GIORNO 229: CASA DOLCE CASA


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April 30th 2007
Published: August 6th 2007
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ITINERARIO IN SUDAFRICA

Arrivato all'aeroporto di Johannesburg, ho visitato Pretoria; Graskop (Blyde River Canyon); son poi tornato a Pretoria per andare a Johannesburg; Cape Town; Simon Town (Cape Point); Stellenbosch (Paarl); di nuovo a Cape Town per far rotta verso Knysna; Plettenberg Bay e tornare per l'ultima volta a Cape Town (Robben Island), dalla quale ho preso il volo finale per l'Italia

CAPE POINTCAPE POINTCAPE POINT

Anche questa impresa è portata al termine: Lambo ai confini del mondo!!

RITORNO A BOLOGNA




Dove tutto ebbe inizio






Arriva un momento nella vita
in cui non rimane altro da fare
che percorrere la propria strada fino in fondo.
Quello è il momento d'inseguire i propri sogni,
quello è il momento di prendere il largo,
forti delle proprie convinzioni.


Sergio Bambarén



Passate le festività di Pasqua, decido che è giunto il momento di tornare a spostarsi.
E poi, ho un piccolo progetto da realizzare: raggiungere Capo di Buona Speranza!
Un falso storico fa credere alla maggior parte della gente che questo sia il punto più a sud del continente africano, ma non è così. Il vero punto dove l'Oceano Atlantico e quello Indiano si incontrano, è 300 km più a sud-est, a Cape Agulhas. In ogni caso Capo di Buona Speranza, anche senza questo primato, per fascino e bellezza, non è secondo a nessuno. Devo arrivarci!
Sì, ma come? La via più semplice è prendendo uno dei tanti tour che, in mezza giornata, ti portan in giro per la penisola, su grandi bus turistici e con tanto di guida che ti spiega un po' di storia. No grazie, non è questa la mia via... troppo commerciale... devo rendere avventurosa questa esperienza!
Mi trovo infatti in quello che vien considerato uno dei tratti di costa più selvaggi dell'intero continente: qui il mare è sempre agitato, con le onde che si infrangon violentemente
CAPE POINTCAPE POINTCAPE POINT

Vista di Capo di Buona Speranza dal faro
contro gli scogli, alzando spruzzi d'acqua alti una decina di metri; il vento spira sempre forte, modellando le fronde degli alberi come un artista lo fa con la creta; la navigabilità non è delle più semplici e son ormai tante le navi che, nel corso degli anni, son naufragate su questi speroni di roccia.
Insomma, questo è il contesto... non posso sminuirlo arrivandoci comodamente seduto su di un bus con aria condizionata!!
Per questo motivo, mi rimetto in moto, faccio i bagagli e vado in stazione a prendere il treno metropolitano, che in un'oretta mi porta fino a False Bay, la baia orientale della penisola. Scendo alla fermata di

SIMON TOWN

Avevo già chiamato in precedenza e trovare da dormire non si rivela difficile. Sfrutto il resto della giornata per andare un po' in giro per questa piccola cittadina, che oltre ad essere la principale base navale del Paese, è anche il terzo insediamento europeo più antico in Sud Africa. Ai giorni nostri si presenta come una sonnolenta località turistica, che ha il punto di maggiore interesse in Boulder Beach, piccola spiaggia a due chilometri dal centro e sede di una delle ormai rare colonie di Pinguini Africani.
CAPE POINTCAPE POINTCAPE POINT

Della serie: ma chi me lo ha fatto fare di percorrere tutti 'sti chilometri per arrivare sin qui?!

In questa piccola riserva questi simpatici pennuti se ne vanno in giro, con la loro consueta e buffa camminata, incuranti della presenza delle frotte di turisti e della presenza in generale dell'uomo, che ha costruito case e strade tutt'intorno a questa piccola baia.
Il giorno successivo, il motivo della mia venuta qui.
La decisione ormai è presa: voglio raggiungere Capo di Buona Speranza in sella ad una mountain bike!!
In tutto son più di 50 km e non so minimamente che tipo di strade mi aspettino, comunque ormai nulla mi ferma più, così noleggio di buon'ora la bici e parto: destinazione sud, destinazione avventura!!
Per lo meno sbagliare strada è impossibile e comunque i paesaggi son da favola. Dopo circa 12 km, arrivo all'entrata della riserva: pago il biglietto, e continuo l'impresa. La strada, che fino adesso aveva costeggiato il mare, punta ora verso l'interno: davanti a me comincio a scorgere il faro, simbolo della zona e meta finale del mio pedalare.
Tutt'intorno vedo passare un paesaggio lunare: la vegetazione è bassa e rada, del resto qui il clima spesso è inclemente, con forti raffiche di vento e pioggia. Affronto qualche sali e scendi, vengo superato dai vari bus turistici,
CAPE POINTCAPE POINTCAPE POINT

