Giro a piedi di Buenos Aires


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Published: March 3rd 2009
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Le città si visitano girandole a piedi (non con le girandole ai piedi cosa che complicherebbe la cosa). Quindi, con questo spirito affronto il mio primo giorno a Buenos Aires.
Il cielo è grigietto ma sono comunque contento che non piova come minacciato dalle previsioni.
Ieri, a giudicare da quanto mostrato alla TV, c'è stata tempesta con alberi caduti qui e là, soprattutto a Palermo, il quartiere di Buenos Aires dove ha vissuto lungamente Borges che peraltro è nato nel palazzo accanto al mio hotel.

A proposito di TV. Nella mia camera non è che si vedano molti canali ma ce n'è uno incredibile, Canal Nueve, il cui telegiornale è molto particolare. I giornalisti leggono le notizie con sottofondo musicale degli U2. Pazzesco. Penso alla Buonamici che legge del Berlusca con i Coldplay in sottofondo. Chiedo venia, se passasse una cosa del genere in Italia, per il Berlusca solo Apicella.

Il walking tour parte da Plaza San Martin, una bellissima piazza molto verde punteggiata di alberi con fiori rosa che ospita anche il mausoleo per i caduti delle Malvinas (o Falkland per gli Inglesi). Ammetto che c'è una certa solennità nel contegno che hanno le guardie vestite un po' come Napoleone. La lunga lista dei caduti fa, com'è normale, impressione.

Da Plaza San Martin mi sposto in direzione di Plaza Fuerza Aerea Argentina che ne costituisce una sorta di prosecuzione ed è separata solo da un ampio viale. La piazza è chiusa per lavori ma è bella ugualmente.

Blocco l'istinto di proseguire verso i moli sul Rio della Plata dato che preferisco tornarci con condizioni di sole migliori, e quindi ritorno sui miei passi e salgo sulla collinetta di Plaza San Martin per la scalinata donata (!) dall'American Express.
Ma quanti punti hanno raccolto a Buenos Aires ?!?

Nei giardini di Plaza San Martin c'è un'area riservata ai cani come capita anche da noi, ma qui poche persone, che presumibilmente lo fanno per lavoro, accudiscono un numero pazzesco di cani.
Il rapporto sarà almeno di 10 cani per persona.
Ammetto che per un attimo ho addirittura pensato si trattasse di un mercato dei cani come quello degli uccelli ad Amsterdam.

Il traffico automobilistico è intenso anche se gli automobilisti non mi sembrano così aggressivi come avevo letto. Forse perché faccio confronti con la mia guida. Ad ogni modo una buona parte delle auto è composta
Cani in ricreazioneCani in ricreazioneCani in ricreazione

Solo una piccola parte
da taxi. Veramente tantissimi. Gialli e neri, a vaga imitazione di quelli di New York.
Ma oggi non è ancora il momento di provare e quindi proseguo a piedi attraverso la via pedonale Florida. La classica via turistica piena di negozi di souvenir, ristoranti e locali di tango.

Ne esco per puntare a Plaza de la Repubblica. Posta nel mezzo di tre ampi viali è caratterizzata da un obelisco di manifattura locale. Da qui proseguo per Plaza Lavalle. Non male. Anche qui c'è il dog corner con un'altra quarantina di cani rilassati e giocherelloni.

Nel frattempo comincio a farmi un'idea di Buenos Aires.
Mi sembra una sintesi delle più caratteristiche città del sud Europa.

C'è la nobiltà di Madrid, la regolarità delle vie della Baixa Lisbonense, un certo caos che fa pensare a Porto, l'allegria e la rilassatezza di Barcellona e il tutto pervaso da un profondo spirito italiano.
Vedere i ragazzi dei bar con il vassoio con caffè e brioche (medialuna qui) in mezzo alla strada è un'immagine che fa immediatamente Italia.

Mi rituffo per le vie del microcentro. Calle Lavalle è piena di teatri, cinema, ristoranti e anche un enorme Bingo dalla discreta (si fa per dire) insegna grande quanto tutta la facciata.

Adesso, la prossima tappa è la Casa Rosada. Plaza de Mayo. Uno di quei posti che hanno conquistato il ruolo di icone universali. Plaza de Mayo ed è un'attimo pensare alle madri dei desaparecidos.
Ammetto che in virtù di tutto quanto la piazza è una mezza delusione.

Nel frattempo il tempo si è fatto ancora più nuvoloso. Sprazzi di azzurro non ce ne sono più.
La piazza è divisa in due da uno sbarramento fatto di protezioni metalliche utilizzate probabilmente dalla polizia durante le manifestazioni.
Ma oggi non ce ne sono. C'è solo una delle madri di plaza de mayo e qualche reduce della guerra delle Falkland (ops... Malvinas) che si è accampato lì, si direbbe da lungo tempo, che chiede aiuto alla Presidenta Kirchner.

Prima di raggiungere la piazza del Congresso mi fermo per una pizza.
Non male e piuttosto economica. Pizza e due chop, il nome locale per la spina media. 8 euro o giù di lì.

Sazio, rieccomi in strada verso il palazzo del Congresso. Incredibile come i palazzi che ospitano i parlamenti si somiglino un po' in tutte le parti del mondo (Italia a parte). Penso al Bundestag a Berlino, a Belgrado e ora Buenos Aires.
L'aria austera, la consueta pietra grigia e la cupola centrale.

Certo comunque che a Buenos Aires c'è un numero incredibile di piazze ampie, verdi, talvolta uno di seguito all'altro come i saloni delle case patrizie di un tempo.
Ed è interessante il contrasto da questi viali e queste piazze enormi e le strade strette del microcentro. Del resto se si chiama "micro" ci sarà pure un perché.

Per tornare in hotel scelgo la metro. Qui si chiama Subte. Il biglietto costa 1,10 pesos, come a dire 25 centesimi.
La gran parte delle stazioni sono carine, decorate da mosaici. Mi verrebbe da chiamarli Azulejos, se non fossero molto più colorati. In genere ho notato che rappresentano città spagnole ma talvolta anche argentine.
Le carrozze della linea C sono in legno. Su altre linee sono come le nostre con i sedili in vellutino che col caldo che fa, è davvero una goduria visto che, nelle stazioni e nei treni fa un caldo insopportabile.
A parte questo la metro è efficiente e veloce. In 10 minuti sono tornato alla base.

Sono contento di questo primo giro. Avrei potuto proseguire ma le nuvole mi fanno davvero passare la voglia. Spero in un tempo migliore quanto ritornerò da queste parti tra quasi un mese.


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