Ovviamente non mi trovo a Tozeur. A dir la verità, neppure ci sono mai stato. Tuttavia "I treni di Tozeur" resta la colonna sonora che amo ascoltare: - seduto alla scrivania, quando il progetto del viaggio prende forma - al check-in, quando preferirei aver affittato un treno intero per i bagagli - alla dogana, nella speranza che non controllino in tutte le tasche - per tutti i pensieri (fossero poi tanti) e le impressioni che mi colgono lontano dalle mie valli, dalle mura di casa, da quel senso di protezione che mi culla. Ne deriva che Tozeur potrebbe anche non esistere, ma resterebbe sempre il mio punto di partenza. Il piccolo centro di gravità che, nella lotta ai pregiudizi, mi aiuta a ritrovare me stesso e lasciarmi guidare dall'istinto. Che non farò lo scrittore da grande
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