Vista dello sperone di roccia su cui è abbarbicato il faro
carichi di vecchietti dalla pelle bianchissima e rugosa stile carta velina.
Poi l'ultimo strappo e son in cima al promontorio: ho raggiunto Cape Point!
Smonto dalla sella, mi godo un po' il paesaggio, mi rifocillo e poi inizio la scalata: arrivato qua, non posso perdermi la vista da in cima al faro! Mi godo un po' il frangersi delle onde sulle alte scogliere e provo ad immaginare come possa esser navigare da queste parti, magari in balia degli elementi. E' tutto molto eccitante, peccato solo per la quantità incredibile di turisti scaricati da un numero infinito di bus che vanno e vengono di continuo.
Quando mi rimetto in sella, decido che non ne ho abbastanza, così sulla via del ritorno, dopo solo un paio di chilometri, prendo una deviazione e me ne vado verso il vero e proprio Capo di Buona Speranza. Qui non ci son costruzioni dell'uomo, solo una targa con le coordinate del luogo, per il resto una piccola spiaggia, scogli e il mare impetuoso in tutta la sua bellezza: che spettacolo!!
E' ora di tornare: strada facendo mi imbatto in struzzi, babbuini e altri animali di cui ignoro il nome.
Il ritorno, sarà la fatica accumulata, è
CAPE POINTCAPE POINTCAPE POINT

Traffic jam: e chi lo dice che la strada sia solo per le macchine?!
più arduo ma una volta lasciato il parco e arrivato sulla strada principale, tutto torna al suo posto: raggiungere Simon Town è una sciocchezza... anche Cape Point è fatto!!!
Il giorno dopo, si riparte: stesso percorso, a ritroso: il trenino metropolitano mi riporta a Cape Town ma qui, invece di fermarmi, salgo su un'altra linea e, dopo un cambio di treno, arrivo in una delle regioni più famose della zona. Sono arrivato nelle Winelands. Scendo a

STELLENBOSCH

Altro piccolo insediamento, a soli 46 km da Cape Town, antico di trecento anni e oggi centro turistico di prim'ordine, essendo il centro principale di quella via chiamata Wine Route. In questa regione vengon prodotti i più importanti vini del Sud Africa e i suoi paesaggi, ricchi di vigneti, richiaman alla memoria quelli della Toscana. La cittadina in sè è carina, con le sue case in puro stile coloniale olandese ma è tutto così ordinato e pulito che il risultato è abbastanza asettico. I dintorni, invece, son molto belli: verde ovunque con ampie vallate e colline suggestive.
Anche qui trovo da dormire senza difficoltà e, per tagliare un po' le spese, decido di rispolverare nuovamente la tenda: campeggio nel giardino della
SIMON TOWNSIMON TOWNSIMON TOWN

Boulder Beach: ecco la colonia di pinguini!!
guest house. Soluzione certamente economica ma discretamente scomoda, vista l'umidità notturna pazzesca.
Il problema da risolvere, ora, è il seguente: come mi sposto per esplorare la zona?
L'idea era quella di noleggiare nuovamente una bici, ma una volta sul posto mi devo scontrare con la realtà: qui, di bici, neanche l'ombra.
Così il primo giorno mi faccio un lungo giro a piedi senza meta. Facendomi guidare dal mio istinto, arrivo fino in cima alla collina che sovrasta la città, gironzolo per il bosco lungo le sue pendici, mi perdo un po' e mi rilasso, a contatto della natura.
Il giorno successivo, invece, prendo il trenino e me ne vado a Paarl, altro centro rinomato della zona. Purtroppo il tempo non è dei migliori, il cielo grigio e una fitta coltre di foschia copre tutta la vallata. Anche qui giro a perdermi ma, viste le condizioni climatiche, decido presto di tornarmene indietro.
E' ora di fare le valigie, per cui smonto tutto, faccio lo zaino e, con il mio ormai fidato trenino, me ne torno a

CAPE TOWN

Appena arrivato, faccio subito il biglietto per la prossima destinazione: la partenza è prevista per la mattina successiva. Non mi resta
SIMON TOWNSIMON TOWNSIMON TOWN

