Da Singapore a Papua con Pelni


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Asia » Indonesia » Papua
January 15th 2016
Published: January 19th 2016
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Spiagge da sogno e mari cristallini, safari fotografici alla ricerca di animali rari, sontuose rovine di civilta' perdute e decine di isole facilmente raggiungibili con voli a basso costo: sono solo alcune delle possibilita' che l' Indonesia ha da offrire al vorace viaggiatore del XXI secolo. Ma per un esperienza "totale" ed un vero e proprio ritorno ai vecchi tempi una delle rare opportunita' ci viene offerta dalla compagnia di navigazione statale Pelni che, tra le poche rimaste al mondo, gestisce tuttora con ottimi risultati un servizio capillare di trasporto pubblico tra le decine (centinaia) di isole sparse per questo immenso arcipelago. Ora, quando in certi paesi si parla di "pubblico" e "statale" il pensiero non puo' che correre verso le immagini di sovraffollamento biblico e caos infernale, disordine ed incuria: Pelni e' proprio tutto questo ma con il sorriso stampato in volto, una puntualita' davvero rimarchevole ed un servizio che dopotutto puo' realmente definirsi "essenziale". Eccovi un breve resoconto dei miei spostamenti tra le isole indonesiane...

SINGAPORE - BATAM (Batamfast, 25S$, 1ora): da Singapore si puo' entare in Indonesia con un moderno e veloce traghetto che raggiunge il porto di Sekupang sull'isola di Batam, al largo delle coste di Sumatra. Si attracca in un nuovissimo terminal che dista solo poche centinaia di metri dalla biglietteria Pelni e da quello che dovrebbe essere il terminal delle sue navi: un grosso hangar malmesso con una decina di panchine di legno, un paio di ventilatori e qualche venditore di generi di prima necessita'; caldo micidiale.

PULAU BATAM - TANJUNG PRIOK (K.M. Kelud, 327.000Rupie, 28ore): con un minimo di pianificazione si puo' evitare di trascorrere un'inutile notte nell'anonima Batam e saltare direttamente sulla nave per Jakarta che attracca al porto di Tanjung Priok, a circa un'ora dal centro citta'. Salgo a bordo e rimango piacevolmente stupito dalla scarsita' di passeggeri, per cui riesco facilmente ad accaparrarmi un paio di comodi materassini al quarto piano su cui sistemarmi con il mio fidato zaino; viaggero' sempre in classe "Ekonomi", la piu' bassa disponibile ed ovviamente anche la piu' frequentata, evitando le cabine private delle tre classi superiori. Ispeziono la nave e subito mi accorgo dell'indesiderata presenza di centinaia di grossi scarafaggi (innocue blatte) che si aggirano indisturbati per il pavimento e tra i nostri giacigli, supportati anche da qualche minuscolo topolino che sbuca furtivamente dal muro per banchettare con gli avanzi di cibo caduti a terra; nessun fastidio, e comunque non occupano troppo spazio. Gli orari di colazione, pranzo e cena, generosamente compresi nel prezzo del biglietto, sono ovviamente prefissati: 7, 11 e 17, ma trattasi solamente di una distribuzione simbolica: nel vassoio giusto un pugno di riso insipido, due pezzettini di cavolo bollito e pochi grammi di pesce pieno di lische o pollo tutto ossa, accompagnati da un bicchiere d'acqua, una bottiglietta di succo di frutta, latte al mattino e biscotti di sera; si deve necessariamente compensare con qualcosa portato da terra (una manna dal cielo gli spaghetti istantanei Pop-Mie!), comprato durante le soste nei porti intermedi oppure arraffato nel provvidenziale baretto situato sul ponte superiore di ogni nave. Kelud in questo campo ci propone del suo meglio, con un bel terrazzino coperto dove riposarsi al fresco seduti su delle belle sedie a sdraio e, di sera, la proiezione di un incoerente film di Tom Hanks basato sulla vera storia di un attacco di pirati ad una nave al largo delle coste della Somalia...

TANJUNG PRIOK - MAKASSAR (K.M. Dobonsolo, 449.000Rupie, 57ore): Per questa tratta ho un compagno passeggero tedesco che contribuira' a dimezzare il carico di simpatici indonesiani giudiziosamente in fila in attesa di poter scambiare quattro chiacchere con lo strano "Bule'" (cosi' vengono chiamati i turisti occidentali) che non viaggia in prima classe, men che meno si sposta in aereo. Anche sulla Dobonsolo pochi passeggeri, cioe' il numero sufficiente per occupare tutti i posti disponibili, e molti animaletti indesiderati, ma con i bagni del quarto piano sontuosamente piastrellati ed egregiamente funzionanti; le ore trascorrono spensierate sulle scomode panchine del bar sul tetto, da dove giungono le potenti note di classiche power ballads riproposte ininterrottamente per tutta la giornata. Unica nota dolente, niente alcool in vendita su tutta la flotta Pelni....

