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Published: November 14th 2006
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YADZ
Amir Chakmagh, in cima alla quale salire per avere la vista della città DI SCORTE E DI PREDONI
Dove le strade non son strade, le donne non esiston e i semiasse si rompono Un buon viaggiatore non ha
programmi fissi e il suo scopo
non è arrivare.
Lao-Tzu Lascio così Esfahan, con destinazione sempre più ad est, fino all'arrivo, dopo quattro ore di bus in mezzo al deserto, a
YADZ Oasi incastonata tra i due deserti iraniani, è un importante centro per il culto zoroastriano.
Appena sceso dal bus, vado diretto alla ricerca del
Silk Road Hotel, il quale mi era stato consigliato da vari viaggiatori incontrati lungo il cammino. E la scelta si rivelerà veramente azzeccata: sicuramente il posto più accogliente di tutto l'Iran, ha un bel dormitorio e soprattutto una coorte interna dove poter stare un po' in santa pace. Qui la compagnia non manca: reincontro infatti vari viaggiatori, tra i quali Mark, un giapponese in viaggio da un anno e mezzo, e che sta tribolando come me per il visto indiano; Mike, compagno di bevute a Esfahan; e Corrado, un Bergamasco un po' hippy, incrociato per breve tempo sempre a Esfahan.
In questi giorni andrò a visitare città e dintorni con Mike: tra le altre cose vedremo la
Masjed-è Jamè,
YADZ
e per l'appunto ecco la vista dalla Amir Chakmagh con il suo splendido portale, la Città Vecchia, dove sembra di far un tuffo nel passato, l'
Amir Chakmagh, dalla quale poter ammirare la città dall'alto, l'
Ateshkadè, il tempio zoroastriano del Fuoco Eterno (che di eterno credo abbia solo quello, non certo l'orario di visita, visto che per ben due volte lo troveremo chiuso!), ma soprattutto
Dachme, ossia le Torri del Silenzio, distanti 7 km, e posto nel quale i Zoroastriani solevano portare i cadaveri dei loro cari, in modo che fossero divorati dagli avvoltoi.
Ma soprattutto i giorni qui a Yadz passeranno alla storia per le belle chiacchierate in hotel in compagnia degli altri ragazzi, tra una tazza di
chay e un piatto di carne di cammello: mi spiacerà parecchio lasciarli, ma il mio viaggio mi chiama, e così, un bel pomeriggio, rimetto tutto nello zaino, e parto alla volta di
SHIRAZ Vi arrivo che è gia notte, così faccio un po' di fatica a trovare da dormire e mi fermo nel primo hotel abbordabile che trovo.. comunque non è un problema, l'indomani presto lascio libera la stanza, e parto subito in direzione di
Persepolis, scopo del mio arrivo qui. Infatti ho preso la mia decisione di cercare
YADZ
Vista della Masjed-è Jamè dal mio albergo di arrivare a Zahedan per domenica mattina, in modo da poter provare a prendere il visto indiano lì, e per cui non mi rimane tempo per visitare Shiraz città.
Per visitare le rovine di
Persepolis, distanti una quarantina di chilometri, scelgo ovviamente la via più economica e più lunga: arrivo in autostazione gratis (infatti ho capito come aver a che fare con i taxisti.. chiedo la cifra prima di salire, poi una volta arrivati, quando invariabilmente questi si inventan qualche motivo per farti pagare dieci volte tanto, facendoti credere di aver confuso Rial con Toman o campando qualche altra scusa, insisto per dargli la cifra pattuita.. una, due volte.. al terzo tentativo del taxista di fregarmi, un bel "VAFFANCULO" e tanti saluti.. metti pure sul conto, che poi ripasso!),
dove prendo un minibus per
Marvdasht, dove arrivo un'oretta dopo, e da dove prendo uno
shared taxi fino all'entrata del sito, distante una dozzina di chilometri ancora.