Dopo una foto d'insieme, ecco un particolare... c'è chi cammina barcollante e chi si stende a oziare...
altro da fare che cercare una sistemazione per la notte, così me ne vado filato alla guest house dove avevo passato le notti precedenti. Posto c'è, perfetto: un po' di relax, un po' di tv, una bella dormita in un letto vero, e la mattina dopo, alle 6,00, son già davanti all'autostazione: mezz'ora e parte il bus che mi porta sulla mitica Garden Route. 8 ore dopo, vengo scaricato nel centro di

KNYSNA

Piccolo porticciolo turistico, incastonato nel mezzo di quella che, per la bellezza dei paesaggi, vien considerata la più bella zona del Western Cape. Stiam parlando della Garden Route, 200 km di strada immersi nel verde, tra foreste e fiumi, incastonati tra le montagne a nord e l'Oceano Indiano a sud.
Il solito problemino è che, senza un mezzo mio, molte delle bellezze della zona mi son precluse.
Alla fine, tra milioni di idee e itinerari vari, ho deciso di fermarmi in questo piccolo paesino e la scelta si rivelerà corretta non tanto per il posto in sè, quanto per la conoscenza di uno di quei personaggi che solo viaggiando si posson incontrare.
Lui è Robert, è Olandese, ha 48 anni, iper-abbronzato, con due baffoni spioventi,
SIMON TOWNSIMON TOWNSIMON TOWN

Tanto per cambiare, un tramonto...
ed è venuto fin qui da Cape Town per vedere un catamarano in vendita. Dopo esser scesi dallo stesso autobus ed aver parlottato un po', decidiamo di andare a cercare da dormire insieme.
Durante il corso della giornata avrò modo di approfondire la conoscenza di quest'uomo, che è stato capace di fare dei propri sogni la propria vita: da 25 anni in Africa, ha preferito trasferirsi a vivere come pescatore in Namibia piuttosto che continuare a vivere in Europa, ed ora è in cerca di un catamarano da acquistare per poi veleggiare fino in Mozambico e qui scarrozzare in giro i ricchi turisti Occidentali, attratti dalla pescosità di questi mari e disposti a pagare profumatamente per ammirare la bellezza dei fondali.
E infatti il pomeriggio lo passiamo al piccolo molo, incastonato in una bella laguna che rende famosa questa località.
Ci facciamo indicare qual è la barca, saliamo su e, anche se in assenza del proprietario, entriamo all'interno forzando la porta.
Robert verifica attentamente i particolari (del resto, costando la barca più di 100 mila euro, vorrei vedere chi non lo farebbe...), controlla la manutenzione, mi spiega le cose che secondo lui non vanno e, una volta sicuro di aver
STELLENBOSCHSTELLENBOSCHSTELLENBOSCH

Paesaggio tipico della Wine Route
visto tutto quel che c'era da vedere, risistema la porta e scendiamo.
La sera, lui ha fame e vuole mangiare bene, visto che è da un po' che non ci riesce. Io gli spiego che i miei fondi non mi permetton di mangiare al ristorante e, quasi scusandomi, gli prometto di preparargli un piattone di pasta in guest house. Non sia mai detto: lui ha fame, e si mangia al ristorante cinese. Così è deciso!
Mangiamo come due leoni a digiuno da mesi, divorando piatti giapponesi, quali sushi e sashimi, per poi buttarci su quelli cinesi a base di carne e di pesce.
A tavola parliamo un po' di tutto: ascoltare la storia della sua vita è affascinante, è una persona vitale che ti trasmette energia e ti fa capire che tutto è possibile, dipende solo da noi stessi.
Anch'io gli racconto il motivo per cui son venuto fin qua e lui, visibilmente toccato, mi dirà una frase che non potrò mai scordare: "Ricordati che la tua vita non orbita mai attorno a quella di qualcun'altro". Hai ragione, mio caro Robert... hai ragione...
La serata procede spedita e molto piacevole, aiutata da due bottiglie di vino che ci scoliamo come
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Un altro po' di natura...
fosse acqua. Quando, un po' barcollanti, ci alziamo per andare verso la cassa a pagare il conto (quasi 50 euro), Robert mi allontana: son suo ospite e poche chiacchiere... ben a poco valgon le mie rimostranze.
Il giorno successivo, purtroppo, le nostre strade già si separano: lui infatti fa ritorno a Cape Town. Al momento di uscire, dopo colazione, non lo trovo più, così gli lascio un bigliettino di ringraziamento sulla borsa, con il mio indirizzo. Quando ritornerò in camera, la sera, vedrò che lui ha ricambiato lasciandomi una confezione gigante di biscotti...
Sei un grande, Robert, lasciatelo dire: un incontro come questo vale già da solo un viaggio del genere. Grazie di tutto!
Il secondo giorno qui a Knisna, lo uso per andare a vedere i dintorni, con la sua laguna e le sue foreste.
Noleggio la solita bici, e me ne vado a zonzo, senza meta apparente, guidato dall'istinto. Istinto che mi porterà a sudare sette camice, costringendomi ad affrontare salitone spezza gambe e a perdermi in mezzo al nulla, sulle colline adiacenti. Alla fine, comunque, ritrovo la via e faccio ritorno in paese, attraversando le township attorno: riesco così a farmi un'idea sulle condizioni di vita dei
KNYSNAKNYSNAKNYSNA

