Advertisement
Published: February 19th 2011
Edit Blog Post
Frutto di una attenta pianificazione e fortunosamente privo di rilevanti inconvenienti, il viaggio del Mercante si conclude così come era cominciato, cioè sulle calde sponde dell' Oceano Indiano, tra l' azzurro del mare, il verde delle palme e la bianca sabbia delle sterminate spiagge della costa del Kenya.
Ma cosa raccontare di due settimane trascorse a rosolare sdraiato sotto il sole equatoriale??
Prima di congedarmi proverò a fare un breve riassunto dei posti da me visitati...
MOMBASA: Città swahili di antiche origini, è oggi il porto principale del paese e porta d' accesso alla costa; la sua città vecchia ricorda molto da vicino la Stone Town di Zanzibar, anche se in un tono decisamente più dimesso, ma rimarrà nei miei ricordi soprattutto per l' ottimo cibo che si può trovare nei suoi numerosi ristoranti e per l' ampio genere di commerci, illegali o meno, che animano i suoi stretti e maleodoranti vicoli.
MALINDI: Città swahili di antiche origini, è oggi una sorta di grande città bordello, creata da e per i numerosi turisti italiani che arrivano regolarmente fin qui a riempire i suoi resort e le loro fastose seconde case.
LAMU: Città swahili di antiche origini, sorge su
un' isola e da il nome ad un ampio arcipelago; è qui che forse si è mantenuta più intatta quella cultura comune a tutte le popolazioni che vivono lungo la costa, dal Sud della Somalia al Nord del Mozambico, accomunate da una lingua, una religione ed uno stile di vita che si rifà ad un fiorente passato fatto di commerci, scambi e legami con i lontani territori arabi ed asiatici che si affacciano sullo stesso mare.
Oggi Lamu è una tranquilla città di pescatori, con vicoli troppo stretti per il passaggio delle auto: tutti i trasporti avvengono perciò a dorso d' asino, oppure a bordo di vecchi dhow, le tipiche imbarcazioni a vela; in città ci sono due ospedali, uno per gli esseri umani e l' altro per gli asini, dotato anche di ambulanza a tre ruote.
Data la religione dominante, l' islam, l' alcool in circolazione è molto scarso e lo si può trovare solo nei ristoranti di qualche hotel, venduto a caro prezzo, oppure, per noi modesti viandanti e per qualche crapulone locale, l' unico bar dispensatore del prezioso nettare è quello situato nella vicina mensa della stazione di polizia, che ogni sera va a riempirsi di una
allegra compagnia di agenti fuori servizio, furfanti in pausa pranzo e assetati muzungu di passaggio.
WATAMU: Tranquillo villaggio di pescatori che, avendo la fortuna-sfortuna di trovarsi a soli pochi chilometri da Malindi, ha subito l'espansione della vicina colonia di vacanzieri ed imprenditori italiani, con tutti i benefici e le complicazioni che porta questo genere di invasione.
Nonostante tutto, il villaggio continua la sua vita di tutti i giorni ed il suo tratto di costa è probabilmente uno dei più belli della regione, con alte scogliere a picco sul mare e grandi giardini di corallo a pochi metri dalla spiaggia di sabbia bianca.
MTWAPA: Una vera e propria boccata d' ossigeno dopo i fasti di Malindi e Watamu: da queste parti non troverete ne pizzerie ne gelaterie, e quindi nessun italiano!
Una comoda ed economica guest house si affaccia sul mare punteggiato da mangrovie; i beach boys locali fanno quasi fatica a salutarti e per tutto il tempo, al ritmo lento della musica reggae, l' amaca ritorna ad essere la vera, unica protagonista della giornata.....
Advertisement
Tot: 0.061s; Tpl: 0.013s; cc: 12; qc: 29; dbt: 0.039s; 1; m:domysql w:travelblog (10.17.0.13); sld: 1;
; mem: 1.1mb