Pago il biglietto (una volta, in Iran, gli stranieri, per i biglietti per i musei e i siti archeologici, pagavan cifre decine di volte più alte rispetto ai locali, ma per fortuna, da qualche annetto, le leggi son cambiate e praticamente tutti i siti
YADZ
Particolare di una delle Torri del Silenzio, dove i Zoroastriani lasciavano i corpi dei defunti in pasto agli avvoltoi son veramente economici, normalmente sul mezzo dollaro) e mi inoltro tra le rovine di quella che è stata la città più importante del passato in Medio-Oriente, e dalla quale è nato il nome Persia. Costruita da
Dario I, e espansasi nei secoli sotto il regno di
Ciro il Grande e
Cambise II, del fasto dell'epoca passata, ai giorni nostri, rimane ben poco. Qualche colonna, qualche statua, pietre un po' ovunque, e tanta immaginazione: sinceramente mi aspettavo qualcosina di più, se penso che son arrivato fin qui proprio per vedere questo posto!!
Ma va bene.. il tempo stringe, e così mi rimetto in cammino per ritornare a Shiraz, e strada facendo conoscerò un gruppo di studenti universitari, che mi porteranno fino alla loro università, dalla quale prenderò con loro un bus che mi porterà in città. Facciamo quattro chiacchiere, si scherza con le ragazze sedute davanti a noi, e poi è già tempo di salutarci: son infatti arrivato in autostazione. Recupero lo zaino, lasciato al deposito bagagli, compro il biglietto, e alle 17,00 si parte, destinazione estremo est dell'Iran, a un tiro di schioppo (da queste parti nel vero senso della parola..) dal confine con il Pakistan. E' tempo di arrivare
FOTO DI GRUPPO
Mike (Inghilterra), Corrado (Afghan.. ehm, Italia), Mya (Cina) e Rosha (Olanda.. sì, Olanda, avete capito bene!) nell'affascinante e amena
ZAHEDAN Vi arrivo 17 ore dopo, alle 8,00 del mattino. Ancora frastornato, mi fiondo alla ricerca del Consolato indiano, non volendo perdere nenache un secondo, e.. CHIUSO!! Ah! Ah! Ah! Ah! Ma certo!! Io mi appioppo un tour manco volessi fare il giro del mondo in 80 giorni, e questi che fanno? Ma festa, è ovvio!! E il bello ha ancora da venire!! Costretto infatti a passare la notte qui (la mia idea originale era quella di inoltrare la domanda e tornarmene indietro, a Bam, distante 5 ore, ma certamente posto ben più interessante dove aspettare il rilascio del visto), vado alla ricerca di un posto dove dormire e.. Niente da fare!!
Nessuno vuole stranieri, da questa parte, e così si spacciano per pieni! Ah! Ah! Ah! Ah! Va sempre meglio!! Per fortuna mi portano alla vicina stazione della polizia, e qui inizierà con loro un sodalizio che mi risparmierà anche nel giorno successivo un po' di patemi.
Il
Baluchistan infatti è una terra di confine, un porto franco per contrabbandieri di droga, armi, benzina e quant'altro, e per predoni, che assaltano i bus che fan la spola da una parte all'altra del confine. Qualche
PERSEPOLIS
Particolare di uno dei portali anno fa ciò ha provocato la morte di qualche turista straniero, per cui da allora l'esercito è presente in forze da queste parti. Ma come avrò modo di appurare il giorno successivo, è una presenza più formale che altro, visto che i militari son ventenni che passan tutto il loro tempo a scherzare tra loro, mentre i poliziotti, corrotti o menefreghisti, se ne infischiano e ai frequenti check-point da qui al confine, fan spallucce quando vedon i pick-up dei contrabbandieri che sfrecciano su piste parallele.
Il primo giorno la polizia mi prende in carico e, sballottato da un motociclista ad una pattuglia, poi ad un'altro poliziotto in borghese, poi di nuovo ad un motociclista, e così via, modello patata bollente, mi faranno fare il giro della città per quattro ore, portamdomi due volte al Consolato pakistano (non mi serve il visto!! Voglio dormire!!) fin quando non troviamo finalmente un hotel disposto a prendermi e dove mi danno una cella, senza però la possibilità di usar la doccia. Poco male, conto di star da queste parti il meno possibile, anche perchè la città è discretamente squallida e non offre nessun punto di interesse.
