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Published: July 19th 2009
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Yodobashi Camera
L'enorme Yodobashi Camera di Akihabara Giornata piuttosto intensa, questa, che narrerò un po' brevemente per cronica mancanza di tempo.
AKIHABARA
Questa mattinata decidiamo finalmente di visitare Akihabara, descritto come paradiso dell'elettronica, dei videogiochi e soprattutto della cultura legata a manga e anime.
Il primo approccio è piuttosto spaesante, come sempre all'arrivo in un nuovo quartiere. Un enorme filiale dell'onnipresente Yodobashi Camera ci accoglie e ne approfittiamo per fare un giretto introduttivo. Gli articoli sono sempre quelli, ma in una quantità impressionante. Circa 6 piani stracolmi e ogni piano è riduttivo chiamarlo enorme. Ci facciamo un'idea delle stramberie che troveremo in giro e usciamo, diretti al vero cuore pulsante del quartiere.
Sulla strada troviamo un palazzo della Sega, in sostanza una grande salagiochi. Essendo il primo del genere che incontriamo, entriamo incuriositi e giriamo quei 7 piani che lo compongono. Incredibile quali gioiellini tecnologici siano a disposizione. Quello che più ci incuriosisce è un'enorme cabinato circolare: metà della sfera, in cui si entra, è uno schermo; si sta seduti nel mezzo e si simula un enorme robottone. Pare spettacolare, ma anche costoso (inoltre occorre una tessera) e quindi rinunciamo.
Proseguiamo per il quartiere fino a ritrovarci in un dedalo di stradine strettissime, un negozietto ammassato dopo
Negozio Ambiguo
Negozio un po' inquietante che vendeva... boh, abbiamo preferito non entrare XD l'altro, al coperto, il materiale più o meno vecchio buttato quasi alla rinfusa sulla parte esterna. Pare all'improvviso di trovarsi all'interno di un suk arabo, come visto tempo fa in Tunisia. Fa molta impressione, ma come al solito, in ogni situazione, l'atmosfera per quanto concitata e underground è molto accogliente e non si respira il minimo segno di pericolo o malaffare.
Dopo aver esplorato un negozio stracolmo di manga, dvd, poster e gadget inutili di tutte le produzioni più o meno recenti esistenti (e senza attirare in noi particolare interesse), tocca a un grande negozio di videogiochi. Qui io, Raffi, trovo una Psp1000 usata a soli 10000Yen, circa 70€, e non resisto alla tentazione, considerato che pare praticamente nuova.
Che dire in conclusione di Akihabara? Palazzi decorati con enormi poster di anime e manga, parecchi turisti, un discreto spostamento di gente e giovani. Un quartiere sicuramente interessante per qualche buon acquisto ma non meritevole di più di mezza giornata.
A pranzo, per rifarci la bocca, scegliamo un classico McDonald, per la prima volta.
Tempo di andare a casa a rilassarci e prepararci: non ci si può presentare stanchi e sudati a Shibuya!
SHIBUYA
Shibuya è tutto quel che
Manifesti Giganti
Alcuni degli enormi manifesti appesi sui palazzi dei negozi si potrebbe immaginare: luci, colori, giovani vestiti alla moda (per quanto stramba a volte). Il famoso incrocio è immenso, pare di trovarsi schierati su un campo di battaglia (al semaforo rosso) prima della carica finale (quando scatta il verde). Come al solito, la folla è imponente ma ordinatissima, compatta e allo stesso tempo nessuno ti sfiora o urta per sbaglio, nessuno rallenta, si segue un flusso ordinato e costante fino all'altro lato della strada.
Inizialmente perdiamo un po' l'orientamento, poi troviamo il negozio a lungo desiderato da Tucci, lo Shibuya 109. Trattasi del famoso edificio cilindrico che si vede dall'altro lato della stazione, al famoso incrocio.
All'interno perdiamo circa un paio d'ore, immersi in 9 piani di abbigliamento e accessori puramente femminili. Tucci spende un bel po' di Yen, io rimango a osservare l'incredibile varietà antropologica che affolla quei piani. Se vi serve la prova che Tokyo è un mondo diverso, lo Shibuya 109 è un buon punto di partenza.
Una volta fuori, passeggiamo nelle strade notturne di Shibuya, che non mostrano attrattive particolari ma lasciano trasparire l'aria di metropoli affollata, vivace, in continuo rinnovamento e spinta verso il futuro che difficilmente si può respirare altrove.
Sì, confermo, è un
Maid
Alcune ragazze vestite da maid e in divisa che pubblicizzavano prodotti davanti all'ingresso dei grandi magazzini altro mondo.
Prima di entrare in stazione per tornare a casa, facciamo una foto di rito vicino alla statua di Hachiko.
Un'altra giornata se n'è andata.
Tappa successiva? Il Giardino Imperiale!
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Antonio
non-member comment
E bravo hai comprato la PSP mi sa che te la ruberò appena arrivi, e non la rivedrai mai piu.................