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Published: March 30th 2009
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SOFFIANO GLI ALISEI... ...Dal mar fino alle stelle, navigar vorrei!...
così lasciammo Tocoa per riprendere la nostra rotta dopo un periodo di lavoro, apprendimento, scoperta ed emozioni. Ci spostammo verso il mare, fonte di energia e protagonista delle avventure migliori. Su nuove rotte ci spinge un vento, soffiano gli Alisei!
Da lontano avvistammo la più grande delle isole della Bahia Hondureña, Roatan, e vi facemmo rotta. Quasi ci parve di essere tornati al nostro mondo Europeo, i locali parlavano inglese, le strade asfaltate e le orde di turisti dal pacchetto "all-inclusive".
Dopo una giornata di cocktails e salsa veleggiammo alla volta dei cayos Cochinos, per il tele-utente medio meglio conosciuti come "L'Isola dei Famosi". Di Simona e Yespica fortunatamente neanche l'ombra; il nostro approdo, una lingua di sabbia -40x300 mt- ricca di conchiglie ed adornata da poche palme, era sovrappopolata da 80 Garifuna che, tra una pescata e l'altra, passavano il loro tempo suonando jambey e ballando la punta... mai una danza ci parve così erotica!
Prendemmo alloggio nelle loro capanne, giusto 3 letti con un tetto e, per pavimento, la spiaggia... atmosfera meravigliosamente semplice ed aragoste da leccarsi le dita!
Soffiano gli Alisei... per mondi
più lontani, tu veleggiar potrai...
E così facemmo rotta verso la penisola dello Yucatan (Mexico), ma, giunti quasi a destinazione, a Cay Caulker, in Belize, ci unimmo ai pirati dei Caraibi e, insieme a loro, sull'antico galeone Ragga Gal, veleggiammo tra i Cayos del Belize, bevendo rum tutto il giorno al ritmo di musica ragga, avvenne cosi' che invertimmo la nostra rotta andando verso Sud. Purtroppo non incontrammo neanche un veliero da saccheggiare, così come unica fonte di alimento, non ci rimase che pescare barracuda.
Tra le peripezie trascorse con i pirati incontrammo Robinson Crosue... Soffiano gli alisei!... vecchio come il vento e il mare, eccomi oramai a narrare intorno al fuoco le mie gioie e i guai!
Questo guasto Beliziano vive in una capanna al Cayo di Rendez- vous (50x10 mt) incurante di venti, tempeste e dei sicuri uragani...
Lasciati a malincuore i pirati dei Caraibi, riprendemmo la nostra rotta verso Nord; prima tappa Tulum, ex destino dei veri hippies ed oggi meta acccessibile solo ai saccoapelisti con computer-portatile, che possono spendere 50$ per una capanna senza luce e con il pavimento di sabbia... che delusione!
Scappati da Tulum, ci dirigemmo verso la bianca Mérida, che sempre merita una visita; capitale dello Yucatan e delle amache Messicane, Mérida é una cittá viva, non troppo turistica e che, tutte le sere, organizza balli e concerti all'aperto per i suoi cittadini, i quali, con semplicitá e allegria, si riversano numerosi su strade e piazze.
Nella strada che da Mérida porta a Cancun, cademmo in un'immensa pozza d'acqua (Chi) nelle cui vicinanze (Chen) viveva l'antica famiglia Maya Itza; andammo quindi a visitare i resti della maestosa cittá di Chichen Itza. Purtroppo, per pochi giorni, perdemmo l'equinozio di primavera, giorno in cui, per un calcolato gioco di luci ed ombre, un enorme serpente (animale sacro della cultura Maya) scende dalla cima della piramide principale diffondendo la sua forza e propiziando una ricca annata su tutto quanto lo circonda.