Il suo piccolo molo
neri, relegati a vivere ai margini della società, lontani dai lustri e gli sfarzi della città vera e propria, costretti a vivere in baracche di lamiera e legno. Non so quanto sia stato sensato fare questo giretto, anche se forzato dal fatto che non sapevo dove mi trovassi, comunque quando lo racconto alla tipa della guest house, questa mi dice che son stato un pazzo ad avventurarmi da quelle parti. Sarà, ma io l'unico problema che ho riscontrato è stato, una volta a Knisna, quando mi son accorto che la ruota davanti della bici era bucata, costringendomi a riportarla indietro anzitempo e a mano.
Il giorno successivo, parto. Ho deciso di proseguire sulla Garden Route, così me ne vado fino alla piccola stazioncina, dalle parti del mercato, da dove partono i minibus taxi. Ovviamente solo l'unico bianco. Ovviamente non incontro difficoltà a raggiungere la vicina

PLETTENBERG BAY

Eccomi arrivato alla Saint Moritz sudafricana. Altro piccolo centro turistico, è ubicato in cima a una collina a picco sul mare. Il centro in sè è un insieme di supermercati, ristoranti, banche ed agenzie immobiliari, ad uso e consumo dei ricchi vacanzieri locali che prendon d'assalto la località a decine di
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Vista della baia
migliaia per le vacanze natalizie. Il motivo? La bellezza della sua baia: striscie lunghissime di sabbia, un mare da queste parti mai domo che si infrange sugli scogli e la quiete della natura che ha la capacità di farti riappacificare con il resto del mondo.
Come a Stellenbosch, per risparmiare un po', decido di montare la mia inseparabile tenda nel giardino della guest house. Il resto è storia: relax, relax e ancora relax... nulla più.
Passo le giornate a leggere, ad ammirare il paesaggio dalla panchina del punto panoramico e ad esplorare i dintorni, camminando a perdermi lungo le sue spiaggie e le stradine della cittadina.
Qui si consuma un evento importante: il 21 aprile compio gli anni. Ma non è un compleanno qualunque: lascio infatti i miei amati "vent'anni", per entrare nel giro dei "trentenni". Lo so, è una cosa più psicologica che altro, ma è difficile non avvertire una certa emozione, a pensare che una parte della giovinezza ormai è andata.
Ma l'età anagrafica conta ben poco, e il viaggiare mi aiuta a capirlo, aprendomi la mente e facendomi comprendere che tanto si può e a qualunque età, basta avere lo spirito e il desiderio di fare. Si
PLETTENBERG BAYPLETTENBERG BAYPLETTENBERG BAY

Vista della baia dal mio piccolo angolino di pace
è sempre giovani, se ci si sente giovani!
Passo da queste parti quattro giorni e la mattina del quinto è giunto il momento di smontare la tenda, fare i bagagli, scroccare un passaggio e salire sul bus: è ora di ritornare, per l'ultima volta, a

CAPE TOWN

Ebbene sì, cari amici.. il viaggio sta per terminare: ancora pochi giorni e questa piccola avventura avrà termine.
Utilizzo il poco tempo a mia disposizione per vedere ciò che ancora non avevo avuto modo di visitare di questa splendida città.
In questi giorni il tempo non sarà dei migliori, pioverà molto: l'inverno ormai è alle porte e il cielo sembra che voglia farmi capire che sa quel che sto provando nel cuore in questo momento della mia vita.
Riesco finalmente a visitare Robben Island, un'isolotto che all'epoca dell'apartheid era adibita a prigione per criminali politici e dove è stato incarcerato per diciotto lunghi anni anche Nelson Mandela.
Vi si arriva con il traghetto dopo una traversata di un'ora. Il tour si snoda lungo tutta quanta l'isola e oggi, a far da guida ai visitatori, son gli stessi ex-detenuti che han provato di persona cosa voglia dire vivere tra i patimenti e
TRAGUARDITRAGUARDITRAGUARDI