Il giorno successivo, accompagnato ancora dalla polizia, me
PERSEPOLIS
Veduta d'insieme ne vado al Consolato, finalmente aperto: parlo un po' con il Console, e mi dice che il visto può rilassciarmelo ma per non più di tre mesi, e con entrata singola, troppo poco per il mio progetto di viaggio: decido così di aspettare a prenderlo, e tentare la sorte a Islamabad. Ok, a questo punto non ho più scopo qui, e non mi resta che levare le tende, salutare Iran e compagnia bella, e passare dall'altra parte.
Ovviamente gli 85 km da qui al confine li farò sotto scorta: mi sento una via di mezzo tra un ergastolano, non avendo neanche la libertà di comprarmi da solo una bottiglia d'acqua, e un Re, con tanto di guardie del corpo che vigilano sulla mia incolumità.
Per arrivare al confine ci impiegherò qualcosa come cinque ore, con varie soste a check point e caserme, dove vengo lasciato a svernare, in attesa della staffetta successiva. Praticamente mi farò amico mezzo esercito iraniano: in caso di guerra, so di aver degli appoggi nelle file nemiche. Tutti son curiosi ma gentili e cordiali, e così, alla fine, riesco ad arrivare al confine, dove mi timbrano il passaporto prima dal lato iraniano, dove praticamente non c'è
POSTO DI BLOCCO
Siamo vicini al confine con il Pakistan.. notate quel punticino lontano tra la macchina blu e quella marrone: è un pick-up di contrabbandieri che viaggia su una pista parallela! nessuno, poi da quello Pakistano, dove riesco a infiltrarmi e a farla in barba ad una ressa incredibile di uomini barbuti vestiti con quello strambo pigiamone che è il vestito tipico di qua.
Perfetto, son entrato in
PAKISTAN
Un giorno Dio creo l'
Eden, poi, soddisfatto del suo operato, si chiese "Chissà se sarei capace di creare anche il suo opposto".. nacque così
Taftan, la città di confine sul lato pakistano.
Ti da il benvenuto una discarica di lamiere e ferraglia varia, proveniente dall'Iran e qui riciclata, e nella quale camion e gru lavorano 24 ore su 24, in una bolgia dantesca. Lieto di esser arrivato fin qui, prosegui per una strada sabbiosa, e arrivi nel centro della paradisiaca Taftan: polverosa, sporca, con costruzioni basse e sqallide, e dove la faccia più amichevole che incroci ti ricorda molto da vicino
Bin Laden. Cerco di fermarmi da queste parti il meno possibile: il tempo di farmi rapinare da un cambia valute, che per i miei pochi Rial restanti mi offre un cambio osceno, e mi dirigo al primo autobus in partenza per Quetta, unica destinazione possibile da qui, e distante più di 500 km di deserto.
Trovo posto su un
FERMI NEL DESERTO!
Ma tutte a me devon capitare!?! bus discretamente sgangherato che credo si tenga insieme grazie alle incrostazioni di ruggine e allo scoth e, alle 17,30, finalmente si parte, lasciandomi così indietro questa amena cittadina nella quale non avrò visto neache una donna (il che la dice lunga sulla condizione del sesso femminile in questa parte di mondo così conservatrice).
Mi fa ridere la LP quando scrive di non uscire dalla strada principale: e dove vai? C'è solo questa! Che poi chiamarla strada è tutto dire: i fuori pista son frequenti, si viaggia spesso nella sabbia, e sull'autobus capisco veramente cosa devon provare i coctails all'interno degli shakers.
