dalla Guinea ho inavvertitamente smarrito il mio telefono con quasi tutte le foto scattate fino a questo punto; l'ho prontamente sostituito con uno smartphone da 35 Euro: le foto che seguiranno sono il risultato di tale tragico evento....
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