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Published: December 27th 2015
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"Malesia", pochi altri nomi suonano cosi' esotici ed accattivanti alle orecchie di un viaggiatore: terra di foreste, mercanti ed ovviamente pirati, vestiti grondanti di sudore e freschi cocktail sorseggiati all'ombra di una veranda, e che altro??
Vengo paracadutato a K.L., Kuala Lumpur, la moderna capitale di questa giovane nazione, una metropoli che sembra ancora cercare il suo orientamento tra monorotaie sopraelevate, metropolitane sotterranee, treni urbani e cavalcavia a 4 corsie, dove tutto a prima vista appare privo di ogni minimo senso; per fortuna mi viene in soccorso l'ambiente familiare di una piccola, sporca e scura chinatown, dove ritrovo un poco di quel disordine sensato che caratterizza questi insediamenti sparsi ai quattro angoli del pianeta. Ripresomi dallo sbandamento iniziale, comincio a girare per la citta' alla ricerca di un qualcosa che riesca ad attirare la mia attenzione, ma invano, ed alla fine quello che piu' mi rimarra' impresso nella memoria di questa mia breve permanenza a Kuala Lumpur, oltre ai grossi rattoni che si rincorrevano allegramente nel cortile della guesthouse, sara' proprio la sua attrazione piu' conosciuta e forse anche banale: le due torri gemelle delle Petronas Towers, simbolo futuristico di una citta' senza passato.
Dove la storia di certo
non manca e' nella citta' di Melaka, da cui prende il nome quell'autostrada di popoli, commerci e culture che e' sempre stato lo Stretto di Malacca, passaggio obbligato per tutte le navi che collegavano l'oriente con l'occidente; malesi, cinesi, indiani, portoghesi, olandesi, inglesi e giapponesi, tutti hanno voluto mettere le loro mani su questo strategico fazzoletto di terra. Eccomi allora alla ricerca delle tracce di questo grande passato e a prima vista la citta' promette davvero bene: al suo centro una piccola collina trabocca di reperti storici di ogni epoca, soprattutto portoghesi e olandesi, mentre sull'altra sponda del fiume il vecchio centro abitato viene ancora mantenuto vivo da quei commerci che mai si sono fermati nel corso dei secoli, e nelle sue strade principali dimore storiche olandesi fanno da contorno a templi induisti che fiancheggiano moschee affacciate su sgargianti templi cinesi; senza dimenticare poi la statua dorata del primo mister universo malese, simbolo dell'orgoglio dei nostri giorni. Sfortunatamente la parte piu' antica di Melaka e' stata trasformata in una vera e propria trappola per turisti, con tutto cio' che di piu' pacchiano si potrebbe immaginare in una citta' cosi' ricca di storia: riscio' coloratissimi che sparano musica ad alto volume,
bancarelle di souvenir all'interno delle chiese, l'immancabile Hard-Rock Cafe' e molto altro che ho gia' voluto rimuovere dai miei ricordi; un vero peccato, il tutto pero' compensato dalla gratuita' di quasi tutti i siti piu' importanti (dopo tutto si tratta pur sempre di un Patrimonio Mondiale dell' Unesco) e dall'atmosfera fuori dal tempo delle sue guest-house affacciate sulla camminata pedonale del lungofiume.
Scendendo ai confini meridionale della penisola malese, sempre che riusciate a superare i controlli al varco dell'immigrazione, si entra magicamente in quella piccola isola di primo mondo che e' la citta' stato di Singapore, un luogo dove il futuro sembra si stia materializzando ed il presente viene gestito con la precisione di un orologio svizzero. Tutto viene strettamente regolamentato da una serie infinita di leggi e "suggerimenti" che sembrano sempre essere rispettati attentamente, donando alla citta' una certa apparenza di ordine e monotonia, l'ambiente ideale per la crescita e lo sviluppo economicoe materiale dei suoi abitanti, cosi' sembrerebbe a prima vista; tutto sembra perfetto e persino nella piccola enclave di Little India le uniche eccezioni sono rappresentate da qualche attraversamento pedonale al di fuori delle striscie e qualche cartaccia di troppo gettata per terra... Mi godo comunque
tanto di quello che la citta' ha da offrire, a partire dalla nuova zona di Marina Bay, affacciata sullo scintillante distretto degli affari ed i lussureggianti giardini della baia in cui svetta una piccola foresta di alberi della vita, senza dimenticare poi gli eccellenti musei, i giardini botanici, il lungofiume e l'ottimo cibo indiano, ideale sia per lo stomaco che per le mie tasche!
Dico definitivamente addio a Singapore e sono cosi' pronto ad iniziare l'avventura marinaresca che mi portera' a solcare i mari dell'arcipelago indonesiano, dove non esistono regole e le leggi sono state scritte solo per poter essere infrante.....
DANNAZIONE! i pirati indonesiani hanno gia' colpito: a bordo della nave "Tidar", al largo delle coste di Sulawesi, sono stato alleggerito della mia macchina fotografica! non avevo nemmeno finito di caricare le foto di Singapore. Niente piu' foto per quest'anno, forse solo qualche parola solitaria....
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Ziopaga
non-member comment
Mercante..
Grande mercante...sei sempre il numero uno... fatti sentire ogni tanto!!!!!