Per fortuna son così stanco che riesco ad addormentarmi. Verso le 2,30 mi sveglio e scopro che siam fermi.. Non mi pongo troppe domande, e mi riaddormento. Regolarmente, nel corso della notte, mi sveglio, e, constatando che siam sempre fermi, la mia fervida immaginazione da rinco comincia a frullare e così, tra un pisolino e l'altro, le penso un po' tutte: abbiam forato, è consuetudine fermarsi di notte (certo, e allora perchè i bus parton a quell'ora?), che l'autista ha avuto info che più avanti era troppo pericoloso proseguire, etc,..
Alle 6,00, mi sveglio del tutto, guardo fuori dal
ARRIVO!
In attesa di ripartire, si fa colazione nel deserto.. finestrino, e vedo che i vari componenti del bus stan facendo la preghiera del mattino. Scendo, e scopro il motivo dello stop: abbiam rotto il semiasse della ruota posteriore!! E vai, proprio in mezzo al deserto, e praticamente in culo al mondo!
E non certo nel posto più sicuro del mondo! Il Baluchistan infatti è zona
off-limits: qui è ancora come il
Far West e l'unica legge che conta è quella delle varie tribù e dei clan. Per fortuna i miei compagni di viaggio mi vengon incontro e mi rifocillano: in quanto unico straniero, son diventato velocemente una celebrità.. tutti son curiosi di sapere da dove provengo (e in pochi sanno dov'è l'Italia!!), se son sposato, qual è la mia religione,..
L'attesa in mezzo al nulla si protae, e finalmente alle 10,30 verdiamo ritornare il nostro autista, che a suon di passaggi era andato non si sa dove a trovare il pezzo di ricambio: perfetto, si procede alla riparazione e via, si riparte!!
Altre otto ore di nulla e, ormai ridotto a un brodino dai continui scossoni, arrivo in quella che, dopo tanta fatica, mi appare come l'
Eldorado! Sono a
QUETTA Benvenuti nel
Pianeta delle Scimmie! Perchè questo
FINALMENTE!
Riparazione in corso: si riparte! nome? Per due motivi: il primo perchè la gente, da queste parti, è veramente curiosa, e non essendo abituata a vedere molti occidentali, ti guarda, i bambini ti toccano, e gli inviti a prendere
chay son infiniti. Il secondo motivo, invece, è che tu stesso, povero viaggiatore, non essendo abituato a tutte queste attenzioni, arrivi a sentirti come una scimmia in gabbia!
Quetta è diventata famosa grazie alla guerra nel vicino Afghanistan, con il quale condivide l'etnia predominante, ossia quella
Pasthun. Il posto non è certo dei più sicuri, e si presenta come una squallida cittadona, con uno smog incredibile, fogne a cielo aperto, fango ovunque, e pochissime donne in circolazione, alcune delle quali con tanto di
burqa.
La cosa più bella di Quetta si rivelerà il mio hotel, dove per 200 Rupie ho tanto di doccia calda (una rarità da queste parti, e siamo a 1700 mt di altezza!) e tv satellitare!! Uso questi giorni soprattutto per riposarmi: dopo tutti questi lunghi trasferimenti, son veramente a pezzi.
Provo a visitare il
Bazaar, l'unico punto di un certo interesse, ma praticamente l'impresa si rivela troppo ardua: ogni dieci metri ti ferma qualcuno per scambiare due chiacchiere, e regolarmente ti si
QUETTA
Il caos regna sovrano! crea attorno un capannello di un centinaio di persone, incuriosite dalla presenza di uno straniero: la cosa non si rivela pericolosa di per sè, ma visto il posto, è meglio non strafare..
Qui a Quetta, poi, reincontro Corrado, arrivato il giorno prima, e nella camera del quale passerò un paio di serate piacevoli.
Poi, quando mi sento nuovamente fresco e pronto, mi rimetto in moto, voglioso finalmente di uscire da 'sto cappero di Baluchistan!!
LINKS: cosimoagiro unz l'ospitaliero
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Ermanno & Alessia
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Hotel a Quetta
Ci daresti il nomino del tuo bell'hotel a Quetta??? Fra circa 5 giorni servira' anche a noi...