MAKASSAR - BANDA (K.M. Tidar, 420.000Rupie, 52ore): La nave arriva in porto in tarda serata e, salito a bordo, mi accorgo immediatamente di qualcosa di tragico: gente ovunque, dentro e fuori dagli scompartimenti, sulle scale e nei corridoi, dappertutto! Sono iniziate le vacanze di Natale e tutti i lavoratori di fede cristiana emigrati a Java stanno tornando verso le loro terre natie ad Oriente per festeggiare a casa con le proprie famiglie. Controllo dappertutto ma non riesco a trovare nemmeno un materassino libero; mi preparo ad accamparmi in un angolino sporco all'uscita dei cessi quando una famiglia di viandanti, mossa a pieta' dalla mia evidente preoccupazione, si fa stretta e mi libera uno dei loro posti che accetto immediatamente, senza nemmeno provare a simulare un iniziale rifiuto. Fa caldo, si cammina a malapena tra i corpi ammassati, ma anche qui mi viene in soccorso un'ampia terrazza bar su cui trascorrere al fresco le lunghe ore di navigazione; la vita all'interno dello scompartimento scorre tranquillamente tra afa insopportabile ed odori sgradevoli, bambini che piangono e mamme che ridono, luci al neon e televisore accesi 24 ore su 24. Dopo due giorni sbarco sull'isola di Banda, mi inginocchio e bacio la terra sotto i miei piedi.

BANDA - TUAL (K.M. Kelimutu, 300.000Rupie, 51ore): Con una certa dose di timore mi appresto ad imbarcarmi su quella che la Lonely Planet definisce brutalmente una nave sovraffollata, lenta e paurosamente infestata di scarafaggi. E' allora con mio immenso onore che mi prendo la responsabilita' di smentire tutto questo: una probabile recente disinfestazione ha praticamente azzerato la popolazione di questi laboriosi insetti (per lo meno al terzo piano dove mi sono sistemato...), trasferitisi forse in massa su Kelud e Dobonsolo, mentre per quanto riguarda la lentezza, be', da Banda alle isole Kei ci si impiegano 50 ore rispetto alle solite 10 solo perche' la nave compie un tragitto piuttosto largo e va a fare due scali intermedi alle isole Tanimbar, centinaia di miglia a Sud! Per il resto la Kelimutu e' ok, forse perche' non troppo sovraffollata, anche se alcuni dei suoi bagni meritano senza dubbio le offese contenute nella sovracitata guida di viaggio.

TUAL - AMBON (K.M. Tidar, 277.000Rupie, 22ore e mezza): Mi ricapita nuovamente questa nave dai tristi ricordi, ed ancora una volta mi trovo intrappolato nell'enorme flusso di pendolari che si apprestano al rientro, questa volta verso Ovest, in concomitanza con la fine delle vacanze natalizie: pessima tempistica, caro Mercante! Corpi ammassati su altri corpi, sacchi di verdure e cartoni di polli, il tutto amalgamato da una temperatura a dir poco insopportabile: rischio in continuazione di lasciare la mia pelle attaccata ai materassini di plastica del dormitorio. Mi vengono in soccorso alcune bottiglie clandestine di "sopi", un distillato ricavato dalla palma da cocco, che mi viene generosamente offerto da alcuni correligionari cristiani compagni di questo viaggio; fortunatamente la nave e' abbastanza grande da offrire un discreto numero di angoli appartati, lontano dalla moschea e dagli sguardi indiscreti di passeggeri curiosi...

AMBON - JAYAPURA (K.M. Dobonsolo, 556.000Rupie, 66ore): La nave e' prevista in partenza alle ore 19.00; arrivo al porto per le 17.00 e mi ritrovo l'entrata sbarrata da una muraglia di gente in attesa di partire: una folla biblica, quasi un accampamento di terremotati. Scorgo una nave in avvicinamento e mi preparo alla lotta per salire a bordo, ma controllando meglio sulla fiancata mi accorgo che trattasi dalla K.M. Ciremai diretta a Jakarta; la Dobonsolo arrivera' con ben 6 ore di ritardo! Addio tanto esaltata puntualita' della Pelni; per lo meno spero che una buona parte degli sfollati levera' l'ancora prima di me, ma non ci conto troppo. Me ne ritorno sconsolato al mio hotel, lascio lo zaino in reception e mi reco in uno dei tanti caffe' che punteggiano la citta' di Ambon; mi procuro carta e penna ed attendo pazientemente che le ore passino, con i pensieri gia' immersi nella prossima avventura che mi attende nell'isola di Papua, sa mai avro' la fortuna di arrivarci....

Tutte le foto si riferiscono a questo ultimo viaggio.


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