L'energia del serpente giunse comunque ai nostri cuori e, unita alla
forza dello sciamano Kogi della Ciudad Perdida,
dei falli di S.Augustin (Colombia),
alla vitalitá dei leoni marini delle Galapagos,
la forza delle Ande,
il misticismo del Machu-Pichu,
la coca Boliviana,
la magia del Salar de Uyuni,
il succo di rana di Arequipa,
l'iguana afrodisiaca dell'Honduras,
la sensualitá delle danze Garifuna
e la botte di rum dei
pirati,
ci donó tutta la carica per tornare a casa ed affrontare la vita Europea con rinnovato entusiasmo.
Un vento nella notte, soffiano gli alisei
dal mar fino alle stelle, navigar vorrei!
Per mondi piú lontani, tu veleggiar potrai,
Su nuove rotte ci spinge un vento, soffiano gli alisei!
Su nuove rotte ci spinge un vento, soffiano gli alisei!
THE ALISEI BLOW!
We left Tocoa to continue our journey after a period of work, learnings, discovery and emotions. We moved towards the sea, source of energy and of our most intense adventures.
From far away we saw the largest of the Hondurean Bay Islands, Roatan, and sailed that way. On disembarking, we almost had the feeling of having already returned to the European world: the locals spoke English, the roads were paved and thousands of all-inclusive package tourists invaded the island.
After a day of salsa and cocktails, we sailed towards the Cayos Cochinos, looking for something more genuine and authentic: we landed to a small cay: a line of sand (300x40 mt) decorated by shells and palm trees, which was over populated by 80 Garifunas who, between one fishing trip and the other, spent
their time playing jambey and dancing Punta... we had never seen such an erothic dance!
We spent the night in their huts: just 3 beds with a roof and the beach as floor... absolutely simple atmosphere and delicious fresh lobsters for dinner!
Pushed by the Alisei winds we sailed towards the Yucatan peninsula (Mexico), but when we had almost reached our destination, in Cay Caulker, Belize, we joined the pirates of the Caribbeans and, together with them, on an ancient galleon, the Ragga Gal, we sailed among the Belizean Cays, listening to ragga music and drinking rum all day long; so we inverted our route sailing Southwards. Unfortunately we did not meet any caravel to attack, so we had to fish our own barracudas if we wanted to eat ...ah pirates life!
While sailing with the pirates, we also met Robinson Crosue who, at night around a bondfire with marshmallow and rum-cocktails told us his story: this crazy Belizean lives alone in a hut in Randez-vous Cay (50x10 mt) careless of winds, storms and the certain hurricanes...
After we sadly left the pirates, we returned to our own route towards the North and stopped firstly to Tulum,
old mecca of the hippies and nowadays only accessible to backpackers with a laptop who can afford to pay 50$ for a beach cabin with no lights and a sandy floor... such a disappointment!
So we quickly abandoned Tulum directed to the "white Mérida", whose visit filled again our hearts with emotion. Capital of Yucatan and of the Mexican hamocks, Mérida is a lively not very turistic city, which, every evening, organizes open air balls and concerts for its citizens who, with happiness and simplicity, fill-up streets and squares to enjoy life!
On the road from Mérida to Cancun we fell in an enormous pond (Chi), on whose surroundings (Chen), lived the ancient Mayan family Itza; so we went to visit the ruines of the glorious city of Chichen Itza. Unforntunately by only a couple of days, we missed the Spring Equinox, day in which, for a calculated game of lights and shadows, a giant snake (sacred animal for the Mayan culture) descends from the top of the main pyramid effusing its energy and propicious prediction for a rich year to whatever sorrounds it.
However, the snake's energy reached our hearts and together with
the power of
the Kogi shiaman of the Lost City,
the fallic stones of S.Augustin (Colombia),
the vitality of the sea lions of the Galapagos,
the strenght of the Andes,
the misticism of the Machu-Pichu,
the Bolivian coca,
the witchcraft of the Salt-Flats in Uyuni,
the frog juice in Arequipa,
the afrodisiac iguana of Honduras
the sensuality of the Garifuna dances,
and the rum barrel of the pirates,
gave us all the strenght to return home and live our European lives with renewed enthusiasm.
The Alisei blow!
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