Un po' di considerazioni in vista della fine del viaggio...
le privazioni.
Gli altri giorni, cammino molto, senza meta, andando alla ricerca di particolari e di sensazioni da portarmi dentro, al mio ritorno, come se volessi cercare, in questi ultimi giorni, di carpire l'essenza di questo Paese, così strano e sfuggente e che comunque non son riuscito ad amare.
E così capito, quasi per caso e di sera inoltrata, nel quartiere chiamato Bo-Kaap, affascinante miscuglio di moschee e costruzioni di epoca coloniale olandese. Passeggio tra le sue case dai colori pastello, i minareti, le viuzze strette, e quando i muezzin intonano il canto, ormai familiare, per chiamare i fedeli alla preghiera, è come un tuffo al cuore: guardo i grattacieli illuminanti del centro città, che si staglian enormi ai piedi della collina, simbolo della modernità, e la mente inizia a vagare, a ritroso, e frammenti di questo viaggio riaffiornano alla mente, come piccoli flashback. E mi emoziono, pensando a quanto il mondo sia diverso, ma tutto sommato simile; a quanto la vita dia ma sia anche capace di togliere. E mi metto a piangere... di un pianto liberatorio...

Il canto del muezzin, uguale qui a Cape Town come ad Ahmedabad, per non dire ad Islamabad ovvero ad Esfahan o
GARDEN ROUTEGARDEN ROUTEGARDEN ROUTE

Un'altra spiaggia in questo tratto di costa
ad Istanbul. Il canto del muezzin come trade d'union di questa mia avventura in giro per continenti. Il canto del muezzin per chiudere il cerchio.
E capire che è ora di tornare.

Un taxi, l'aeroporto di Cape Town, quello di Johannesburg e si esce dal Sud Africa, poi dall'Africa e, a distanza di sette mesi ormai, si rimette piede sul suolo europeo. Son ad Atene: quanto tempo è passato da quei miei giorni in giro per il nord della Grecia, ancora titubante al pensiero di quel che stavo facendo, ma allo stesso tempo eccitato, voglioso di scoprire cose nuove, di emozionarmi, di vivere intensamente nuove esperienze.
Son arrivato alla fine, tutto ormai è alle spalle... no, scusate.. nel mio cuore..
Il volo per Milano e son di nuovo in


ITALIA




E' un turbine di sentimenti contrastanti: tutte queste persone che ridono, scherzano, parlano in Italiano... cara, dolce Italia... quanto mi vai stretta, ma allo stesso tempo quanto mi gonfi di orgoglio...
La stazione, il treno, i paesaggi... la mente che vaga poi, d'incanto, San Luca: dalle mie parti si dice che, ogni viaggio, termina nel momento in cui si riesce a scorgere, sulla collina, la
SULLA STRADA PER CAPE TOWNSULLA STRADA PER CAPE TOWNSULLA STRADA PER CAPE TOWN

Ultimo trasferimento in bus... la fine è vicina, ormai...
sua rassicurante mole. E' proprio vero, son a

BOLOGNA

Ad attendermi, Fabio: in quella lontana mattina di settembre, in mezzo ad un traffico caotico, mi aveva accompagnato in questa stessa stazione... stava iniziando il sogno.
Questo 30 aprile è nuovamente qui, insieme a Casaro, a riprendermi.

Un altro cerchio che si chiude. In mezzo, in tutti questi mesi, tanti incontri, tante avventure, tante esperienze, tante emozioni, tanti sentimenti, tante speranze.

Il mio viaggio è giunto al termine... così... come tutto è iniziato...




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CAPE TOWNCAPE TOWN
CAPE TOWN

Ma quanto son lontani i tempi dell'Iran!! Qui il consumismo e la globalizzazione raggiungon i loro massimi livelli!!
ROBBEN ISLANDROBBEN ISLAND
ROBBEN ISLAND

Particolare...
THE ENDTHE END
THE END

E' veramente finita!!


28th June 2007

FINITA!!
Ciao ragazzi, come vedete ci ho messo un po' a scrivere questo blog, ma alla fine ce l'ho fatta!! Molti lo sapevan già, altri lo scopriranno adesso... in ogni caso continuate a seguire, che presto (???) uscirà l'ultima pagina di questo blog con conclusione e ringraziamenti!!! Ciaoooo!!!!

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